La professoressa
McGranitt cercò di mantenere un’espressione quanto più possibile neutrale, di
fronte ai due alunni che aveva convocato.
Lo studio, il
solito, vecchio studio oltre la statua del gargoyle, era più illuminato del
solito, ma nessuno ci faceva troppo caso. Doveva essere una questione davvero
molto importante, quella per cui aveva convocato loro due, proprio loro due.
Insieme.
Draco agitava
nervosamente il piede sinistro, mentre Harry sembrava tutto sommato più a suo
agio, nonostante la situazione e la compagnia.
- abbiamo bisogno
del vostro sangue, ragazzi. Contro voi-sapete-chi.- spiegò asciuttamente, a
bassa voce la preside, mentre il professor Vitious, vicino a lei, scorreva
nervosamente gli occhietti sui presenti.
- il nostro sangue?
Draco inarcò un sopracciglio. – non intenderete mica dire che volete
sacrificarci, spero.- fece, polemico.
- cielo, no.- la
strega scosse la mano, impaziente. – per “sangue” intendo dire una piccola
quantità.-
- beh…- Harry
Potter si strinse nelle spalle, malcelando il suo stupore. – ne è stato versato
così tanto fino ad ora, che qualche altra goccia non sarà poi questa gran
tragedia…-
La McGranitt si
schiarì la voce, ed i ragazzi si scambiarono un’occhiata, loro malgrado
identica: c’era ancora qualcosa che dovevano sapere, era fin troppo evidente.
come era fin troppo evidente che non sarebbe stato affatto piacevole.
- non hai capito,
Potter… non è solo questione di gocce di sangue. Dobbiamo…- la McGranitt scoccò
un’occhiata a Vitious, che le fece cenno di proseguire. - …unirvi.- terminò con
un soffio.
- unirci?- Draco
arricciò il naso. – che significa, che dovremmo condividere un corpo, o
qualcosa del genere?-
- per l’amor del
cielo, professoressa, mi dica che è uno scherzo.- Harry si aggiustò gli
occhiali con malcelato nervosismo. – non farò mai nulla di simile.-
- no.- la donna
rassettò la gonna, nervosa. – siete fuori strada, entrambi. Ragazzi, io capisco
che ciò che sto per dirvi potrà sembrarvi davvero molto, molto strano. E
piuttosto terribile, in verità. Ma dovete capire che non c’è scelta, e vi prego
di credermi. Abbiamo vagliato ogni possibile soluzione.-
- parli chiaro,
tutto questo mistero comincia ad innervosirmi. Che ve ne fate del sangue mio e
di Potter, e che significa che dobbiamo unirci?-
L’anziana strega
sospirò, ed Harry vide chiaramente che rivolgeva lo sguardo al tavolo con
insistenza, mentre si accingeva a parlare. - significa che dovrete…
procreare..-
Draco quasi si
soffocò con un singhiozzo, Harry semplicemente impallidì come la morte. – che…
che cosa, scusi? -
- hai capito bene,
Potter. Il vostro sangue deve essere unito in una nuova vita.
- ma è…
impossibile.- mormorò il Grifondoro, sconvolto.
Vitious sospirò. -
non lo è. Esiste un modo, in verità. Non è esattamente legale, ma esiste.-
- non… non ci penso
nemmeno!- Draco quasi abbaiò, fuori di sé. – che diamine significa un figlio?
Con Potter? Non è divertente, affatto!-
L’espressione della
preside, purtroppo per loro, non sembrava affatto scherzosa.- lo sappiamo,
signor Malfoy. Ma purtroppo non c’è via di scampo.-
- ma dico, siete
impazziti, per caso?-
Harry si morse un
labbro. – calmati, Malfoy.- mormorò verso il biondo, che per tutta risposta lo
fulminò. – se questa è una qualche congiura, o una delle vostre follie,
sappiate che non intendo reggere i vostri giochi!-
- nessuno è qui per
giocare, Malfoy.-
- ma voi siete
pazzi!- ormai il volto di Draco si era tinto di un rosso vivace. – come… come
diamine potete chiamarmi qui, e venirmi a dire che dovrei fare un figlio con
Potter! Vi rendete lontanamente conto dell’assurdità della situazione?-
- più che bene. –
rispose seccamente la preside. – Malfoy, non sono qui per cercare di
convincervi, purtroppo. Non c’è scelta, il massimo che possiamo fare è valutare
quando farlo.-
Draco si torse le
mani. – Potter… dì qualcosa…- sibilò, ricacciando una goccia di sudore freddo
che cercava di colargli sulla tempia.
