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Autore: Car0_    30/04/2024    0 recensioni
Eleonora e Francesco sono due stagisti presso un’azienda molto importante nel milanese. Entrambi più vicini ai trenta che ai venti, vedono nel tirocinio la svolta lavorativa che cercano. Essendo gli unici stagisti nel reparto delle risorse umane, i due diventano buoni conoscenti tanto da iniziare a condividere segreti e confessioni. Il rapporto cambia tra i due, quando il tirocinio si avvicina alla fine e nessuno dei due è disposto a rinunciare al proprio lavoro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 
Il sole risplendeva alto nel cielo milanese, nonostante fossero gli ultimi giorni di Ottobre. Il sole forte e caldo, accompagnato da un’aria umida e afosa, allontanava sempre di più l’idea di inverno dalla città.
Pensando a questo, Eleonora si faceva spazio tra i pendolari che come lei cercavano un posto in metro. Si sentiva già leggermente sudata e quel caldo così fuori stagione la infastidiva tremendamente.
Mentre il mezzo di trasporto si muoveva rapido sui binari, Eleonora riguardava, sul suo smartphone, la presentazione che avrebbe esposto da lì ad un’ora circa.
In quel periodo si sentiva strana, proprio come il clima. Alcuni giorni era grata di quel tirocinio che ormai andava avanti da qualche mese, altri giorni invece era frustrata e avvilita. A ventisette anni, sperava di essersi già messa alle spalle il mondo dei tirocini sottopagati, ma evidentemente non era così.
Nei giorni buoni, si guardava allo specchio e vedeva di fronte a sé una persona privilegiata. Viveva nella città dei suoi sogni, lavorava per una delle aziende più importanti del territorio e aveva una vita sociale appagante e soddisfacente. Per chiunque, Eleonora era il ritratto della perfezione.
Ovviamente si poteva sempre migliorare. Il tirocinio che andava avanti da mesi sarebbe potuto diventare un vero lavoro, con una paga meno ballerina e più solida. Avrebbe potuto anche interrompere la relazione con il suo team leader Michele Ferrari (sposato, con due figli, e genero del direttore amministrativo della società, Silvano Manotti).
Sperava con tutta sé stessa che la notizia non si diffondesse per l’ufficio e tra i colleghi, l’umiliazione sarebbe stata troppa e soprattutto la sua carriera ne avrebbe risentito.
 
