“Capisco perché dici di essere uguale a lei. Solo che non lo sei” sussurrò, ma nel silenzio la sua voce risuonò come amplificata. Si appoggiava allo stipite della porta ancora socchiusa e il suo viso era completamente in ombra, l'unica fonte di illuminazione era la luce soffusa proveniente dal corridoio. Gerard pensò che non avrebbe mai saputo se lo stava guardando negli occhi, mentre parlava.
“Dovresti guardarti quando sei in mezzo agli altri, ogni tanto. Come parli, come ti muovi. Quasi mi spaventi da quanto sembri distaccato, sai? Fai così con tutti, persino con tuo fratello, a volte. Se non sapessi che stai solo fingendo...”
“Cosa ti rende così sicuro?” Gerard si sentiva la vista appannata da un'emozione devastante, che identificò, in qualche modo, come commozione, “Come sai che è finzione, che non lo sono davvero?”
“Perché lo sento, lo vedo quando siamo solo noi due. È il modo in cui sorridi, quello che dici.
Non voglio credere che tu abbia finto con me.
Perché voglio credere che tu non sia come lei, Gerard, ma come me.”

Nonostante la lunga e stancante giornata,Gerard Way non riusciva ad addormentarsi, o meglio..la sua mente era troppo concentrata sul bacio che il piccolo chitarrista della sua band gli aveva dato qualche ora prima.
Usci dal tourbus e cercò di trovare un po di pace guardando le stelle e fumando una sigaretta ma a quanto pare,Frank non ha intenzione di lasciarlo in pace.

I still remember the look on your face lit through the 1.58.
The words that you whispered for just us to know.
You told me you loved me so why did you go away?

Sentì la sveglia trillare. Con un mezzo sorriso, cercò il cellulare per controllare di quanto esattamente doveva averla posticipata quel dormiglione di Gerard prima che Frank se ne accorgesse. Si appoggiò su un gomito e ricordò che Gerard non dormiva più con lui.
Confuso e rattristito da quell'enorme discrepanza scese dal letto e accese la luce. Guardò di nuovo il letto vuoto e le coperte spiegazzate, e si trascinò di fronte alla scrivania.
Prese un pezzo di carta, sentendosi tutte le costole rompersi.

"-Quando una ragazza dice “niente”, in realtà vuole dire tutto! –
Gerard puntò gli occhi in quelli di Frank: - E dove le leggi queste cazzate, su MySpace? Cosa c’entrano con me? –
-Sei la mia ragazza. Quindi hai la psicologia da ragazza. –
La prima frase gli fece scatenare uno strano rumore nel petto."
A volte vorrei solo riuscire a sentirmi a casa, anche solo ogni tanto. - Gerard Way

One Shot scritta perché l'argomento mi affascina.
Senza pretese, vuole solo essere qualcosa che per lo meno vi eviti la noia.
Frerard, naturalmente u.u
*
In un universo parallelo in cui Gerard è un diciannovenne che fa parte di una setta satanica che lo spinge a fare cose ben lontane dal comune senso di "moralità" e Frank è un quattordicenne ancora ingenuo e all'oscuro degli eventi a cui il suo ragazzo prende parte, qualcosa di irreparabile rischierà di distruggere entrambe le loro vite.
*
Nope.

TI BLU.

Ripromise a se stesso che quella sarebbe stata l’ultima volta, che avrebbe imparato a smettere di amare Frank, che se ne sarebbe fatto una ragione. Perché il momento era arrivato, lo avevano sfruttato e avevano capito che due anime gemelle come loro non sarebbero mai potute stare insieme.

