a volte un dono...possibili epiloghi

di artemide82
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Epilogo 1

 

Epilogo 1

 

La donna avanzava stremata. I passi pesanti e incerti che risuonavano nella via deserta.

 

Finito…era tutto finito.

Voldemort era stato sconfitto.

Harry l’aveva ucciso.

 

Tutti avevano combattuto. L’intero mondo magico aveva vinto la sua paura ed era insorto contro l’Oscuro Signore, affrontandolo, chiamandolo finalmente con il suo nome.

I pensieri della donna risuonavano nella sua mente come l’eco dei suoi passi:

 

Povero, sciocco Tom Riddle. Tutto questo sogno di follia e potere per mascherare il tuo unico, vero obbiettivo: rinnegare la tua parte umana, strappala da te come un cancro trasmesso da quel padre tanto odiato…diventare immortale…quanto invece in questo tuo proposito hai dimostrato le tue fragilità di piccolo uomo…

 

Come tutti quanti.

 

I Mangiamorte…stolte creature che si sono resi schiavi del nulla per una luce di potere solo riflessa…briciole…per tenerli in tuo potere.

Molti si sono semplicemente arresi, o hanno tradito quando si sono resi conto che Voldemort ormai stava per capitolare.

Altri no…altri ci credevano davvero alle assurde tavolette sulla superiorità del sangue, sull’epurazione… e sono morti.

Come Bellatrix…ma per lei è stato diverso…lei VOLEVA credere.

Donna innamorata.

 

Harry ha ucciso anche lei.

Ha vendicato Sirius.

Ma non credo che questo lenirà il dolore. Se mai lo farà sarà l’ebbrezza di un momento.

Purtroppo per lui se ne accorgerà presto.

 

Harry, Harry…che destino crudele il tuo.

Tante responsabilità in un animo ancora così fragile.

 

Non sarai mai felice, Harry. Non sarai mai nemmeno sereno.

 

Parlo per esperienza personale.

 

Nessuno di noi lo sarà più. Le nostre anime sono troppo sporche.

 

Ed io…sono così stanca.

Tutti sono a festeggiare per le strade stanotte, ed io voglio solo essere sola.

Voglio stare da sola ad invidiare chi è morto.

 

Perché non riesco a credere che una radiosa alba di un radioso futuro sorgerà domattina.

 

La pioggia cominciò a scrosciare copiosa, grosse gocce che ammaccavano il corpo.

La donna arrestò i suoi passi alzando gli occhi verso il cielo giallo della notte di Londra.

 

Lasciò che la pioggia le lavasse il viso pallido e tirato, scosse appena la testa perché il cappuccio del lungo mantello che indossava scivolasse all’indietro liberando i capelli spettinati. Sporchi.

 

Cercò di trarre un respiro profondo ma nessuna brezza fresca entrò in lei purificandola.

 

Cercare una catarsi…una catarsi impossibile

 

 Le lacrime cominciarono a scendere copiose sul suo viso. Le sentiva bollenti sul viso bagnato di pioggia.

 

Un grido: penetrante, lacerante, di animale ferito, mentre una bianca luce si irradiava da lei illuminando per un lungo attimo il vicolo buio e deserto.

 

Crollò a terra, continuando a piangere e singhiozzare.

 

Finalmente…finalmente riusciva a piangere. A levarsi di dosso quella tetra rassegnazione, ad urlare il suo dolore, la sua rabbia. A cercare una speranza cui aggrapparsi per tornare a vivere.

 

Restò a  lungo a piangere sulla strada bagnata, poi i singhiozzi lentamente si placarono.

E fu silenzio.

 

Solo allora la figura ammantata di nero si mosse. Aveva assistito a tutta la scena. Attendendo il momento giusto.

 

I suoi passi  sicuri raggiunsero lentamente quel corpo immobile sotto la pioggia.

Poi, facendosi forza, Severus Piton alzò gli occhi per guardare il volto della donna che amava.

 

Era smagrita, pallida, sporca, due profondi cerchi viola le segnavano gli occhi.

Probabilmente anche lui aveva questo aspetto, ma i suoi occhi erano accesi da una ferma determinazione.

 

La donna si era accorta che qualcuno le si era fatto vicino. Ma non se ne curò.

Restò semplicemente immobile, gli occhi chiusi, mentre il suo corpo tremava per il freddo.

 

Due parole appena mormorate, niente più che un sussurro nella notte coperto dallo scrosciare della pioggia sulle lamiere, e cassandra sentì una sensazione nota: un bruciante dolore al suo fianco sinistro.

 

Aprì lentamente gli occhi guardando incredula e disperata il volto pallido e sporco di sangue di quell’uomo chino su di lei.

 

-         Andiamo…

Le disse semplicemente prendendola in braccio ed incamminandosi verso la fine del vicolo.

Cassandra si sorresse alle sue spalle, posando una mano alla nuca di severus, nascose il viso sul suo collo e silenziosamente ricominciò a piangere, mentre lui la stringeva più forte.

 

Portandola via.





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