Quando entrò in ufficio, seduto alla scrivania di fronte alla sua c’era Francesco, l’altro stagista.
A differenza sua, il caldo fuori stagione non sembrava turbarlo per niente. Anzi, lì seduto alla sua scrivania – ordinata e pulita – non aveva un capello fuori posto. Eleonora provò un po’ di invidia.
Tra di loro c’era simpatia reciproca. Erano gli unici due stagisti del reparto delle risorse umane e venivano, la maggior parte del tempo, trattati come due studenti delle scuole superiori.
«Allora sei pronto per la presentazione?» chiese Eleonora al ragazzo, che sembrava molto attento a quello che leggeva sul monitor del suo pc.
«Sì, ma tanto alla fine ci faranno dire due cose in croce e Michele si prenderà tutto il merito del lavoro» e poi la guardò dritta negli occhi, come se alla fine fosse anche un po’ colpa sua.
Francesco sapeva della sua relazione con Michele, il loro team leader, anzi era l’unico a saperlo.
Non si era mai confidata nemmeno con le sue amiche più care, per paura di essere giudicata e rimproverata per quel colpo di testa assurdo.
Invece una sera, si erano ritrovati tutti e due in un karaoke a Chinatown, abbastanza brilli e incazzati. Era stata una giornata pesante e tremenda in ufficio, tutte le colpe dei superiori erano ricadute su di loro. A fine giornata, con l’umore a terra, avevano deciso che l’unica cosa giusta da fare fosse ubriacarsi.
«Ma guarda che la colpa di tutto è di Ferrari!» disse Francesco in un moto di stizza, mentre di sottofondo partivano le note iniziali di “Maledetta Primavera”.
Eleonora lo guardò contrariata: «Ma mica è lui a prendere le decisioni più importanti!»
«Ma certo che sì! Anche perché ogni volta che facciamo qualcosa di giusto, si prende i meriti. Se succede qualche disastro dà la colpa a noi! Secondo me è un incompetente ma dobbiamo stare zitti e continuare a leccargli il culo se vogliamo avere qualche chance di rimanere qui» proseguì imperterrito Francesco.
Qualcosa scattò in Eleonora e non riuscì a trattenersi: «Occhio a come parli del mio uomo!»
L’affermazione uscì in modo quasi scherzoso, ma gli occhi della ragazza dicevano qualcosa di diverso, avevano una foga e un’indignazione ed era evidente che quella non fosse una battuta.
A Francesco venne quasi da ridere: «Il tuo cosa?»
«Niente, lascia stare! Fa che non ti abbia detto niente»
Invece aveva capito tutto.
«Dai non ci posso credere! Ma veramente frequenti Michele Ferrari? Ma non è sposato e con, tipo, due figli?»
Eleonora era così imbarazzata da non sapere cosa dire. La soluzione migliore fu distogliere lo sguardo.
«Guarda, non l’avrei mai detto. Siete bravi a nascondervi» continuò Francesco mentre prendeva un altro sorso di birra. «Anche perché ti tratta di merda, proprio come fa con me, quindi …»
«Quindi cosa?»
«Beh per essere la sua amante, potrebbe essere più gentile con te».
«Sta tranquillo che di certo non lascerà moglie, figli, villetta e casa al mare per me» rispose Eleonora prendendo a sua volta un sorso di birra. 
Francesco continuava a guardarla con misto di incredulità e meraviglia, come a volerle dire “come sei riuscita a portarti a letto il capo?”
Rimasero in silenzio per un po’, le note di “Maledetta Primavera” continuavano a risuonare nella piccola stanza e la luce diffusa rendeva il tutto quasi intimo. Per un secondo, Eleonora ebbe voglia di raccontargli tutti i suoi più profondi segreti.
Ovviamente non lo fece.
«Comunque, vuoi sapere il mio di segreto?» disse ad un certo momento Francesco.
Eleonora gli lanciò un’occhiata incuriosita ed annuì.
«Sono un bugiardo di prima categoria».
La ragazza scoppiò a ridere. In realtà non aveva detto niente di divertente ed Eleonora non aveva nemmeno compreso molto il senso di quella frase. Sicuramente aveva bevuto una birra di troppo.
«No, guarda che sono serio!»
«Ma che significa, scusa? Non ha minimante senso quello che dici!»
«Invece sì! Sono un bugiardo».
Eleonora era completamente stranita.
«Perché saresti un “bugiardo di prima categoria”? Sentiamo, sono proprio curiosa».
«Ho falsificato il mio curriculum, sono un raccomandato».
Francesco lo disse con tranquillità, non c’era imbarazzo né sul suo volto, né nella sua voce.
«Nel senso che hai scritto di esserti laureato quando non è vero?»
«Ma no, ho semplice aggiunto cose che non ho mai fatto in realtà. Mio padre ha qualche conoscenza per Milano».
«Ah… “qualche”?» Eleonora credeva di essere ormai decisamente ubriaca. Quella conversazione non le sembrava reale.
Finirono la birra, mentre partivano le note di qualche altro classico degli anni ’80.
«Andiamo?» le chiese Francesco.
«Sì».
 
Non parlarono più di quella serata. Anzi Eleonora trovò un po’ strana e fuori luogo la frecciatina di Francesco.
La giornata lavorativa proseguì tranquillamente. La presentazione fu un successo e, come previsto, Michele se ne prese il merito, nonostante il lavoro fosse dei due ragazzi.
 
