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Wecome To PageBreeze
Alla fine sono tornata! XD (ma chi
ti voleva NdTutti ù.ù) Occhei...alla fine ce l'ho fatta a far continuare una fan
fiction per più di tre capitoli o_O Non credevo ci sarei mai riuscita XD
Comunque, ancora non ho finito di scriverla, ma ho deciso di cominciare a
postarla anche se di solito non lo faccio, almeno sono motivata a mandarla
avanti XD ( l'ho cominciata da una vita .-.) Oooh, ma quanto mi piacerà
ciarlare?! XDD Iniziamo, và...
Dedicata a una delle mie migliori
amiche, Amy, che mi ha dato l'idea, e alla Lollo, che me l'ha sempre betata e
che ormai è diventata per me un'amica indispensabile per la condivisione dello
sclero ( e che mi ha aiutato a decidere il titolo, decisamente campato in aria XDDD). Vi adoro *_*!!!
CAPITOLO PRIMO
- Hermione, ti ricordi che cosa succede oggi, non è vero?
- sentii urlare una voce nella stanza accanto alla mia, mentre stavo scrivendo
una lettera. Aah, la voce che speravo non si ricordasse di
quella piccola promessa. Mi alzai contro voglia dalla mia scrivania,
e dopo aver spento la lampadina che fino ad un minuto prima mi illuminava il
lavoro, mi diressi nella camera da cui proveniva la voce, con sguardo
sconsolato. Prima di entrare scoccai un'occhiata all'interno; Ginny si stava
infilando degli orecchini guardandosi in quell'enorme specchio che non avevo mai
sofferto, e mi stava restituendo l'occhiata.
- Speravo l'avessi dimenticato - dissi sincera,
appoggiandomi di lato allo stipite della porta, mostrando l'aria più stanca che
ero riuscita a tirare fuori.
- Aha, mi dispiace - mi rispose lei, passando ad
aggiustarsi un boccolo rosso fiamma che le solleticava una guancia. - ma io ti
ospito in casa mia per il tempo in cui tu dai gli esami, e in cambio mi hai
promesso di portarmi in quel centro commerciale tutti i venerdì, ricordi ? - mi
domandò girandosi per guardarmi direttamente negli occhi.
- Come dimenticarselo - dissi io sbuffando, spostando lo
sguardo al soffitto.
- Dài, lo sai quanto mi piace quel posto - disse lei con
voce implorante, mentre passava a mettersi sulle labbra un filo di
lucidalabbra.
- Già - fu l'unico tipo di risposta di cui la degnai.
Girai i tacchi e tornai di nuovo nella mia stanza per mettermi indosso indumenti
un po' più decenti della tuta scolorita che avevo su in quel momento. Presi il
primo paio di jeans e la prima maglietta che il mio armadio mi offrì, senza
perdere tempo a sceglierli. Me li infilai alla velocità della luce, per poi
passare a pettinare i miei capelli, che negli ultimi giorni non volevano saperne
di stare a posto. Dopo cinque minuti ero già a posto, e nonostante la mia
semplicità, guardandomi allo specchio, non potevo dire di non essere
presentabile. Le mie amiche mi invidiavano di essere carina sempre e comunque,
cosa che anch'io, sinceramente, non capivo. Non mi prendevo molta cura di me
stessa.
Afferrai la borsa che tenevo abbandonata sopra il letto e
uscii dalla mia stanza, aspettandomi di dover aspettare ancora Ginny. Invece lei
era già lì, e mi stava aspettando giocherellando con il portachiavi a forma di
cuore che aveva appeso alla sua cintura. Era davvero stupenda.
- Ginny, stai benissimo - le confessai io sorridendole,
mentre scendevamo le scale.
- Anche tu - mi disse lei con un sorriso radioso,
stringendomi il braccio per un attimo. Molte persone che ci conoscevano erano
stupite dalla profonda amicizia che ci legava, probabilmente per il fatto che
eravamo completamente diverse l'una dall'altra; e sinceramente, a volte lo ero
anch'io. Ogni volta che ne parlavamo lei faceva spallucce e continuava a
ripetere che non vi deve essere per forza un motivo per cui due sono amiche. Lo
sono e basta.
- Guidi tu, vero? - mi chiese lei con aria maliziosa,
mentre io tiravo fuori le chiavi della mia macchina dalla borsa.
- Ovviamente - risposi io entrando velocemente
nell'autovettura e accendendola. Lei si sistemò nel posto del passeggero, e non
appena fummo partite disse :- Non essere sempre scocciata tutte le volte che
andiamo lì - disse guardando davanti a sè - sono sicura che ti divertiresti
anche tu, se solo ci provassi -.
- Gin, lo sai che non vado pazza per lo shopping - le
risposi indifferente, aggiustando lievemente lo specchietto.
- Lo so, lo so - disse lei scuotendo la testa e roteando
gli occhi - ma quel posto è così pieno di bei negozi, e soprattutto ci sono dei
ristoranti favolosi...- continuò con aria sognante.
- Ho come l'impressione che tu vada lì solo per mangiare -
le sorrisi io scoccandole un'occhiata in tralice.
- Be', signorina, non sono stata io a prendermi due
porzioni di pasta al pesto al Pesce Blu, lo scorso venerdì!
