LEONARD

"Niki per favore muoviti, avevamo l'appuntamento...5 minuti fa" mi lamento dando un'occhiata all'orologio.

Non ricevo nessuna risposta, "Nikilaus" lo chiamo ancora.

Di nuovo nessuna risposta.

Dopo aver aspettato qualche altro minuto decido raggiungere la nostra stanza condivisa.

L'immagine che mi si pone davanti mi spezza il cuore.

Lo trovo davanti allo specchio, è in piedi e contempla quello che resta della sua gamba destra.

La sedia a rotelle vicino.

Sospiro pesantemente per poi  avvicinarmi a lui lentamente.

"Ehi...piccolo" richiamo la sua presenza con cautela.

Quando è nel suo mondo in questo modo basta poco per spaventarlo.

Lo vedo guardarmi attraverso lo specchio, distoglie in fretta lo sguardo.

"Sai, delle volte mi chiedo perché perdi ancora tempo con me?" sussurra Niki all'improvviso.

"Sono solo un cazzo di peso...come tu non mi abbia ancora scaricato è un mistero" continua con tutto l'odio e la rabbia che prova in corpo.

Inizio a vedere rosso.

"Sai una cosa? Fanculo!" stavolta sono io a sbottare, mi guarda confuso e ferito.

"Dillo e basta Niki, non usare la tua gamba come scusa per lasciarmi fallo e basta" lo guardo con sfida.

Adesso basta, è giunto il momento di reagire, non posso permettere che continui a buttarsi in questo modo.

La sua vita non è fottutamente finita cazzo.

"I-io non po-posso..." sussurra, "non riesco a mandarti via" e finalmente incrocia i miei occhi.

"Allora smettila di dirmi che devo lasciati io, testa di cazzo" lo rimprovero, forse sto esagerando ma mi ha portato al limite.

"Scusa..." sussurra rompendosi definitivamente in lacrime "No, n-non lasciarmi..." conclude.

Tira su col naso e cerca di asciugarsi le lacrime, sembra un bambino, è dolcissimo.

Lo prendo tra le braccia, si aggrappa a me con tutte le forse che ha, gli posso un tenero bacio sulla fronte.

Nonostante lo psicologo ci avesse avvisati fa male quando a questi momenti di totale disperazione.

 

NIKILAUS

Rimaniamo per un po' abbracciati, con io che tiro su il moccio del naso e mi asciugo le lacrime nel suo maglione.

Che cosa disgustosa.

Mi sento ridicono ora, so che sono normali questi momenti ma ormai è passato quasi anno.

Il dottor Price aveva detto che questi momenti sarebbero scemati nel tempo.

Per fortuna ho un santo al mio fianco.

Fa male ammettere che non so come mi sarei comportato a parti invertite.

Cosa ho fatto a meritare qualcuno come lui nella mia vita?

Lui c'era prima, sa come ero, non aveva firmato per stare con un monco.

La nostra vita prima era all'insegna della avventura e dei viaggi, una vita emozionante.

Ora è divisa tra casa e ospedale.

Io stesso ero un'altra persona.

Incredibile come un singolo evento, della durata di un secondo, possa cambiare così tanto la tua vita.

"Smettila, sento gli ingranaggi del tuo cervello girare..." mi prende in giro.

Mi scappa un sorriso, poi mi scosto un po' e lo bacio.

Basta un secondo e il desiderio si accende.

"Cazzo, se non fosse per quella stupida visita ti chiederei di scoparmi" sussurro al suo orecchio, poi glielo mordo, so quanto lo eccita.

"Piccolo verme subdolo..." si lascia scappare un sospiro di eccitazione.

"Non possiamo rimandare ancora questa visita Niki..." mi ricorda, alzo gli occhi al cielo ma so che ha ragione.

"Ma sappi che una volta tornati a casa nulla potrà risparmiarti" è una minaccia che sono felice di ricevere.

So bene che questi sbalzi di umore repentini non sono normali, ci sto lavorando, come sul resto.

La strada è ancora lunga, lo so, ma so anche che ho Leo al mio fianco.

Mentre mi aiuta a vestirmi per uscire mi sento più positivo.

Starò bene, staremo bene, solo un passo alla volta, insieme.

 

Angolo Autrice!
Ciao, sono Paola!
Questa è la mia prima storia qui su EFP ma scrivo da diversi anni su Wattpad!
Questa è solo una prova per vedere come và, spero che le mie storie possano piacervi.
Grazie per il vostro tempo!