Incontro, scontro e matrimonio

di M4RT1
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Cara Lily,
qui ad Hogwarts la cosa si fa seria: le materie sono sempre di più, sempre più difficili e soprattutto sempre più noiose. Sì, so che non potrai mai concepire che fare incantesimi possa essere noioso, ma ti assicuro che passare un’ora intera a tentare di far spuntare i baffi a James Potter non è piacevole.
Ho saputo che stai scegliendo l’Università: sono sicura che non avrai problemi, ma scegli bene!
Tornerò a casa per Natale e ti porterò quelle Cioccorane che ti piacciono tanto.
Ora vado perché Sirius Black (un altro deficiente della mia classe) sta cercando di rovesciarmi in testa una boccetta di Inchiostro Cambiacolore.
Un bacio anche a mamma e papà.
Con affetto, Tunia.
 

Lily rilesse la lettera un paio di volte, poi la poggiò sulla scrivania: era abituata a ricevere scritti del genere, dove sua sorella si lamentava a causa delle lezioni troppo noiose, delle pozioni difficili e dei compagni stupidi, ma non ci aveva mai fatto l’abitudine.
-Lils! Tunia ti ha scritto?- chiese sua madre dalla cucina.
-Sì, mamma!
-Cosa dice?
-Il solito…
-Fare pozioni non è poi così divertente?- domandò suo padre, intento a leggere il giornale.
-Per me resta uno spasso!- ribattè la madre.
Ed eccoli lì, di nuovo a litigare sulla sorte della loro primogenita.
Lily sospirò e prese il cappotto.
-Dove vai, cara?
-Esco!
Il padre la guardò, soddisfatto:
-Ah, la nostra Lils! Da quando quel Piton è partito, tutto va molto meglio!
La ragazza salutò la madre e uscì, un po’ stizzita.
Erano passati quasi sette anni da quel mattino, quello che sconvolse le vite degli Evans e dei Piton in una volta sola.
 
*-Lily! Lily! Quel Piton aveva ragione! Guarda, Lily!
La bambina dai capelli castani, quella più grande, corse verso la sorellina stringendo un foglio tra le dita sudate.
-E’ lei?
-Sì!
Aveva sorriso, Lily: non riusciva ad essere gelosa della sorella, non ancora…*
 
Da quel giorno Lily e Severus si erano frequentati sempre meno.
Il giorno della partenza Severus aveva dato un bacetto sulla guancia alla più piccola delle Evans, ma poi era entrato nel treno con Petunia.
E lei era stata esclusa dal loro mondo.
Non era arrabbiata: in effetti, si ripeteva, non era colpa di nessuno.
Era solo il destino: sua sorella era strega, lei no.
E Severus sì.
-Ciao, tu sei la sorella di Petunia?
Lily, persa nei suoi pensieri, sobbalzò alla vista di quel ragazzo.
-Chi sei? Cosa vuoi da me?- chiese, sulla difensiva.
-Sono Sirius Black!
Per un attimo la ragazza pensò di stare sognando: un mago fuori casa sua? Roba da non credere!
-Tu sei… tu stai in classe con mia sorella!- esclamò, non appena riuscì a riprendere la parola.
-Sì! In effetti mi ci ha mandato lei, qui!- rispose il ragazzo.
Aveva capelli castani lunghi fino alle spalle, un cappotto un po’ troppo fuori moda per essere credibile e grandi, profondi occhi neri.
Ma le sembrava piuttosto antipatico.
-Ah, sì? E cosa ti ha detto?
-Che le serve il suo pigiama verde!
-Non poteva venire personalmente?
-Ehi! Calma! E comunque… non tutti sono come noi!
Lily la prese come un’offesa.
-Noi? Chi, noi?
-Noi Malandrini!
La ragazza batté le ciglia, ostentando un’espressione attonita.
-E allora?
-E allora, non è che i comuni mortali possano uscire dal Castello come e quando gli pare, lo sai?
Lily non lo sapeva, ma annuì.
-Certo che lo so!
Il ragazzo rise sotto i baffi:
-Sì, sì… come no!
-Senti- gli disse allora lei –Ho fretta e non ho voglia di parlare con te. Se vuoi il pigiama di mia sorella vado a prendertelo, ma poi devi andartene, chiaro?
Lui annuì:
-Non mi aspettavo niente di più gentile, dalla sorellina della Evans!- la sbeffeggiò il ragazzo, seguendola.
-Ehilà, gente! Salve!
Un altro ragazzo, più alto del primo, comparve dietro di loro.
-Ehilà, Ramoso!
-Ramoso?
La ragazza si girò:
-Oh, hai compagnia! Che c’è? Credevi di non farcela da solo?
-Ignorala…- borbottò Sirius, ma in realtà Lily aveva ragione: lui con i Babbani non ci sapeva proprio fare.




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