Come faro nella notte
AVVERTENZE:
one-shot
mielosa e caramellosa. I diabetici stiano alla larga! XD
Come faro nella notte
Era il 27 marzo 1977, un giorno che non scorderò mai. Ero
seduto
e avevo il sedere gelato, ottimo modo di festeggiare il mio
diciassettesimo compleanno. Davvero stupendo. Faceva molto freddo, anzi
molto era un eufemismo. Non avevo voglia di andare a quella maledetta festa-non-più-a-sorpresa
che mi avevano preparato in Sala Comune. Certe volte era davvero
difficile essere James Potter.
"Ehi, Potter! Che ci fai qui solo soletto? Non dovresti essere con la
tua ragazza e i tuoi amici?" sbucò all'improvviso quella
voce
femminile e adorabile che mi fece sobbalzare.
"Lily! Così mi fai venire un infarto!" dissi io mentre lei
se la
rideva sotto i baffi. Mi si avvicinò e sussurò:
"Auguri".
Io sorrisi e la ringraziai. Si sedette e prese la mia mano gelata tra
le sue, morbide e calde.
"Non sei felice?" mi chiese. E io le risposi in tutta
sincerità:
"Adesso che sei qui un po' di più". La contemplai e
constatai
per la milionesima volta che era stupenda. Il mio angelo della neve.
"Dovresti essere un pazzo esaltato a quest'ora..." sussurrò
mentre fissava le nostre mani. Poi fece un sorriso sbilenco e mi
guardò di sottecchi.
"Sai una cosa? Mi sto scocciando" dissi e sfilai la mia mano dalle sue.
Lei inarcò le sopracciglia e io mi affrettai ad aggiungere:
"Mi
sto proprio scocciando! Stare qui al tuo fianco e non baciarti. Sto
commettando un crimine!" Lei rise (non la risata da oca che ho
ascoltato da certe ragazze) e io l'attirai a me per baciarla. Ma lei,
da vara sadica, mi mise un indice sulle labbra e disse: "Dovremmo
andare in Sala Comune, qui fa freddo". Io sbuffai e dissi: "In questo
momento non ho voglia di una festa. Ho voglia di te.". Lily
boccheggiò e mi guardò esterrefatta.
"E tu come fai a saperlo?" domandò liberandosi dal mio
abbraccio.
"Lo stanno progettando da un intero anno, è ovvio che io sia
venuto a saperlo. Te l'ho già detto: ho voglia di passare il
mio
compleanno con te e con nessun'altro." dissi bramando le sue
labbra che si mossero a formare le seguenti parole: "Neanche dei tuoi
migliori amici?". Sospirai e intrecciai le mie dita alle sue. Era la
cosa più bella che esistesse al mondo: sentire l'aderire
della
mia pelle alla sua.
"Si può sapere cos'hai?" mi chiese supplicante.
"Ti amo, ecco cos'ho." borbottai fissando ancora il dorso della sua
mano.
"Non m'incanti. Spara." disse Lily raddrizzando la schiena. Io
aggrottai la fronte e la fissai dicendo: "Cheee?"
"Sparare è un termine babbano usato per... Eh, lasciamo
perdere!
Parla. Voglio sapere cosa ti prende per non voler passare il tuo
compleanno con i tuoi amici" disse la ragazza più bella del
mondo cercando di trovare nei miei occhi qualcosa di più del
color nocciola. Mi mordicchiai il labbro inferiore e mi chiusi in un
silenzio ostile. Lei si liberò della mia mano, si
alzò e
come una furia si incamminò verso il castello, le mani
sprofondate nelle tasche.
***
Alla fine obbligai le mie
gambe a
camminare verso la Torre dei Grifondoro. Appena entrai in Sala Comune
ci fu un urlo ("Sorpresa!") e col mio talento di attore mi finsi
stupito e ringraziai tutti. Quando Sirius mi balzò addosso
per
abbracciarmi ne avevo già abbastanza. Una ragazza dai
capelli
rossi era poggiata contro il muro, io le andai vicino e la
presi
per mano.
"Contenta, ora?" domandai secco.
"Non proprio" disse Lily sorridendo e avvicinandosi molto. E quando
dico molto è molto.
Strinse la mia camicia e mi baciò. Un bacio mozzafiato che
durò solo fino a quando qualcuno non fischiò,
ossia nove secondi dopo (so che è stato Sirius, me ne
procurerò le prove!). Il resto della serata fu una tortura.
