Era una fredda giornata di settembre nella mia città, una tranquilla cittadina alla periferia di New York, Weehawkeen era la classica periferia, tutti conoscevano tutti e non c’erano mai casi strani come omicidi o scomparse, era un semplice paese lontano dalle luci offuscate di New York, e io ci vivevo bene. Camminavo come al solito fra i corridoi del Weehawkeen High School, fra una lezione e l’altra non mi capitava mai di parlare con qualcuno, tutte le mie amiche occasionali avevano le proprie migliori amiche, erano fatte così, venivano da me quando l’altra non c’era, ero la ruota di scorta insomma. Arrivai al mio armadietto con ancora gli auricolari nelle orecchie, non mi interessava se la preside mi avrebbe visto, in quei due anni ci ero stata tante di quelle volte nel suo ufficio che ci avevo fatto l’abitudine, mi chiamava ribelle, ma io mi limitavo semplicemente ad essere me stessa e a far capire alle persone quando una cosa mi piaceva o no –Janet!- sentii il mio nome urlato da qualcuno e mi guardai intorno, quasi dimenticavo, mi chiamo Janet, ma tutti mi chiamano J oppure Jane.

Ai miei bersagli--

Non penso vi sia mai capitato ciò che era capitato a me, e se vi è capitato vorrei sapere cosa avete fatto voi, comunque questa è la mia storia...

Mi sedetti di fronte ad un uomo per poi ordinare da bere.
Quel tizio, come tutti gli altri, non aveva un volto, o almeno non lo aveva lì dentro.
...
"Ha paura?"
"No, dovrei?"

Girami una sigaretta e non fare domande che ne ho già abbastanza.

"Ho conosciuto davvero un ragazzo che si chiamava Catullo, e per un po’ ha vissuto con me. Scriveva poesie, le scriveva sul serio, e me le faceva leggere quando ero ubriaca così che mi sembrassero tutte bellissime.
Una volta mi ha guardato con i suoi occhi selvaggi e mi ha detto: “Mi sono innamorato.” Io ho scosso la testa, ho riso. “Catullo! Pure tu? E allora siamo nella merda entrambi!”
Ha riso anche lui e poi ha ripreso a leggere il suo libro."

Pensieri random a mezzanotte su fogli di carta vecchi e stropicciati.

Il pubblico dona tutto, ed è l’ unico a ricevere: parla di parole riflesse, quando esprime il proprio parere.
Presunzione metaletteraria.

"Acida, la verità che porti."

Rosa si ritroverà a passare un 15 Ottobre particolare...

Il senso lo troviamo nel giudizio che siamo disposti a elargire al nostro prossimo, senza badare alla nostra piccola trave, che forse annebbia un po’ troppo la nostra vista.

Boh.....avevo voglia di scrivere.....non so di cosa....ma scrivere......

Andiamo di corsa e siamo sempre occupati. Per chi o che cosa trovate comunque tempo?

"Ci metterò del tempo, molto tempo, per capire, per accettare e per digerire il boccone. Ti guarderò con occhi diversi."
Certe cose, se potete, non confessatele mai.

La fine di una storia, della nostra storia. Mancherai, non poco, non raramente.