Recensioni per
Frutti marci
di yugen_roku

Questa storia ha ottenuto 21 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
07/05/24, ore 15:59
Cap. 12:

Ciao yugen_roku!
Ho letto con cura tutta la raccolta e recensisco solo ora per avere un quadro "completo" del tutto. Non penso di riuscire a esprimere bene a parole ciò che provo, posso solo dire che le tue immagini sono fortissime e i temi che tratti nonostante la loro brutalità mi hanno molto commosso, perché esprimono una sofferenza e un senso di panico che vivono moltissimi ragazzi. 
Ti ringrazio per aver condiviso queste poesie, che trovo tutte meravigliose. 
Spero davvero di poter leggere presto qualcos'altro di tuo!
Un grandissimo abbraccio
anonymous_prongs

Recensore Master
06/05/24, ore 22:31
Cap. 12:

Già; rileggo per la terza volta questi versi e rifletto…
Avercela con sé stessi, a torto o a ragione, con l'anima che ci appare vuota (perché? distrazione, superficialità, smarrimento, disillusione, perfezionismo?) porto solo al deserto senza vento, alla steppa inaridita, facile preda del fuoco e della distruzione.

Memorabile per la sua capacità di sintesi il verso: “sei ferma nel buio, infeconda”.

Dodici testi molto scuri, d’altronde il titolo lo diceva. La speranza è che il loro scriverli abbia avuto un valore catartico e abbia stimolato una maggiore conoscenza e apprezzamento di sè: quell’io che pur nella sua lordura e imperfezione ha dentro di sé il concetto di infinito.

Recensore Master
06/05/24, ore 22:29
Cap. 11:

Immobilità apparente.

Immobili ci appaiono le stelle, il sole. Perché noi, umanità evoluta, sappiamo che il sole sta fermo, è la terra che gli ruota intorno.
Eppure il sole viaggia alla velocità di 368 km/s rispetto al fondo cosmico del nostro cosiddetto Gruppo Locale, un ammasso di 60 galassie, e il Gruppo Locale viaggia a 627 km/s verso la costellazione del Centauro.

Roba da far girare la testa anche al poeta.
Poi però il poeta ci mette del suo e si ammanta di pessimismo, intravvede un’umanità sempre più distante, abbagliata oltretutto dalla falsa cura della “rete comune”: mi suggerisce tanto il web!
E mi piace molto l’idea di una malattia falsamente curata dall’anestesia: il gioco delle rime spesso nasconde verità amare e profonde.

Rimane impressa la frase “smaniosa di soffocare”: mi ricorda quanto disse qualcuno, “tendiamo al bene mossi dal male”.

Perché, come vedi, nella mia mente non c’è mai un pessimismo cupo, cerco sempre un aggancio, un angolino per il bene…
Perché la scienza narra che non è vero che il Gruppo Locale si va allontanando: è l'opposto. Fra 4 miliardi di anni potrem(m)o assistere alla fusione delle 60 galassie.
E un senso recondito che molti chiamano Fede ci suggerisce che fra “miliardi e milioni di anni” (bello! al di fuori del tempo) potrem(m)o non essere così soli, distanti, tremanti.

Comunque, delle dodici, penso che sia la poesia che ho apprezzato di più.
Paradossalmente, lascia spazio a pensieri stimolanti e vivificanti.

Recensore Master
06/05/24, ore 21:14
Cap. 12:

Mi spiace che questa raccolta sia finita: è stato uno splendido viaggio alla scoperta dei temi della desolazione. Quelle "cose lanciate alle mie spalle e lasciate inaridire" mi ricordano tanto la "cosa posata in un angolo e dimenticata" di ungarettiana memoria, ma in una chiave più cupa e macabra.
Grazie d'aver condiviso con noi questi bellissimi testi.
Alla prossima!

Afaneia

Recensore Master
05/05/24, ore 11:09
Cap. 11:

Ancora una forte antitesi come nel testo precedente, questa volta tra il movimento e l'immobilismo. Ritornano i temi della malattia, della morte, del soffocamento e dell'annichilimento. Non ho mai letto poesie più oscure. Complimenti come sempre.

Recensore Master
05/05/24, ore 11:06
Cap. 10:

Bella questa forte opposizione tra il tema della luce (giorno siderale, stelle, celesti, moti delle luci) e quello del buio e dell'infezione (le piaghe che puzzano e uccidono). Mi piace molto.