Avrei preferito baciare Moccios... nonononono! Ma cosa sto
dicendo?!? Era molto
meglio la festa! Quando questa Quarta Maledizione Senza
Perdono finì (a mezzanotte e trentadue) avevo un sorriso
stiracchiato e volevo sparire per sempre. Non riuscii a convincere
Remus della mia "felicità" ma Sirius e Peter ci sono cascati
in pieno. Lily non lasciò la mia mano neanche per un momento
e io le fui grato. Rimanemmo poi io e lei sul divano da soli. Lei era
accovacciata sul mio petto e io avevo sprofondato il viso nei suoi
capelli. Profumavano di buono, come il suo collo o le sue labbra. Ad un
tratto si mise a sedere per guardarmi negli occhi e poi
sospirò. Io le domandai:"Che c'è?"
"Non capisco." mugugnò.
"Cosa non capisci, mio angelo della neve?" le chiesi con una mano sul
collo.
"Ancora con questo soprannome? E poi cosa significa?" si
agitò lei.
"Beh, Lils, è piuttosto semplice. La prima volta che ci
siamo baciati eravamo in mezzo alla neve... E adesso dimmi che
c'è." dissi scompigliandole i capelli. Lei
sospirò di nuovo e disse: "Perchè non volevi
venire qui a festeggiare?"
"Non lo so neanch'io. E poi non è stata male come festa."
mentii fluido, risfoderando il mio talento da attore.
"Davvero?" mi domandò sbattendo le ciglia. Io annuii.
Tornammo alla posizione di prima. Pensai di essere la persona
più fortunata sulla faccia della Terra. Poi Lily
saltò su sorprendensomi e dicendo: "Non ti ho ancora dato il
mio regalo!". Un regalo? Evviva...
"Regalo? Dove?" chiesi cercando di sembrare euforico. E all'una di
notte non è per niente facile. Lei sorrise e corse nel suo
dormitorio, tornò prima che potessi dire "Quidditch". Mi
porse un quadratino foderato di carta regalo. Lo aprii e pregai che mi
piacesse. Era un orologio il cui quadrante era a forma di Boccino
d'Oro; le ali sbatacchiavano debolmente come fosse un vero Boccino.
Risi e dissi: "E' stupendo!". Ed ero sincero.
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto!" disse Lily, serena della mia
reazione. La baciai senza che avesse il tempo di respirare e stavolta
la potei baciare senza interruzioni. Però non contai la
sua... E' veramente odiosa quando fa così. Feci il brancio e
lei ghignò, poi mi scompigliò i capelli e io la
guardai omicida.
"Questo non dovevi farlo!" dissi e le feci il solletico
finché non mi supplicò di smetterla.
"Non ho voglia di andare a dormire" sussurrai.
"Neanch'io ma mi sa che dobbiamo. Domani è
lunedì e ci sono le lezioni..." mormorò in
risposta.
"Solo altri 10 minuti" la pregai e all'improvviso mi sembrò
di avere di nuovo sette anni. Lily assentì. Dopo circa due
minuti disse: "Ti amo da morire, James Potter." Era così
raro che me lo dicesse che lo giudicai un regalo migliore
dell'orologio. Mi abbracciò forte e continuò:
"Prima di rendermene conto ero come una barchetta in mezzo al mare di
notte. C'era una lanterna ma non bastava. Poi questa lanterna si
è spenta lasciandomi al buio. Andavo alla deriva e rischiavo
di incagliarmi in uno scoglio e affondare. All'improvviso sei arrivato
tu a illuminarmi come... come... faro. Sei come faro nella notte."
Finì e le sue parole mi sembrarono agrodolci. Mi scostai per
guardare i suoi stupendi occhi verdi e le intrappolai il mento tra le
dita. I nostri nasi si sfiorarono e io sussurrai: "Ti amo anch'io Lily
Evans. Forse un po' di più.". E lei sorrise sulle mie labbra.
"Impossibile".
Ehm... dovete farmi
passare una cosa, ne va della mia vita! XD Ho scritto che al compleanno
di Jamie lui sta già con Lily... Ma ciò non
sarebbe possibile perché il diciasettesimo compleanno di
Prongs è alla fine del sesto anno e i due deficienti (che
soprannome affettuoso, eh?) si sono messi insieme solo alla settimo.
*scuote la testa con disappunto* Mi sembrava più bello farlo
così! Non affatturatemi, vi
supplico!
|