Era come una fiamma vimpante sempre accesa che tuttavia non poteva per alcun motivo ardere.

La canzone Favola dei Modà è così dolce ma allo stesso malinconica.
Mi ha ispirato al racconto di un padre che forse ancora non si rende conto che la propria figlia sta crescendo.
La storia è raccontata attraverso i pensieri della moglie e madre che, al contrario di lui si rende conto che la figlia sta diventando grande.

Meglio morire.

“Amore.”, sussurrò, nascondendo subito dopo il viso tra la sua schiena e il materasso.
Si sentì scottare di febbre. Lo chiamò di nuovo.
“Hm.”
“Sei sveglio?”
“No.”
“Andiamo in spiaggia?”
“Inizia tu, però prima vai un po’ a fare in culo.”
“Come sei turpe.”
“Hai messo su il caffè?”
“Sei bello.”
“Tu sei adorabile, ma lo saresti ancora di più se mettessi su il caffè.”

"It was one of those stupid moments in which he felt that he was part of something bigger. Something mysterious and glorious, and he was just a boy with a guitar and a passion for complicating his own life."

"Quello era uno di quegli stupidi momenti in cui sentiva di far parte di qualcosa di più grande di lui. Qualcosa di misterioso e glorioso, e lui era solo un ragazzo con una chitarra e la passione di complicarsi la vita."
O di come un povero Leo capisce perché ha sempre un certo fiorista baciato dal sole nella mente.

Che cos'è un eroe?
Prima o poi ce lo chiediamo tutti. E ognuno, a modo suo, trova la propria risposta.

Da qualche parte in Italia a metà degli anni Ottanta si aprono parentesi.
Si rubano istanti, si ritaglia un'estate a vite che sembrano scorrere su rette impercettibilmente divergenti.
Si cancellano confini e si disegnano destini, perché la vita non è un compito di geometria.
Da qualche parte in Italia a metà degli anni Ottanta si chiudono parentesi.
[Homer Landmann (OC)/Ole Nissen (OC) – Semi-CMBYN!AU]

Sull'autostrada, di ritorno da una giornata diversa dalle altre, ho alzato lo sguardo al cielo e scorto nubi di panna che hanno ispirato tanti pensieri.

Ennesima storiella in cui un fantasma rappresenta noi, o le nostre emozioni.

La musica, per Adele, è come l'aria. Invisibile. Piena di profumi. Necessaria. Nella musica, Adele ha trovato uno scopo, una voce... anche l'amore, pensa. Un amore che la fa sentire al sicuro, che le dà coraggio, forte come un Dio.
Ma non ha ancora capito che Dio, come l'aria, come la musica, prima di esistere nel mondo deve vivere dentro di noi. E Adele, nella musica, ha ancora un'ultima cosa da trovare: se stessa e tutto il suo valore.
“Se hai paura, guarda me. Se sbagli, guarda me. Guardami, e continua a suonare.”
Prima classificata al contest "No, honey, you don't love me" indetto da Earth sul forum di efp

Una giovane donna, una pianta di rose e un nonno amorevole. In questo racconto tra passato e futuro c'è un solo protagonista: il cambiamento inesorabile che la vita ci propina ogni giorno, possiamo accettarlo o farci travolgere, a noi la scelta.

Commiato di un uomo dalla vita, pentitosi della scelta di andare in guerra piuttosto che condurre un'esistenza normale.
La battaglia è sangue e tormento, dilania il petto e graffia la gola; la lama rossa è pesante e il braccio non riesce a sostenere tutte le vite che ha preso.
Mentre attende la fine e il sole tramonta sul campo di battaglia, un condannato a morte ripercorre la propria scelta, ma non è solo.

La storia è un’introspezione su un mio romanzo non qui pubblicato, ovvero “come la mente e il metallo”. Lo trovate su Wattpad.
Arthur Williams ed Enea – Äneas – Xavier vivono una loro avventura alla ricerca di sé stessi nel volto dell’altro: attraverso questo viaggio avranno modo di scoprirsi nelle loro differenze e nelle loro introspezioni, realizzando ciò che sono singolarmente e cosa diventano in due. Una storia che per chi la racconta sa di dolore, con personaggi mai menzionati che si ritrovano come tessere di un mosaico a fare da ponte tra due mondi diversi, che non sono divisi solo da frontiere.
Ecco “Quando si manifesta l’amore”, che spero susciti anche in voi le stesse cose che io ho provato quando l’ho scritta.

「 Con le gambe a penzoloni giù dal molo e un nodo alla gola, Vic Lacey non guarda crollare il suo elaborato castello di carte. Tutto quello che vede sono le sue vecchie scarpe da tennis bianco sporco dondolarsi appena sopra la superficie del mare nero. Ha le nocche spaccate e le unghie mangiate fino alla carne viva, le guance bagnate e la paura che trema nei polsi, ma non si guarda indietro. 」
Storiella senza troppe pretese scritta per liberarmi delle nuvole nere che avevo intorno.
[TW!menzioni di suicidio]