Recensioni per
Frutti marci
di yugen_roku
Ciao yugen_roku! |
Già; rileggo per la terza volta questi versi e rifletto… |
Immobilità apparente. |
Mi spiace che questa raccolta sia finita: è stato uno splendido viaggio alla scoperta dei temi della desolazione. Quelle "cose lanciate alle mie spalle e lasciate inaridire" mi ricordano tanto la "cosa posata in un angolo e dimenticata" di ungarettiana memoria, ma in una chiave più cupa e macabra. |
Ancora una forte antitesi come nel testo precedente, questa volta tra il movimento e l'immobilismo. Ritornano i temi della malattia, della morte, del soffocamento e dell'annichilimento. Non ho mai letto poesie più oscure. Complimenti come sempre. |
Bella questa forte opposizione tra il tema della luce (giorno siderale, stelle, celesti, moti delle luci) e quello del buio e dell'infezione (le piaghe che puzzano e uccidono). Mi piace molto. |
Si trascende ormai la natura per smarrirsi ancora di più. Si perde il beneficio dei raggi solari, luce e calore. Di nuovo i versi, fortemente disturbati, esprimono un lamento corale: i “molti che nel buio / hanno destino”. |
Ritrovo qui il precedente tema primaverile, nel rinascere, che i cicli della vita, le stagioni, i corsi e ricorsi si portani dietro senza nessun merito nostro. |
Bello l’incipit primaverile, quando ci si accorge che finora è stato solo un vegetare, che è tempo di raccogliere e rimettere insieme i “brandelli”. |
Sono rimasto un po' indietro, e confesso che faccio un po' fatica a seguire i versi, perché incentrati su sensazioni molto intime e dunque meno facilmente condivisibili. |
Bello il forte iperbato "col dolore intorno a me/di chi non ce l'ha fatta", ulteriormente rafforzato dalla posizione in enjambement. Il testo si apre col tema della rinascita, ma una rinascita insalubre, e si chiude, ancora una volta, col tema dell'autodistruzione, stavolta nel fuoco. |
Un vero e proprio atto d'accusa dichiarato in cui fai "nomi e cognomi" (ok, perdonami la citazione semi-ironica). L'Università appare come una vera e propria divoratrice di uomini. |
Una volontà di annientamento e di autodistruzione, o forse soltanto di non sentire niente, per un po'. Traspare il tema dello studio dai versi, che però appare non come qualcosa di sterile e freddo ma quasi come un personaggio della narrazione che interviene sulla scena. Come sempre, meraviglioso. |
Il titolo è qualcosa che da un lato aiuta ad entrare nel mondo, tutto intimo e personale, dei versi… quasi un invito a leggere con attenzione e a capire meglio. Ma dall’altro lato tende a imporre una classificazione, quasi un impoverimento delle numerose sfaccettature che arricchiscono i brani e contraddistinguono le tue poesie. |
In questo periodo a scuola sto insegnando ai ragazzi ad analizzare le poesie sulla base del lessico. Ecco, in questa poesia mi ha colpito il senso pessimistico che il lessico mi trasmette: perdere, annegare, abissi, affondare nel futuro, parole spezzate. Una parte di me si domanda se ci sarà da sperare in un lessico più positivo e ottimistico nei prossimi brani. |