Grazie Ino-chan
La ragazzina dai capelli color caramella si avviava verso il luogo dell’
appuntamento con la bionda amica.
Era stata lei che, per la prima volta nella vita, le aveva fatto credere in
sé stessa. Era convinta che fosse la persona migliore del mondo. L’unica che,
invece di prenderla in giro per quella fronte troppo spaziosa, le aveva detto
come valorizzarla.
Non avrebbe mai dimenticato l’ espressione sul volto di coloro che fino al
giorno prima l’ avevano derisa e che non solo l’ avevano riconosciuta ma le
avevano addirittura fatto dei complimenti.
Tutto merito di Ino-chan.
E lei non l’ avrebbe mai dimenticato.
Camminava contenta pensando all’ amica. Quasi saltellava per la strada che
ormai percorreva ogni giorno per giungere al luogo dell’appuntamento quotidiano
con i suoi nuovi amici, quelli che facevano parte del gruppo della bionda e che
l’avevano accettata immediatamente.
Di nuovo merito suo.
……………………….
Non aveva più pianto neanche una volta da quando quell’ azzurro terzo come il
cielo a primavera era entrato nella sua vita, sostituendosi con la sua
spontaneità e naturalezza al fitto velo di nebbia che rendeva ogni giorno della
sua esistenza precedente al loro incontro uguale agli altri, scuro e
indistinguibile.
E solo grazie a lei.
………………………………..
Procedeva per la stessa strada come ogni giorno, ma per la prima volta si
soffermò ad osservare un particolare di quel percorso.
Qualcosa aveva catturato la sua attenzione.
Si trovava innanzi ad un esteso agglomerato di case tutte racchiuse da uno
stesso recinto.
C’era un’ aria molto desolata, quasi sepolcrale, come se la vita si fosse
fermata in quella parte del villaggio. Passava lì avanti ogni giorno eppure non
si era mai accorta di quella che sembrava un paese all’interno del Paese
stesso.
Che strano…è stato sempre qui eppure non ci avevo mai fatto caso…
Stava per oltrepassare quel luogo che ormai aveva esaurito ogni fonte di
interesse, quando l’attenzione della rosa fu attirata da un uno strano verso.
Era un rumore sommesso quasi impercettibile e se non fosse stato per
l’atmosfera di sospensione che c’era lì probabilmente non l’avrebbe mai
sentito.
Poteva anche essere stato un animale a produrlo, infatti sembrava che non ci
fosse proprio nessuno; ma ormai l’ aveva incuriosita e così decise di andare
fino in fondo.
E poi, anche se fosse stato un animale, poteva voler dire che era in
difficoltà, no?
……………………………..
Di nuovo…
Le infondeva una profonda tristezza…quel mugolio le entrava nelle orecchie e
le andava dritto al cuore.
Aveva deciso.
Prese il coraggio a due mani e scavalcò il cancello con un agile salto.
Anche se alle prime armi, era pur sempre una ninja, nonchè la prima della
classe.
Si slanciò per aggrapparsi al ramo di un albero lì vicino…
Si guardò in giro…
Tutto bene fino a adesso, sembra non ci sia nessuno…
Tirò un sospiro per infondersi coraggio e saltò su un ramo appena più in là,
poi su quello dopo e quello dopo ancora, tentando di avvicinarsi a quella che le
sembrava la fonte di quei rumori.
Un altro verso, ERA VICINO.
………………………………
Si fermò.
Aveva visto una figura seduta in mezzo a quello che sembrava un campo di
addestramento privato, pieno di bersagli e ostacoli.
Sempre nascosta tra le fronde di un albero, allungo appena il collo per
distinguere chi fosse.
È un bambino.
Pensò soffermandosi sulla sua corporatura, ancora piuttosto esile e
minuta.
Non riusciva però a vedere il suo volto, poiché lo teneva appoggiato sulle
ginocchia.
……………………………..
Un altro gemito
……………………………
Non poteva sbagliarsi, era lui la fonte di quei rumori.
Sempre più curiosa cercò di avvicinarsi ancora un po’, ma un braccio le
scivolò dal ramo, producendo un fruscio ben udibile in mezzo a quel
silenzio.
