Disteso sul suo lettino, Ronald sollevò un braccio a mezz’aria. Dal mare si era sollevato un vento tiepido e silenzioso… accarezzava la sua pelle, gonfiava il lenzuolo di cotone leggero. Mosse appena le dita. Il lontano gracchiare dei gabbiani riecheggiò nella stanza, seguito dal fracasso delle onde che si infrangevano contro gli scogli acuminati. Un fascio di morbida luce dorata tremolava sul suo ventre, spezzando la semioscurità. Era domenica. Il mare doveva essere formidabile…
‘’Siamo solo polvere di stelle, siamo solo sospiri nel vento…’’

[Ronnie James Dio]
-Spero che lei stia scherzando! Questo è un furto, un furto, chiaro?!-
Il barista, visibilmente scosso dalla reazione di Mr Capellone, cerca di spiccicar parola e di spiegargli che i prezzi sono quelli da circa il dopoguerra, ma con scarsi risultati.
Mr Capellone si puntella con le mani sul bancone (bel culo, i pantaloni di pelle gli stanno a meraviglia) e grugnisce qualcos’altro contro l’ometto pelato.
Però, che caratterino. E mica male la voce.
Potente, roca.
Ha un che di familiare..
Sorseggio la mia birra e accavallo le gambe, per meglio godermi lo spettacolo, mentre Mr Capellone continua a sbraitare.
-Lei evidentemente non sa chi sono io!-
E per qualche strana ragione, si volta verso di me.
Una stilettata. Il bicchiere mi cade di mano e si infrange miseramente, mentre il liquido biondo insozza il pavimento. Solo per un secondo posa il suo sguardo terso su di me, sul mio rossetto scarlatto, sulla scollatura, sulle gambe accavallate.
In un secondo mi ha fatto la radiografia, per poi tornare a tormentare l’omuncolo.
E io tento disperatamente di tornare a respirare.
Il barista può anche non sapere chi ha davanti: ma io lo so bene.
Oh, se lo so.

Ronnie James Dio Portsmouth, 10 luglio 1942 – Houston, 16 maggio 2010
Era tornata dopo tanto tempo nell’ultimo posto in cui avrebbe voluto cercarlo, dove non avrebbe mai sperato di leggere il suo nome...