E lui, che pensava che quegl'occhi non l'avrebbero guardato mai più. Che sciocco illuso, che era stato.

Un cantante gay dalla personalità esuberante ed eccentrica con una assistente lesbica giovane ma esperta nel suo lavoro che non si lascia mettere i piedi in testa, nemmeno dal suo capo. L'accoppiata peggiore di Hollywood che attraverso una strana e maliziosa amicizia riuscirà a far scoprire ad entrambi lati nuovi di loro stessi e del proprio carattere.

Time for Miracles. Adam, cantante agli albori della sua carriera e Tommy, giovane chitarrista spaventato dall'amore. Una storia romantica in stile Adommy che spero vi emozionerà.

Guardò nei suoi occhi da cucciolo color nocciola. C'era qualcosa in quel momento che incrinava la dolcezza e la purezza dei suoi occhi:
Il desiderio. Quegli occhi che chiedevano, supplicavano qualcosa e Adam sapeva cosa e gliel'avrebbe data perché moriva... moriva dalla voglia.

Adam è in concerto con la band e sta per cominciare a cantare l'ultima canzone della scaletta, quando qualcosa interrompe lo spettacolo, sorprendendo tutti.
Sono le ore 0:00, sapete che giorno è oggi?

" sul palco sali' un ragazzo. capelli biondi, occhi abbastanza accentuati, canotta leggera che lasciava intravedere i muscoli. portava a tracolla una chitarra. (...) adam alzò lo sguardo e rimase incantato. "

Inghilterra, epoca Medievale.
L'incontro tra un "giovane sbarbatello insolente vestito di stracci luridi" e il famoso Conte di Rutland.
"Tommy era nato perso, era tra coloro i quali non riescono mai a comprendere quale sia il loro posto nel mondo e vagabondano sicuri che manchi loro qualcosa, nella vana speranza di trovarla. Tommy era nato perso, e sebbene fosse perdizione quella che vedeva davanti a sé, in quel momento era certo d'essersi trovato. Le mani callose e crudeli di un uomo sconosciuto gli parevano unica meta di un viaggio infinito e desiderò morire – per la prima volta in vita sua lo desiderò – piuttosto che rinunciare ad essere un oggetto per quell'uomo sadico e freddo."

Predi la mia mano, non lasciarmi andare ed amami.

La mia esistenza umana finì con uno sguardo; dai suoi occhi di ghiaccio mi lasciai condurre nel lato notturno dell’Eden, e nel buio infinito rinacqui nel suo amore.
[Adommy]

Perché l'Amore, è ciò che rende l'essere umano un po' più giusto, un po' meno fragile, un po' meno debole e un po' meno insignificante. L'Amore è lo scopo vitale di chiunque, è una spasmodica ricerca che ti consuma le viscere e ti logora le interiora, ma una volta trovato, l'amore è ciò che riempie le tue giornate e le colora di mille sfumature sfolgoranti, che dà luce al tuo sguardo e ti rinvigorisce, restituendoti la forza che hai perso in passato. L'Amore guarisce e rimedia a tutti gli errori della tua esistenza. L'Amore ti salva la vita.
E così è successo a Tommy, in quella gelida serata di Dicembre; enormi e cupe nuvole cineree coprivano il cielo notturno, predicendo un'ennesima tempesta di neve e impedendogli la vista delle stelle. L'Amore gli ha salvato la vita.

Tommy è una di quelle persone che incontri una volta nella vita, quando il destino, Dio, il karma o chi per loro decide di farti un regalo, una scintilla che darà fuoco alla tua vita; che, come un foglio di carta bruciato dalle fiamme, si piegherà e si accartoccerà, totalmente in balìa di quell'ammaliante calore. Quella era la sua vita prima di Tommy, prima della sua scintilla e della sua fiamma. Un foglio bianco, in attesa di essere riempito da qualche spartito pieno di note per basso. E lui con il suo sguardo e la sua voce l'ha piegato, l'ha fatto accartocciare su sé stesso e gli ha bruciato l'anima, le fiamme della loro passione che divampavano ardenti.

In un posto molto lontano, vi era un regno, il regno degli elfi. Il cui re, era un elfo dal bell'aspetto. Capelli lunghi e neri, occhi color ghiaccio e le orecchie a punta. Tutte le donne del regno erano innamorate del re, ma lui non era per niente innamorato di loro. Era molto legato a proteggere il regno che innamorarsi di un'elfa.

I won’t regret what I won’t forget
Memories, you smile, your voice, YOU
Are all I have left.
Don't Fly Away, please

Si trovava in giro per il parco, col suo nuovo compagno di giochi, aveva poco più di un mese. Era un piccolo batuffolo di pelo color nero e dagli occhietti azzurri, era un gattino il cui nome era Arthur. Non faceva altro che stargli in braccio e farsi coccolare dal suo padrone, ogni tanto quel batuffolo nero gli mordeva un dito, ma che male poteva fargli essendo ancora così piccino.

mi trovavo distesa su un letto, non era il mio letto:troppo grande, e poi trasudava un odore che mai prima avevo sentito.