Meeting Gramps

di SHUN DI ANDROMEDA
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MEETING GRAMPS

Il cortile dell'Amanogawa era deserto quando il Bu si divise, dandosi appuntamento di lì a due ore davanti a casa di Gentarou per pranzo.

C'era fresco e silenzio mentre Kengo e Gentarou camminavano fianco a fianco, senza parlare, verso il magazzino dove il Dizer stava nascosto: erano da soli, gli altri si erano volatilizzati in pochi minuti, Yuki aveva promesso di raggiungerli in tempo per preparare il suo Uchu Nabe ma, fino a quel momento, avrebbero avuto un po' di tempo libero.

Goro-jii ha detto che possiamo portargli la Machine Massigler!” aveva annunciato con entusiasmo il moro, prima di lasciare la Rabbit Hutch: “Ci penserà lui a dargli un'occhiata.”

I due s'intrufolarono di soppiatto nel magazzino, muovendosi a tentoni attorno al grosso mezzo di trasporto alla ricerca della sagoma snella e candida della motocicletta e dei due caschi che avevano lasciato sul sellino solo pochi giorni prima: fu con un movimento rapido e fluido che Gentarou saltò in sella al ciclomotore passando al contempo uno dei due caschi a Kengo e facendogli cenno di salire, movimenti ormai navigati i loro, dettati dall'abitudine di attimi trascorsi senza dire nulla.

Utahoshi sistemò la cartella tra sé e Kisaragi, allacciando poi le proprie mani attorno alla vita del compagno e poggiando la testa contro la sua schiena mentre il moro, sorridendo sotto il casco, inseriva la chiave e faceva partire il motore con un rombo possente.

L'agile ciclomotore sfrecciò fuori dal suo rifugio e attraversò in uno sbuffo di vento caldo il cortile dell'istituto, uscendo in strada e immettendosi nel pigro traffico di quella particolare mattina di metà marzo.

Non restò molto sulla strada principale e ben presto l'ormai allenato pilota virò a destra, immettendosi in una traversa che dava in un quartiere residenziale, popolato da case in tipico stile tradizionale e molto tranquillo.

Il Sole batteva poco sulle strade, lambendo unicamente i piani più alti degli edifici e il cielo, di un intenso azzurro, era l'esatto specchio dell'umore di Gentarou, e di Kengo, il quale però non avrebbe mai ammesso di essere contento di poter stare con il Bu anche fuori dalla scuola, in un contesto diverso rispetto alle battaglie che costellavano la loro quotidianità.

Quando rallentarono, si ritrovarono davanti a casa di Gentarou: Kengo v'era già stato un paio di volte, ci aveva anche trascorso la notte, e non si stupì nel vedere l'anziano tutore del compagno poggiato contro il muro in loro attesa: smontarono dalla moto e vennero accolti dal suo “Sei in ritardo.” rivolto al nipote, che spinse la moto all'interno dell'officina con infantile entusiasmo prima di afferrare il coetaneo per il polso e tirarselo dietro.

Vengono i miei amici a pranzo, cucina Yuuki!” annunciò poi al nonno, prima di scomparire dentro casa e poi su per le scale, lasciando Kisaragi Gorou a osservare il punto in cui stavano i due fino a poco prima con un sorriso sincero sul volto.

Era un bel cambiamento, se n'era reso conto dal momento in cui Gen era tornato a casa dopo il primo giorno di scuola: difficilmente vedeva quell'entusiasmo, quella luce negli occhi quando non parlava del suo Club o di Kengo Utahoshi.

Sospirando, e ignorando i rumori che provenivano dal piano di sopra, si accinse ad esaminare la nuova paziente, sperando che i due smettessero di giocare appena in tempo per accogliere gli amici in arrivo.

E che Gen non uscisse per l'ennesima volta di casa in boxer.





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