Sta solo giocando con me, come il gatto con topo: a volte il ratto viene solo ferito, ma in molti casi viene divorato.
Io sono un topo sul punto di essere mangiato.

Una delle cose che aveva imparato una volta diventato Comandante era che bastava fornire un pretesto ai suoi fighter e ai suoi navigator per averli facilmente piegati al proprio volere. Helios non faceva eccezione: non l'aveva fatta sin dall'inizio, anzi. Era stato così docile e mansueto, così ligio al proprio dovere durante le missioni e nel riferirgli tutto ciò che accadeva sulla Nave, che quasi si era stupito che avesse accettato in modo così esplicito di sottomettersi a lui.
[Starfighter: Eclipse ~ Hayden/Helios] ~ Questa storia partecipa al “Writober” a cura di Fanwriter.it!

Cain e le scelte obbligate che ha dovuto fare.

Encke continuava a fissare dritto davanti a se, gli occhi che correvano veloci sulle varie opzioni mentre la sua mente lavorava frenetica. Quella era senz'altro la scelta più difficile della sua vita e la paura di sbagliare era molta. Prese un lungo respiro e allungò la mano, ma subito la ritrasse e la riportò dietro la schiena assieme all'altra.
< Avanti Encke, prendi decisioni difficili ogni giorno > sussurrò a se stesso e prese un altro lungo respiro, poi allungò nuovamente la mano e afferrò la scatola sulla quale l'occhio gli era caduto maggiormente. La strinse un momento e soppesò l'idea di lasciar perdere, in fondo non sapeva nemmeno lui cosa stava facendo...

Au, vivono tutti sulla terra e Starfighter è un videogioco online
...Sotto il getto d'acqua si rilassò felice, non gli capitava spesso di sentirsi così tranquillo. Amava i giochi online fin da bambino, ma da quando i suoi erano diventati figure di spicco nella società per lui quei mondi erano diventati una sorta di rifugio, solo lì poteva essere se stesso, poteva scherzare e fare battute come gli pareva e piaceva, aveva anche degli pseudo amici a cui poteva raccontare tutto dato che tanto non sapevano chi fosse e chissà poi dove abitavano. Fuori da quei mondi lui era una persona totalmente differente, non rideva mai, non scherzava mai, soprattutto a scuola era più serio e impeccabile di tutti, doveva dare una bella immagine di se per non rovinare quella dei suoi genitori...

..Marciò diretto fino alla porta che gli era stata indicata e ci si fermò davanti, prendendo un lungo respiro. Non poteva credere di essere veramente lì, non quando la guerra era finita e Keeler era stato graziato dalla sua condanna per aver mentito a tutti riguardo la sua malattia. Dovette prendere un altro lungo respiro prima di alzare la mano e picchiettare delicatamente le nocche contro il metallo freddo. La porta si aprì subito dopo ed Encke entrò nella stanza senza però trovare subito il coraggio di allontanarsi dall'uscio se non di qualche passo. Rimase invece immobile, con la schiena dritta e l'espressione indecifrabile.
< Come sta? > chiese semplicemente alla fine e l'uomo che era nella stanza con lui si voltò per osservarlo, il suo viso diceva già tutto. Si sistemò il camice bianco e si lasciò andare ad un lieve sospiro, scuotendo poi la testa...

Può considerarsi un prequel, delle ultime due, oppure, una storia completamente a parte. Vedete voi :)
"Sua madre ed il biondo, erano simili in maniera inquietante. Tutta quella situazione, che si era venuta a creare, era grottesca ed inquietante."

Sequel di "Hai una fantasia?"
"Doveva ammettere, che in effetti vedersi mentre lo facevano era decisamente eccitante, capiva perché Encke avesse quella fantasia."

“Hai mai avuto una qualche fantasia?”
Encke era un po’ imbarazzato e contemporaneamente un po’ curioso, non era da lui fare certe domande, ma si sa i fighters non si tengono mica le cose per loro, meno che meno, quando si tratta di sesso : aveva sentito spesso, per non dire praticamente sempre, dei suoi commilitoni parlare di quanto si sarebbero scopati quel culo, oppure di quanto fosse fottutamente sexy e che glielo avrebbe succhiato volentieri, di quanto si sarebbe sbattuto volentieri quella fichetta sulla nave, piegato a novanta e tante altre perle di questo genere. Nonostante lui non prendesse parte a quel pornografico gineceo, la domanda non poteva non sorgergli spontanea.
...
"Una fantasia, eh?"

«Un gin tonic per favore!»
«Per me un altro whiskey.»
La Principessa si voltò a guardarlo, colto di sorpresa e con gli occhi neri sgranati, prima di metterlo a fuoco e rilassarsi.
«Ciao, ci conosciamo?»
«No, ma mi piacerebbe, soprattutto considerando che mi ricopi le idee per il nome.»
«Come scusi?»
«Beh, Abel, è un soprannome vero?»
«Forse…»
«Mi colpisci al cuore, Principessa. Io sono Cain, e si, è un soprannome.»
«Cain ed Abel eh?»

«Io ti vedo Deimos, davvero!»
«Tu vedi quello che vuoi vedere di me.» la voce diretta, bassa, ma chiara nonostante il suo tono fosse di solito flebile. Non era insicuro, lui non lo era mai, eppure appariva sempre così, probabilmente anche quella era una scelta di qualcun altro. «Non è vero. Io non ti vorrei diverso da ciò che sei, non lo farei mai!»
Sorrise debolmente, l'altro ragazzo, scuotendo un poco il capo. «Lo faresti invece.»
[Starfighter: Eclipse ~ Helios/Deimos]

La pena che prova non ha più confini: se stesso, il Navigator, l’idea che Abel non avrà mai lo stesso sguardo imbarazzato e confuso che hanno i suoi compagni quando entrano in questo ufficio, consci solo a metà di ciò che li aspetta.
[Comandante Cook/Navigator]

Non parlare non significa non provare emozioni.
Non provare emozioni non significa non soffrire.

-Abel mise i palmi sul suo petto, cercando di allontanarlo per scappare dal bastardo tentatore, quando sentì la presa attorno alla vita farsi più stretta e i suoi palmi premere maggiormente sul petto. "Principessa, dove credi di scappare? Prima dammi un bacio."-