Subdole voci interiori ricordano ad Oikawa i suoi fallimenti e lui, nella speranza di metterle a tacere, si allena a più non posso cercando di migliorarsi. Quando arriva il silenzio, però, arriva in un modo che mai Oikawa se lo sarebbe aspettato.
[Questa drabble partecipa alla “The Great Monster Drabble War!” indetta da Shireith sul forum Ferisce la penna]

Dal testo: - “Com’è che riesci a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno?”
“Me lo hai insegnato tu” -
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Dal testo: - Una sera di pioggia tornando a casa dal lavoro, Akaashi aveva trovato un micetto fradicio e impaurito, non aveva avuto cuore di lasciarlo lì, così lo aveva preso e messo dentro il giaccone portandolo a casa. -
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1. Ossi di seppia: Avevi paura delle cose intere – inspiegabili – e di quegli ossi di seppia lasciati a macerare sul bagnasciuga, che poi divenivano sabbia bruna, appiccicosa.
2. Satura: Che quel ticchettare scoordinato ti masticava il cervello – il tempo non lo temevi, perché non hai mai saputo misurarlo (tutti quei sogni di carta straccia).
3. Le occasioni: C’erano poi tutte quelle volte (tantissime, in verità) in cui eri rimasta in silenzio.
Perché avevi ancora paura di una marea di cose, dicevi.
[Kiyoko Shimizu | Partecipa alla "The Great Monster Drabble War!" challenge indetta da Shireith sul forum Ferisce più la penna]

[SakuAtsu]
Ovvero: di due momenti in cui l'uno consola l'altro e di uno in cui festeggiano insieme.
STORIA GIA' COMPLETA
"Come si fa a gestire una delusione? Una sconfitta?
Perché potranno anche dirti che sei uno degli alzatori migliori, se non il migliore, sulla piazza ma la verità in quel momento è che hai perso. Hai fallito. Certo, uno competitivo come te domani sarà già proiettato alla prossima sfida, ma ora brucia, fa male.
Cos'ha detto poco fa quel vostro supporter sugli spalti? Che una bella partita va sempre e comunque applaudita e apprezzata.
Ahhh, c#zzate! Cosa te ne fai di saper di aver giocato bene se dovete tornar a casa?
E come dimenticare poi che aveva appena fatto LA figura di m£rda colossale davanti al suo ragazzo?[...]"
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Dal testo: - Keiji svoltò l’angolo e rimase fermo appena dietro al muro, quando anche l’altro uomo girò esclamò “Perché mi stai seguendo?” -
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Il terzo anno di liceo non risparmia nessuno: persino Kageyama Tobio, notoriamente apatico e fissato con la pallavolo, non può sfuggirvi.
Presagi di un futuro imminente riusciranno a fargli apprezzare anche altri aspetti della propria vita? Sarà in grado di gestire il tumulto di emozioni che lo travolgeranno, o ne sarà semplicemente sopraffatto?
E se vi dicessi che basta un manga per sciogliere i nodi di passaggio dall'adolescenza all'età adulta, ci credereste?

Sequel di "La spia del Karasuno", di cui consiglio la lettura, inizia dall'episodio dell'anime dal titolo "Il terzo giorno".
La ripartenza dopo la sconfitta mi è piaciuta molto ed ho pensato di raccontare alcuni momenti della storia attraverso il punto di vista della giovane Yoshiko e non solo.
Nata come one-shot ho deciso di proseguire questa storia tra il senpai Sugawara e la sua primina.

Dal testo - “Da quanto non giochi?” domandò pentendosi immediatamente di aver pronunciato quelle parole, nel vedere Hinata stringere forte tra le dita il tessuto dei pantaloni della tuta.
“Un anno, tre mesi, una settimana e due giorni” -
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"But even if it was only for a short while, we were there too. We too played volleyball."
1- Tanaka (sabbia)
2- Akaashi (orologio)
3- Daichi (silenzio)
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[POV Osamu] [tanto fluff familiare]
Atsumu è stato selezionato per rappresentare il Giappone alle Olimpiadi sfiorando la vetta del mondo. Osamu è fiero di lui, ma non per questo deve farlo vedere.

Dal testo: - “Non siete sorpresi?” mormorò e Osamu scoppiò a ridere scuotendo la testa “State insieme dalla terza liceo, convivete da cinque anni, avete organizzato questa merenda era abbastanza chiaro” -
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[KageHina][Time!Skip]
"Tobio, dopo anni che si conoscevano e altrettanti che stavano insieme, si era ormai più che convinto che Hinata fosse davvero la persona più incredibile che avesse mai incontrato in vita sua. E dire che di persone strane, bizzarre per essere gentili, ne aveva conosciute in ventidue anni di vita.
E, sì: poteva anche affermare con sicurezza che amava tutto di lui, anche i suoi difetti (perché Shoyo ne aveva, eccome se ne aveva!).
Però c’era una cosa che mandava letteralmente via di testa Tobio. Ecco, non ce la poteva fare[...]"
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[SakuAtsu]
"Ok, quella era indubbiamente una giornata “no”.
E prima che a Kiyoomi stesso, era chiaro ad Atsumu. Che però non avrebbe invaso lo spazio del proprio compagno, almeno fino a quando non sarebbe arrivata una richiesta diretta. Che solitamente in quelle giornate non tardava ad arrivare[...]"
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Gli allenamenti al training camp di Tokyo sono terminati e qualcosa è profondamente cambiato tra Tsukishima e Yamaguchi dopo quello scontro a muso duro sotto il porticato dello Shinzen.
Questo racconto è il primo della SERIE "SEI SOLTANTO MIO" che racconta l'evoluzione dell'amicizia tra Tsukki e Yama.