Perché? Perché sono costretta a salvare vite? Perché nessuno si preoccupa per me? Salvatemi, vi prego, sto per affondare...

Non sentire

Chissà... Forse la tristezza è figlia dell'egoismo...

[…] Se avessi avuto fede, avrei caldeggiato Dio e il suo mistero.
E tuttavia, preferii non attendere la morte per avvalermi di quel Paradiso […]

Il suo breve passaggio non serviva per annunciare ciò che sarebbe venuto in futuro, anche se poi, purtroppo, è stato dipinto come tale e la sua identità è stata fusa nell'immaginario collettivo con quella di un altro: "un incontro fugace/ con lo sguardo fatato / occhi dolci e suadenti / occhi di un predestinato..." // B-Side: "Reckless love triangle", una poesia scritta qualche anno prima, quando ancora questa realtà non era ben chiara, "I'm loyal to the brand/ you're like another song/ when it's played by the same band..."

“Finestra” deriva dal greco φαίνω (fàino), che vuol dire illuminare. Così come “fantasia”.

"...Attraversiamo l'abisso dell'ignoto, mano nella mano,
In un'odissea senza fine, dove l'universo è il nostro piano.
Oltre le stelle, oltre le galassie, nel silenzio dell'eternità,
Il legame trascende, nell'eterea profondità...".

La fine dell' estate è il crepuscolo di amori rubati tra le onde.

[…] E la neve e il gelo non furono
che un’invenzione – come lo è il tempo
e Dio e la saggezza e l’amore, creati a immagine dell’uomo –

Leggendo l'Eneide l'autore si addormenta e finisce in un terribile oltretomba scritto in terzine ma anti-Dantesco, dove non sono i morti a essere puniti, ma i suoi peccati letterari. Il buon Virgilio, come al solito, recupera la sua funzione di guida in questo inferno laico, traghettandolo da un'anima furiosa all'altra, pronta a randellarlo. Un'opera per ridere, ma anche di riflessione interiore e soprattutto di insulti, piena di personaggi storici.

La depressione è come un' ombra scura che sbiadisce tutto. Non sento niente... Non provo niente... C'è solo il vuoto.

"... Puro, come la rugiada al mattino,
Profondo, come l'oceano infinito.
In esso si specchia la divina creazione,
In esso si dissolve ogni separazione...".

Quel che ricordo di te mi strugge le corde del cuore,
mi si incastra tra i brandelli della mente,
con prepotenza torna a squassarmi l'anima,
proprio come hai fatto tu la prima volta che ci siamo visti.

Ho deciso di dedicare questa poesia all'eroico generale pugliese Nicola Bellomo (1881 - 1945). Pur essendo tutt'altro che rivoluzionario (anzi), è riuscito a difendere Bari dai tedeschi. Si può definire un eroe della Resistenza, nonostante tutto.
Malgrado questo, è stato condannato a morte dai britannici perché ritenuto colpevole della morte di un ufficiale britannico e del ferimento di un altro, durante un tentativo di fuga da un campo di prigionia.
E ha affrontato la morte con uno stoicismo degno di rispetto.
Spero di riuscire a rendergli onore.

Poesia leggera (ma neanche troppo) d'inizio anno.