-
mi rimbeccò lei con un sorrisetto.
- Ma quel pesto era incredibile, non puoi negarlo! - dissi
io ad alta voce, fintamente offesa, senza però distrarmi dalla guida.
- E pensare anche che era un ristorante di mare! - esclamò
lei ridendo, per poi tornare a giocare con il cuore alla sua cintura.
Dopo dieci minuti stavamo già superando l'entrata
principale dell'edificio, forse l'unica parte dell'intero centro commerciale che
mi piacesse. Era un attico enorme e rotondo, dove gli unici negozi presenti
erano bar ed edicole, niente a che vedere con quei noiosissimi negozi di scarpe
e abiti.
- Cerca di divertirti stasera, eh? - si raccomandò Ginny,
dandomi una pacca sulla spalla.
- Non fai altro che farmi girare fra un mercatino e
l'altro, come potrei?! - le feci notare io, ritrovando di nuovo la mia aria
scocciata.
Lei roteò di nuovo gli occhi, cosa che le facevo fare fin
troppo spesso, non mancavo mai di notare.
- Ok, ho un'idea - disse lei, illuminandosi. - oggi
facciamo come vuoi tu. Non entreremo in nessun negozio di abbigliamento, non ci
fermeremo a nessuna bancarella...faremo solo una passeggiata qua dentro. -
- Be', sempre meglio di niente - dissi io prendendola
sotto braccio, aprendomi in un sorriso. Cominciammo a camminare senza una meta
per gli immensi corridoi del centro, guardando le luci in alto di tanto in
tanto. Oltre mangiare, era l'unica cosa che mi piaceva fare, lì
dentro.
- Accidenti, ho sete - mi resi conto dopo qualche minuto,
dopo che degli immensi bicchieroni di Cola mi erano passati di fronte, in mano a
dei bambini cicciottelli.
- Te ne accorgi solo quando vedi gli altri bere - mi
ricordò Ginny, come se ce ne fosse stato bisogno. - Già, e non chiedermi perchè
- la ammonii io, cercando con gli occhi nel posto in cui sapevo esattamente
esserci un bar. Lei seguì il corso dei miei occhi e sbuffò.
- Lì c'è una fila immensa, ci metterai un'eternità. Dài,
prenditi qualcosa al distributore - mi consigliò lei, secca. Vidi anch'io la
macchinetta che intendeva, ed era ignorata da tutti, a differenza degli stupidi
negozi che la circondavano. Sorrisi a Ginny e mi avvicinai al distributore,
frugandomi nelle tasche in cerca di qualche spicciolo. Dopo averli trovati li
infilai dentro e premetti il tasto per avere una lattina di Cola. Niente. La
macchinetta mi rese i miei soldi rumorosamente. Sbruffando appena, riprovai di
nuovo. Sembrava non esserci niente da fare: la macchina mi restituì di nuovo le
mie monete, senza dare segno di funzionare. Imprecai, dandole un pugno debole.
Fu allora che sentii una voce maschile proveniente da appena dietro di me
chiedermi: - Vuoi una mano? -
Restai impietrita, non mi aspettavo che qualcuno mi avesse
notato. Senza girarmi a guardare in faccia il ragazzo a cui apparteneva la voce,
balbettai :
- Questa macchinetta non fa il suo lavoro - Mi rimisi due
ciocche di capelli dietro le orecchie.
- Ci credo, è vuota - notò la voce, divertita. Quando
l'avevo sentita per la prima volta non avevo notato quanto fosse dolce e
profonda. - Prova con questa accanto - continuò, e vidi una mano indicarmi una
macchinetta simile appena un paio di metri più lontana. Maledicendo la mia
stupidità gli dissi, finalmente voltandomi: - Grazie, come ho fatto a non...- e
mi bloccai. Il motivo per cui l'avevo fatto era evidente, e mi stava davanti. Il
ragazzo con quella bella voce era accanto a me e mi stava ancora guardando, con
un sorrisetto sulle labbra. Aveva dei capelli rossi lunghi quasi fino alle
spalle, uno sguardo intenso...ed era da mozzare il fiato. Non c'era altro
modo per descriverlo.
-...notarla - conclusi io con evidente fatica, cercando di
chiudere la bocca.
- Figurati - mi disse lui con un sorriso, prima di
allontanarsi con le mani in tasca. Finchè la folla non lo nascose completamente
non riuscii a togliergli gli occhi di dosso.
- Ehi, Hermione..?- mi chiamò Ginny, passandomi la mano
davanti agli occhi. -che ti succede?-
La guardai con occhi sgranati. - Ma...ma l'hai visto?-
chiesi io senza fiato.
- Quel ragazzo con i capelli rossi, intendi? - chiese lei
confusa, grattandosi una guancia - solo di spalle. Perchè?-
Guardai di nuovo nella direzione dove l'avevo visto
sparire, sperando di vederlo risbucare.
-Era...era stupendo - confessai io, e mi sentii arrossire.
Ginny spalancò la bocca con aria eccitata, esclamando:
- Wow! Un ragazzo che piace a Hermione Granger? Doveva
essere davvero fantastico! - e rise.
- Lo era - confermai io con aria sognante, avvicinandomi
poi alla macchinetta che il rosso mi aveva
indicato.