Dal prologo:
“Dai Mikey lascialo entrare, è quello nuovo. Ricordi?” dice una voce alle sue spalle. Sorrido a Mikey e lui fa lo stesso permettendomi poi di varcare la soglia. Guardo gli altri visi stanchi che mi guardano con la testa sul cuscino, tutti tranne uno. Lui è già seduto e mi guarda sorridendo.
“Ciao, lui era Mikey. Scusaci ma non ci aspettavamo che arrivassi così presto e lui alla mattina non è molto da compagnia diciamo... Comunque, io mi chiamo Ray, lui è Mikey, quello alla sua destra è Paul e quello lì è John.” Ray mi sorride e capisco subito che diventeremo amici in fretta. Mikey mi guarda assonnato, mi saluta con la mano e si addormenta letteralmente in piedi, per poi cadere sul suo letto. Gli altri ridono divertiti dalla scena e io mi aggiungo.

tratto dal testo: "..Entrò nella carrozza della metro trascinando i piedi. Purtroppo per lui, la stanchezza lo colpì più forte di prima e nonostante tutti i suoi sforzi per non addormentarsi crollò addormentato in un paio di minuti. L’ultima cosa che percepì prima dell’oscurità fu la sua testa che sbatteva contro qualcosa di duro. [..] Gerard spalancò gli occhi all’improvviso facendo sobbalzare anche quella cosa su cui era appoggiato. Una persona. Si era addormentato addosso ad una persona. L’imbarazzo lo assalì all’improvviso facendolo arrossire, mentre il ragazzo accanto a lui sorrideva cordiale.
“è il capolinea” disse semplicemente il ragazzo."
Sono tornata yay! Amatemi u.u [C'è del FRERARD, FLUFF e anche un pò di P0RN per la gioia di tutti.]

“Gerard” mormorò dopo qualche secondo Frank, avvicinando le labbra al suo collo e stringendo un poco la presa attorno al ragazzo. “Mi sei mancato così tanto.”
“Anche tu. Immensamente.”
“Mi è mancato il tuo sorriso, il tuo respiro, il modo in cui ti incupisci quando mangi. Il profumo che emani appena uscito dalla doccia” elencò senza fretta, per poi premere il naso contro la sua spalla e inspirare forte prima di esalare un sospiro tranquillo. “Mi è mancato fare l’amore con te.”

"Perché è vero: soffriamo più nella fantasia che nella realtà, e il confine che segna entrambe le cose è appunto la magia della vita. Sopravvivete, come io ho fatto"

"Caro Gerard,
non so da dove cominciare. Dopo questa lettera, forse, penserai che non ti mai abbia amato abbastanza da restare con te; ti sbagli. Ti amo così tanto Gerard da combattere per te.
Che Dio salvi la mia anima Gerard, che Dio salvi la mia anima per riportarmi a casa, da te.
Perché io lo so Gerard, non siamo che polvere e ombra su questa landa desolata.
Abbi fede Gerard, abbi fede per me.
Aspettami Gerard.
Se mai avrai la speranza e la pazienza di aspettare,
aspetta me."

[Pirate!Frerard - Colonia inglese in Giamaica, anno 1715]
-
Frank si sforzò di ignorare quelle parole, ignorare l'immagine della mano di Way - sempre più nitida nella propria testa -, ignorare quanto tutto ciò gli piacesse.
“Andiamo...”
“Sta' zitto” sibilò, ma scoprì quanto la propria voce fosse impastata di esitazione solo dopo averla sentita.
“Avanti, non sarebbe eccitante? Un pirata e un soldato della marina militare... un'attrazione immorale e irresistibile...”
Tentò di tenere ferme le gambe, improvvisamente tremanti. Era già successo: per freddo, o paura qualche volta. Ma la sensazione che ora stava scuotendo ogni fibra del suo corpo, era totalmente sconosciuta. Gli annebbiava la mente e la vista, gli dava l'impressione di essere fragile come un filo d'erba, gli accelerava il battito del cuore come fosse malato, lo accaldava di frustrazione. Odiava e amava quella sensazione allo stesso tempo, esattamente come odiava a morte quel pirata ma in quel momento desiderò poter cancellare ogni distanza tra loro.
“Sono qui, ragazzo” continuava ad ansimare lui. “Sono tuo se mi vuoi. Non c'è nessuno oltre noi, nessuno lo saprà mai...”