Recensore Master
04/05/24, ore 10:19
Cap. 10:

Si trascende ormai la natura per smarrirsi ancora di più. Si perde il beneficio dei raggi solari, luce e calore. Di nuovo i versi, fortemente disturbati, esprimono un lamento corale: i “molti che nel buio / hanno destino”.
I frutti marci ormai puzzano.
Disturbati i versi, e disturbanti. Volutamente disturbanti.
Una sorta di narcisismo al contrario.

Recensore Master
04/05/24, ore 10:18
Cap. 9:

Ritrovo qui il precedente tema primaverile, nel rinascere, che i cicli della vita, le stagioni, i corsi e ricorsi si portani dietro senza nessun merito nostro.
Ma è un rinascere incerto e insicuro, un'occasione perduta per il fatto che si guarda cosa è successo agli altri.
Eppure il fuoco purifica, e dalle ceneri rinasce l’araba fenice.

Recensore Master
04/05/24, ore 10:15
Cap. 8:

Bello l’incipit primaverile, quando ci si accorge che finora è stato solo un vegetare, che è tempo di raccogliere e rimettere insieme i “brandelli”.
Ma è come se non rimanesse più niente di linfa vitale, complice ancora una volta lo studio e la successiva disillusione, dai riflessi rancorosi.
Per fortuna la strada della vita, anche se a noi appare come un monotono rettilineo, è piena di svolte improvvise.

Recensore Master
04/05/24, ore 10:13
Cap. 7:

Sono rimasto un po' indietro, e confesso che faccio un po' fatica a seguire i versi, perché incentrati su sensazioni molto intime e dunque meno facilmente condivisibili.
Rimpianto, forse, il titolo? Rimpianto per uno studio che ha aiutato lì per lì, ma che è sfociato in un tempo senza scopo e con bisogno di sfogo.
Ambiguo l’ultimo verso: “non esistere per poco”. Allude a una situazione passeggera, che fra poco potrebbe cambiare, o a un’esistenza fondata sul poco, o nulla?

Recensore Master
02/05/24, ore 22:10
Cap. 9:

Bello il forte iperbato "col dolore intorno a me/di chi non ce l'ha fatta", ulteriormente rafforzato dalla posizione in enjambement. Il testo si apre col tema della rinascita, ma una rinascita insalubre, e si chiude, ancora una volta, col tema dell'autodistruzione, stavolta nel fuoco.
Sei sempre una rivelazione.
Un abbraccio grande

Afaneia

Recensore Master
02/05/24, ore 22:08
Cap. 8:

Un vero e proprio atto d'accusa dichiarato in cui fai "nomi e cognomi" (ok, perdonami la citazione semi-ironica). L'Università appare come una vera e propria divoratrice di uomini.

Recensore Master
01/05/24, ore 16:16
Cap. 7:

Una volontà di annientamento e di autodistruzione, o forse soltanto di non sentire niente, per un po'. Traspare il tema dello studio dai versi, che però appare non come qualcosa di sterile e freddo ma quasi come un personaggio della narrazione che interviene sulla scena. Come sempre, meraviglioso.
Un abbraccio enorme

Afaneia

Recensore Master
30/04/24, ore 07:23
Cap. 6:

Il titolo è qualcosa che da un lato aiuta ad entrare nel mondo, tutto intimo e personale, dei versi… quasi un invito a leggere con attenzione e a capire meglio. Ma dall’altro lato tende a imporre una classificazione, quasi un impoverimento delle numerose sfaccettature che arricchiscono i brani e contraddistinguono le tue poesie.

Probabilmente fai bene a lasciare tutto senza titolo.
È solo un mero esercizio scolastico per chi legge, che dopo l'analisi cerca la sintesi.

Qui comunque metterei qualcosa con un punto interrogativo alla fine, tipo “Scontro o incontro?”: l’eterna lotta fra gli opposti che finiscono per fondersi e confondersi: “e me ne confondo”. Bello!

Recensore Master
28/04/24, ore 11:41
Cap. 5:

In questo periodo a scuola sto insegnando ai ragazzi ad analizzare le poesie sulla base del lessico. Ecco, in questa poesia mi ha colpito il senso pessimistico che il lessico mi trasmette: perdere, annegare, abissi, affondare nel futuro, parole spezzate. Una parte di me si domanda se ci sarà da sperare in un lessico più positivo e ottimistico nei prossimi brani.
Come sempre bravissimo.
Un abbraccio enorme

Afaneia

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