Il 6 marzo è una data particolare, almeno per David. Peccato che nessuno altro sembra essersene ricordato.

Chloe è una ballerina del Ballet du Marseilles. Una sera, dopo uno spettacolo, incontra David Gilmour e bhe...

Seguito di: "The Dark Side Of The Moon"
“Vuoi aggrapparti a me?”
“Cosa?”
“Aggrappati a me” ripeté lui, questa volta sottoforma di ordine malcelato; Ginger aveva sempre odiato quel tono di comando che il giovane uomo usava spesso quando parlava, ma a Jen provocò l’effetto opposto e la spinse ad obbedire, benché sentisse improvvisamente le guance calde, in netto contrasto con l’acqua fredda che ancora non era stata scaldata dai raggi del sole: gli passò le braccia attorno al collo e si avvicinò un po’ di più, ma senza stringersi contro il suo corpo, altrimenti il rossore sarebbe diventato impossibile da nascondere “meglio? Adesso ti senti più sicura?”.
La giovane alzò lo sguardo e si rese conto che il viso di Roger era terribilmente vicino, come mai prima d’ora; si rese conto che i suoi occhi azzurri erano molto più chiari di quello che aveva sempre creduto, e si rese anche conto che sul naso e sugli zigomi aveva delle piccolissime lentiggini di cui aveva ignorato l’esistenza fino a quel momento.
Deglutì a vuoto nel vano tentativo di inumidire la gola che, tutto d’un tratto, si era fatta secca ed arida, e ciò non aveva

E così sei andato via, lasciandomi con una storia da raccontare.
Tu ce l'hai?

“E adesso?”
“Adesso reggiti forte”
“Che vuoi fare?”
“Ti fidi di me?” le chiese di getto lui; le aveva già rivolto quella stessa domanda nel corso della notte trascorsa sopra il tetto di casa Anderson e, come in quella occasione, Ginger rispose senza esitare.
“Sono uscita di casa in piena notte di nascosto, ho preso un treno per Cambridge e ti ho appena aiutato a rubare una bici dalla casa di tua madre: pensi che avrei fatto tutte queste cose se non mi fidassi ciecamente di te, Syd Barrett?”.
Le labbra del ragazzo si dischiusero in un sorriso.
“Allora reggiti forte, perché stiamo per prendere il volo”.

Riflessione nello specchio del mio armadio.

Brain Damage/Eclipse. Così si conclude uno dei dischi più famosi della storia, se non il più famoso.
E questa è una storia che deve molto a quel disco per tantissimi motivi. La storia di un uomo, della Luna, di una band e di una musica che una volta entrata in testa per molto non ti esce più.
Spero si capiscano tutti i riferimenti nascosti (alcuni anche inseriti con un pizzico di ironia in una storia che è tutt'altro) ma prima di tutto spero vi piaccia anche (e più) come storia in se, perché qualcosa fatto di soli riferimenti al passato è inutile.
"Dei loro nomi non importava. E anche se li avessero avuti, o se lui li avesse saputi, sarebbero comunque rimasti le uniche misere e solitarie macchiette di personalità che avevano nell'anima."

Buio. Solo Buio. Un Buio che quasi opprime, che quasi soffoca, come denso fumo delle ciminiere di Londra, Buio che entra nei polmoni e scorre nelle vene. Poi una voce. “Richard!” la voce di Syd mi chiama da lontano, ma non riesco a vederlo. “Richard…” ora la voce è più vicina, sento la sua presenza dietro le spalle. Mi giro lentamente. Lo vedo davanti a me. “Syd…” vorrei urlare, ma dalle mie labbra non esce che un bisbiglio.

Assenze. Un armadio e un mondo nero.

Un pensierino.

Careful...
careful...
Il lato inquietante dei Pink Floyd. Un esperimento basato su un brano sperimentale.

" E queste stramaledette voci non facevano altro che sbattergli in faccia la realtà: lui era solo"

Nient'altro che inutili riflessioni.
I proverbi non hanno sempre ragione.

"There is no dark side of the moon, really. Matter of fact, it's all dark."