Il Grifondoro
sospirò, portandosi una mano alla fronte. - è fuori questione. – lo accontentò,
sforzandosi di essere più calmo e gentile del suo compagno. – signora,
professore, voi non potete chiederci una cosa del genere. È un’assurdità, non
credo serva che ve lo dica.-
- ne siamo più che
coscienti, Potter. – rispose la McGranitt, accorata. – ma purtroppo è anche
l’unica soluzione che abbiamo, per avere a disposizione un’arma in più, contro…
voi-sapete-chi.-
- un’arma? Ma non
era un bambino, fino a un momento fa?- sputò Draco.
- quello che
intendo. – si corresse la preside, con un sospiro. – è che questo bambino, nato
unendo voi due, sarà la nostra arma. -
Harry inclinò la
testa, concentrato. - che cosa vuol dire, esattamente?- domandò duramente.
La McGranitt si
passò una mano sulla fronte. – vedete, ragazzi… come sapete, non sono molte le
armi di cui disponiamo, per questa guerra. Una di queste, però, e il potere che
ognuno di noi ha. E questo potere è una questione di abilità, e di sangue. Il
vostro sangue, nella fattispecie, è il più potente, fra quello di tutti gli
studenti della scuola. Tu, Malfoy, perché discendi da una famiglia antichissima,
e molto… selettiva. E tu, Harry… beh, non c’è bisogno che te lo spieghi. Voi
due perciò siete in assoluto gli alunni più dotati che abbiamo, ed è per questo
che non posso fare a meno di voi.-
Harry aggrottò le
sopracciglia. - non è vero. Hermione ci supera entrambi.-
La Granger ha il sangue sporco.- sibilò Malfoy.
Vitious e Harry si
irrigidirono, ma la preside li richiamò alla calma con un cenno. – quello che
il signor Malfoy dice è deplorevole, ma… in parte vero. Rischieremmo di veder
nascere un bambino senza potere, e purtroppo qui non si tratta di bravura, di
impegno, o di intelligenza. La signorina Granger è una studentessa molto
dotata, ma purtroppo non possiamo fare affidamento su di lei, in un caso come
questo. Le sue non sono doti che vengono trasmesse. Ma il sangue sì. È per
questo che servite necessariamente voi due. Mi dispiace moltissimo dovervelo
dire, ragazzi miei, ma non vi lascerò scelta.-
- per l’ultima
volta, non mi interessa!- Draco si alzò persino in piedi, mettendo in allarme
il professore di incantesimi.- Io non voglio un figlio, ho diciassette anni!-
- ne compierete
entrambi diciotto quest’estate. Aspetteremo fino ad allora.-
- fino ad allora?-
Harry sembrava sinceramente smarrito. – ma mancano solo due mesi. E poi… no…
signora preside, non è fattibile.-
- signor Potter…-
- no. La prego, mi
ascolti. Non mi interessa se esistono formule, o incantesimi, o qualsiasi cosa.
Io non darò vita ad un bambino. Mi dispiace, mi rifiuto, non me la sento.-
- e io pure!-
rincarò Draco. – come potete pensare che io possa… - la sua faccia assunse
un’espressione terrificata. – che… oscenità!-
- lei non dovrà
fare proprio niente, signor Malfoy. – cercò di mediare Vitious. – ci serve solo
il vostro sangue. E dovrete tenervi la mano per qualche secondo, ecco tutto.
Niente di più.-
- niente di più?-
questa volta fu Harry a dare segni di surriscaldamento. – stiamo parlando di
una vita!-
- ne siamo
coscienti. E vi confesserò che siamo i primi ad essere molto perplessi,
riguardo a questa scelta. Che mi crediate o no, coinvolgere dei miei studenti,
chiunque essi siano, in una faccenda simile è una cosa che mi turba
moltissimo.-
- è escluso.- Draco
incrociò le braccia sul petto con aria definitiva.
