Ciao, addio.

di Emma Wright
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Vi credete davvero migliori di me?
Come se non vi sentissi. Come se fossi così stupida da non capire.
Vi ho guardato per anni.
DoloreVoglia di vivereAmmirazioneSolitudineRabbiaSorrisi amari.
Poi, più niente. Vedo il modo in cui sussurrate al mio passaggio e non posso fare a meno che sospirare. Per quanto tenti e ritenti, c'è sempre qualcosa di sbagliato in me.
Sono io, sono sempre stata io.
Vi definite persone vere, tipi in gamba. Ve ne fregate bellamente, siete troppo superficiali per capire.
Ah, la superficiale sono io, già.
Mi servirebbe solo un po' più di coraggio per potervi urlare in faccia. Gettate la maschera, per una volta. Eppure continuereste a ridacchiare, ghignando tra voi, imperturbabili. Al diavolo.
Mi sarò anche inventata un altro mondo per cercare di somigliarvi, ma almeno ci ho provato.
Niente.
Ogni volta.
Perchè, alla fine, anche la pazienza umana ha un limite, per quanto voglia uscirne tutto resta freddo e vuoto.
E io ho smesso di sognare.





Amen, mi sono sfogata.
Quel qualcuno con cui farlo è stato lo schermo di un computer, con tanto di tastiera, e l'editor del sito, non ho avuto nemmeno il tempo di utilizzare il mio amato Word.
Magari un giorno riderò di queste parole, lo spero con tutto il cuore.
Magari.




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