Quella sera, Michele la raggiunse nel suo monolocale per trascorrere del tempo insieme. La moglie, Anna, era partita per qualche giorno insieme ai figli, sicuramente in qualche luogo di villeggiatura che Eleonora non si sarebbe mai potuta permettere.
La cena fu breve e si ritrovarono dopo poco sul divano, con un film vecchio di qualche anno che andava avanti senza essere visto veramente.
Eleonora osservò l’uomo dall’altro lato. Aveva quarant’anni ma ne dimostrava di meno, o forse il suo era una sorta di subconscio che la portava ad immaginarsi tutti i quarantenni con la pancia di birra e un accenno di calvizie.
Invece Michele era il contrario. Alto, slanciato, la chioma folta e scura (vi era solo qualche capello bianco che appariva ogni tanto).
Il primo giorno in azienda, quando l’aveva guardata con i suoi occhi verdi e le aveva sorriso dicendole che poteva stare tranquilla perché “per qualsiasi cosa, ci sono io”, Eleonora si era immediatamente sciolta in una pozza informe.
In realtà, nemmeno nelle sue fantasie più remote avrebbe mai immaginato di avere una relazione con il suo capo. Cercava di vivere quella relazione per quello che era: qualcosa di serio per lei, uno svago per lui. Provava a non avere nessun tipo di pretesa nei confronti dell’uomo, che a casa aveva una moglie bellissima e due bambini adorabili. E proprio quando pensava ad Anna, si sentiva terribilmente in colpa. Si considerava una femminista di merda. Proprio lei che andava sempre in giro a predicare temi come la sorellanza, l’aiuto reciproco, il rispetto, una vita che poteva essere vissuta anche senza uomini, aveva finito per andare a letto con uno sposato.
Era ingiustificabile.
«A che cosa pensi?» le chiese Michele.
«Niente di particolare. Sono solo un po’ stanca» rispose lei, risvegliandosi dai suoi pensieri e stendendo le gambe su quelle dell’uomo. Michele iniziò a massaggiarle i piedi.   
«Devo dirti una cosa» disse dopo qualche minuto Michele.
Eleonora lo fissò con anticipazione.
«Oggi sono stato in riunione con il D.A. e tutti gli altri capo gruppo. Abbiamo analizzato il lavoro di tutti gli stagisti e il vostro andamento. Tra i due, Manotti, preferisce te».
Eleonora capì subito, non c’era bisogno di ulteriori spiegazioni.
Manotti, il direttore amministrativo, preferiva lei a Francesco. Finalmente dopo anni di università e tirocini mal pagati, un contratto a tempo indeterminato non era più un lontano miraggio.
Un sorriso a trentadue denti le spuntò sul viso e con foga abbracciò Michele, che rimase sorpreso da quello slancio d’affetto da parte della ragazza.
«Oh, ma guarda che non ti ho detto niente!»
«Ma ovvio! Non sono così stupida!»
Michele la guardò con malizia e un sorriso un po’ infantile «Lo so bene che non lo sei».

___

Nota dell'autrice:

Salve a tutti! 
"Certi amori non finiscono, fanno dei giri immesi e poi ritornano"!
Sono passati anni da quando ho pubblicato una storia qui su EFP, ma non ho mai smesso di usare questo sito per leggere le storie di altri autrici e autori! Dopo tanto tempo, mi sono rimessa al pc per scrivere una storia e mi sento molto felice ed emozionata proprio come tanti anni fa. 
Ci tengo a precisare che questa storia è frutto della mia fantasia, così i nomi e i personaggi presenti non fanno riferimento a nessuno. Non sono ancora convintissima del titolo e il finale deve essere ancora definito, ma non vedevo l'ora di poter pubblicarne anche solo un pezzetto. 

Ho intenzione di pubblicarla anche su Wattpad, quindi se leggendo avete qualche osservazione e/o correzione da fare, siete libere/i di farlo senza l'alcun problema su entrambi i siti. 
Sono un po' arrugginita e non so che altro aggiungere, quindi ci vediamo al prossimo aggiornamento!

A presto :)

 
   
 
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