- ha ragione,
signora…- aggiunse Harry, più mitemente, ma altrettanto determinato. – le
motivazioni di Malfoy non mi interessano, ma conosco le mie. Mi rifiuto di
prendermi una simile responsabilità, mi rifiuto di avere figli con chiunque, e
non sono disposto a diventare padre. Mi dispiace.-
- a me dispiace
molto di più dovervi costringere. Ci serve il vostro sangue, e ci serve unito
in un unico essere. È la nostra ultima speranza, per salvare vite innocenti, e
per fare in modo che questa guerra non si trasformi in un massacro più di
quanto già lo sia. -
Harry si costrinse
a morsicarsi un labbro. – che ne sarà, di questo bambino, una volta nato? Lo
ucciderete? Lo sacrificherete per questa nobile causa?-
Draco rabbrividì,
suo malgrado, mentre la McGranitt si strinse i pugni sul petto, come se avesse
appena ascoltato la peggiore delle bestemmie. – cielo, no, certo che no. Una
volta nato, ci servirà un po’ del suo sangue, per una pozione che il professor
Piton preparerà. Con esso, potremo incantare le bacchette degli Auror, e
moltiplicarne la loro potenza. Inoltre potremo incantare anche dei manufatti
che proteggano edifici, case, e difendano le famiglie di maghi non di sangue
puro. Tutto qui, al bambino non verrà fatto alcun male.-
Draco soffiò. –
tutto qui? E chi si occuperà poi, di lui, una volta che non vi servirà più?
Finirà in un orfanotrofio?-
Vitious sospirò
gravemente.- questo starà ai suoi genitori deciderlo.-
- è da vigliacchi.-
sentenziò Harry, minaccioso. – non potete metterci in mano una simile
responsabilità, solo per del sangue, e poi pretendere che noi decidiamo per il
resto.-
- non voglio
occuparmi di un moccioso.- sibilò Malfoy.
- Non potete non
farlo. Potter, sarò franca. Non puoi pensare di combattere da solo. Lui ha
degli alleati, molti, e ti servirà aiuto, ti servirà il nostro aiuto. E a noi serve
l’aiuto di quell’incantesimo, per poter sperare di avere la meglio. Non c’è
scelta, ci serve quel sangue.-
- quel sangue è
anche mio!- ringhiò Draco.
- e tutti noi ci
auguriamo che tu voglia prendertene cura.- replicò la Preside, rivolgendogli uno sguardo penetrante.
- come osate
pensare che io sia disposto a fare da balia ad un moccioso…-
- perché quando hai
deciso di schierarti dalla nostra parte, Malfoy, hai anche deciso di fare dei
sacrifici, per il bene di tutti. Quel bambino sarà sangue del tuo sangue, non
vedo perché non designarlo ed allevarlo come tuo erede. So che è una questione
molto pregnante, nella tua famiglia…-
- non si permetta…-
- Malfoy, per
favore.- Harry si passò una mano fra i capelli. Sentiva che un violento mal di
testa gli avrebbe squassato le tempie di lì a poco. - non è sufficiente che io
e Malfoy versiamo il nostro sangue direttamente nella vostra pozione?-
- purtroppo no.
Mescolare il vostro sangue non è come unirlo. Sarebbe stato molto più semplice,
altrimenti.-
Malfoy accavallò le
gambe due o tre volte, e si rigirò sulla sua sedia come se fosse stata
bollente. Harry lo guardò di striscio, poi scosse la testa.
- senta… dobbiamo
parlarne, non è una questione che si può risolvere così.-
- se volete
parlare, fatelo. Ma non abbiamo tempo, ragazzi.-
Draco scoccò ad
Harry un’occhiata carica di odio. – io non ho niente di cui parlare…- scandì.-
- ho bisogno di
andare…- mormorò Harry, senza rispondergli. La preside li congedò entrambi con
un cenno stanco della mano, e mentre Harry usciva, sentì solo che stava
ricominciando a parlare con Vitious.