Buon Natale alla bellissima alister_!
"Noah si imbronciò. Quando faceva quella faccia era tutto sua madre. Del resto Gabriel non aveva mai fatto smorfie simili nemmeno quando era bambino, e per quanto Nathan insistesse nel dire che Noah era la sua copia sputata, il piccolo stava venendo su come un clone di sua moglie."

Non era la prima volta che una donna puntava sull'uomo sbagliato, ma lei aveva avuto proprio sfiga.

(Sylar/Elle, what if? post 3x11)
Dopo ventiquattro anni passati ad essere solo un burattino dell'Impresa, restare senza burattinaio l'aveva lasciata del tutto disorientata. Nel caos tempestoso di una normalità irraggiungibile e di una solitudine insopportabile, si era aggrappata disperatamente allo scoglio più solido che aveva trovato – poco importava che si trattasse dell'assassino di Bob.
In fin dei conti, è possibile un cambiamento per chi si è macchiato di tanti delitti?
[Terza classificata, Premio Trama e Premio Fangirl al contest Storia d'Ammmore di Dark Aeris]

“Togli le cure di una madre al cucciolo e quello crescerà estraneo all'affetto. Aggressivo. Sociopatico.”
Elle lo guardò dritto negli occhi. Erano di una limpidezza spaventosa. “E' la tua scusa?”
“A me piace uccidere. E' una questione fisica.”
“E godi mentre lo fai?”

"Tu sei Sylar! Tu ammazzi la gente per rubargli i poteri! Come accidenti fai a non ricordarlo?!"
“Hai bisogno di uno psicologo, non ci stai tutta con la testa!”
Erano le dieci del mattino. Erano soli in un motel sconosciuto, su una superstrada di cui non ricordava nome e numerazione. E lui non era Sylar, l'uomo che le aveva rubato il potere nel modo più cruento che riuscisse ad immaginare, ma uno sconosciuto senza memoria che l'aveva abbracciata nel sonno. Poteva reggere. Alla sua mente piaceva pensarla in quel modo. Le sopracciglia di Claire si contrassero in una linea unica. “Si, eh? Ora ti faccio vedere io.”

Sette scalini tra Claire e Gabriel. Sette gradi di differenza da superare.

Raccolta di drabble sul terzo volume.
#1 Perfect imperfection [Claire Bennet]
#2 Searching for exceptionality [Mohinder Suresh]
#3 Unused names [Elle/Sylar]
#4 This who I really am [Elle/Sylar]
#5 Brotherhood [Peter/Sylar]

E poi ricorda solo il buio.
[child!Elle]

“Da dove arrivi?”
“Da un istituto di ricerca...”
“E come hai fatto a fuggire?”
“Ho fatto un servizietto ad una guardia di sorveglianza...”
Sylar chiude gli occhi per un istante sperando che sparisca. Lei è la sua nemesi, il passato tornato a tormentarlo. La punizione per tutto il male che ha fatto. “Claire, perchè sei qui?”
"Per una cavia mutante questo posto è il Nirvana... ma se avessi saputo che era opera tua, ci avrei pensato due volte.”
“Se lo avessi saputo, saresti venuta lo stesso. La disperazione fa fare molte cose spiacevoli... anche rimpiangere anche il tuo peggior nemico.”
"Cavolo, mi sei mancato."

Un urlo si scaglio' nel oscurità facendo sobbalzare nel cuore della notte Peter in preda al panico e in lacrime "Ehi calmo calmo" gli disse Gabriel abbracciandolo e accarezzandogli i capelli sudati "Perché di nuovo, perché'?" si domandava singhiozzando, "Cerca di stare calmo" continuava a tranquillizzarlo"Come faccio, io non riesco a stare senza di lui, siamo stati insieme per tutta la vita.......

[LYDIA]
Eccomi alle prese con un nuovo fandom!
Questa è la prima ff che scrivo sull'universo di Heroes.
ATTENZIONE SPOILER FINALE QUARTA STAGIONE.
Il personaggio di Lydia mi ha colpito sin da subito (ma perché non appare nell'elenco dei personaggi? ç_ç).
Questa one-shot descrive la sua ultima notte e i suoi ultimi istanti di vita.
Spero che vi piaccia!
Bisous *-*

Noah si muoveva tra gli scaffali pieni di carta, cartucce e caramelle, controllava minuziosamente che non mancasse nulla, che fosse tutto in ordine, gli era toccato di nuovo il turno di notte, aveva perso il conto di quanti se ne era fatti di fila, ma non gli importava, non aveva nessuno che lo aspettasse a casa, a casa poi pensava, viveva in un misero monolocale in affitto, in un residence fuori mano, con i pochi soldi della copisteria riusciva a stento ad arrivare a fine mese,

Lo scroscio della pioggia batteva sulle finestre, Nathan era rannicchiato nel' letto di Peter, fissava il vuoto, quel' suono e il suo profumo sull' cuscino suscitava in lui tanti ricordi, da quando era nato e lui lo guardava ancora bambino in culla, la scuola, poi le superiori insieme, il padre un po' dispotico che li ammoniva quando tornavano tardi e poi il fatto che lui in fondo era piu' grande di Peter e il ragazzo si faceva trasportare,