Il ragazzino sollevò di scatto il volto ridestandosi improvvisamente dai suoi
pensieri.
Sul viso aveva un’ espressione rabbiosa, digrignava i denti e serrava gli
occhi, quasi avesse voluto fulminare chiunque avesse osato interrompere la sua
profonda riflessione.
Ma la bambina dai capelli rosa non notò la sua espressione: riusciva solo a
vedere quelle due righe di lacrime che sgorgavano dai suoi occhi di pece.
Mentre lo guardava ripensava a quei versi sommessi e capì che altro non erano
che un tentativo mal riuscito del bambino di nascondere il suo dolore,
probabilmente proprio a sé stesso.
Presa dai suoi pensieri non si accorse della goccia di rugiada che le
scendeva solidale lungo la guancia infantile per andare a posarsi su un ramo
dove l’attendeva un verde più cupo e triste di quello del luogo in cui si era
formata.
Anche lui soffre.
Si corresse. Lei non soffriva più. Lei aveva trovato degli amici che la
capivano e la appoggiavano; mentre quel bambino sembrava essere solo al
mondo.
Per un istante si sentì troppo fortunata.
Per un istante le sembrò ingiusto avere tutto ciò che aveva, sapere tutto
quello che sapeva e essere amata da tutti quelli che amava.
Non sapeva chi fosse quel bambino né perché piangesse ma sentiva che
qualunque fosse stata la risposta, in quell’ istante non avrebbe potuto fare
niente per lui.
Si sentì tremendamente piccola…
Diede un ultimo sguardo al bambino che nel frattempo era tornato a poggiare
la fronte sulle ginocchia e a rivolgere la mente a chissà quale doloroso
pensiero, prima di riprendere il controllo delle proprie emozioni e di
percorrere a ritroso la strada che l’aveva portata fino a lì.
Si trovò nuovamente dall’altra parte del cancello e iniziò a correre verso il
luogo dell’appuntamento.
La bionda la vide arrivare da lontano e le fece un cenno di saluto con la
mano.
Appena l’amica ebbe ripreso fiato le chiese:
"Come mai così in ritardo? Gli altri se ne sono andati tutti da un pezzo e
sono rimasta sola ad aspettarti"
"Ehm…ecco…vedi…ho…ho dovuto aiutare la mamma con il bucato e così ho fatto
tardi."disse un po’ titubante cercando di risultare il più convincente
possibile.
"Va bene, per stavolta non fa niente, ma sappi che la prossima volta me ne
andrò anch’io insieme agli altri così quando arriverai non ci sarà
nessuno."
Bugiarda…
Ogni volta diceva la stessa cosa e ogni volta la trovava lì ad aspettare il
suo arrivo.
Sorrise tra sé e sé e pensò a quanto avere una persona che ti vuole bene la
rendesse felice.
Rivolse la mente a quel bambino…
Forse in fondo c’ era qualcosa che poteva fare per lui, qualcosa che la fece
sentire un po’ più grande.
Se gli vorrò bene, forse anche lui si sentirà felice.
…………………………………
"Ehi, ci sei? È più di un minuto che guardi fisso avanti a te sorridendo come
un ebete senza dire una parola!"
Fece la bionda con aria canzonatoria.
"Stavo solo pensando…Posso dirti una cosa Ino-chan!"
"Cosa Satura-chan?"
"Grazie"
La bionda rispose con un sorriso. Poi guardò il cielo:
"Andiamo, sbrigati che si sta facendo buio"
Le disse prima di iniziare a correre lungo la strada.
"Aspettami Ino-chan, rallenta!"
La bionda si fermò, le fece una linguaccia e subito riprese a correre.
Grazie Ino-chan.
Grazie a te ora so cosa vuol dire amare.
Ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!^_______________^(sempre che qualcuno legga questa
ff)
Spero vi sia piaciuta…non sono molto sicura di come è venuta…l’ho letta e
ricorretta almeno 50 volte prima di pubblicarla!!!
Recensite, vi prego!!!!!XD
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