Mi è venuto da sorridere a leggere il nome che tu menzioni nel primo verso, non tanto per il personaggio in sé, nato fra l’altro proprio il 4 maggio di 39 anni fa, degno come chiunque altro di tutto rispetto, ma perché non me l’aspettavo in un contesto poetico così spinto all’estremo, così sovrumano, così anti-politico.
Ma con tutta probabilità la tua Elly non è la stessa a cui ho pensato io. Sarà un’Elena vezzosa, l’amica che ci spinge a confidarsi e a confessarsi.
Comunque, tutti noi vorremmo ritrovare le nostre origini divine, nascoste sotto strati e strati di ciarpame, vorremmo ascoltare musiche primordiali, credere in reincarnazioni e rigenerazioni… e dire, gridare, “ce l’ho fatta”.
Per poi scoprire ahimè che quando davvero ci sembrava di avercela fatta, ci eravamo soltanto ingannati, o avevamo sperimentato qualcosa di profondamente anti-scientifico, nel senso che non sarebbe stato più ripetibile, e che eravamo rimasti con un mucchietto di mosche in mano.
E dove ci sono le mosche, c’è sempre qualcosa di bello, il miele, o di brutto, la merda. O di mescolato.
Stavolta ho faticato un po' di più a digerire la tua poesia, mi ci son voluti alcuni giorni. Molto… estemporanea, instabile… al di sopra delle mie limitate capacità di comprendonio.
Ma così è l'afflato poetico… |
