Seto tacque, sentendo come Kano si era irrigidito appena si era avvicinato a lui fino a toccarlo, mentre il suo respiro si era fatto particolarmente affrettato.
La sua mente guizzava in dei 'no' continui, che cercavano di tenerlo lontano.
Ma Seto lo sapeva che l'altro non voleva che gli stasse lontano.
Probabilmente, a forza di mandare illusioni agli altri, lui stesso si illudeva da sé, cercando di non dare segni di cedimento.
Ed infatti era così, quel battere sfrenato del suo cuore gli impediva di stare calmo e di continuare a coprirsi, coprirsi con quella barriera che lo circondava ogni giorno, coprirsi la faccia, il comportamento, i pensieri reali.
Ma Seto individuava tutte e tre, e non per il suo potere.

[Pre-anime ⎸Ene!Centric ⎸Implicit!Shintaro/Ayano ⎸Implicit!Takane/Haruka ⎸300 parole]
I giorni e le notti svaniscono come fumo al vento nella stanza grigia di Shintaro.
Le tende sempre tirate e la porta sempre chiusa, ogni tipo di calore e colore tenuti lontani con estrema decisione.
Non si potrebbe nemmeno stimare lo scorrere del tempo se non fosse Ene a tenere il conto.
{Sesta classificata a parimerito al contest “Flash contest – Il tempo di un tramonto” indetto da Ayumu Okazaki sul forum di Efp}

[Mekakucity Actors]
[Mekakucity Actors]“Tu. Quella tua faccetta compiaciuta. L'ho sempre odiata. Quelle tue battute stupide. Ti colpivo, quel tuo sorrisetto sempre sulle labbra. Eppure sei mio fratello, non dovrei provare certi sentimenti nei tuoi confronti. Sei stato tu a farmi arrivare a questo.
Potevo capire quando mi ingannavi, ma non quando ti divertivi a farmi arrabbiare. Non l'ho mai voluto, ma hai probabilmente suscitato da sempre in me quel sentimento che comunemente viene chiamato odio. Ciò che odiavo ancora di più di te...è che più mi arrabbiavo più continuavi a scherzare, a prenderti gioco dei miei sentimenti.
Ti ferivo fisicamente, avevi lividi ogni giorno. Ma tu facevi di peggio con me. Riuscivi a infilzarmi coltelli nell' anima. Sapevi cos' era successo... Sapevi che dentro di me ci sarebbe sempre stata l'indecisione. Non sarei mai riuscita ad essere una brava leader. Non facevi altro che complicarmi la vita. Sei la cosa peggiore che potesse mai capitarmi. E smettila di chiamarmi fantasma, stupido bugiardo.”