Ehm, salve a tutti.
Ora vi starete chiedendo… chi è questa malata che
scrive su due pittori? Oh si, sono io, Josie.
Questa non è una
storia nata da un pensiero molto normale e soprattutto non da un pensiero
totalmente mio.
L’ho promessa a una
persona, la mia cara beta Plubuffy/GiusA che per questa storia non ha betato…
perché?
Beh, sorpresa! Buona
Pasqua tesoro, l’ho finita appositamente per te!
Intanto ringrazio
Erika per aver sostituito temporaneamente la sopra citata :’3
Anticipo che ho
cercato di essere il più reale possibile in quanto epoca o età, ho apportato
solo una piccola modifica agli anni dei nostri due amati (?) pittori, non
volevo finire per esagerare ecco ^^
Ehm… ora potete linciarmi
pure!
COLORS WAR
-Su forza Leonardo!
È tutto il giorno che lavori!- Era un’ora che lo guardava e Leonardo non lo
aveva degnava né di una parola né aveva staccato lo sguardo da quel muro. Dal
canto suo Michelangelo era un po’ stufo del compagno taciturno che gli avevano
affiancato per quel lavoro lungo e faticoso. Nulla, proprio non riuscivano a
trovare un punto in comune, un qualcosa che li facesse lavorare senza
battibeccare ogni volta che c’era l’occasione e senza le continui chiacchiere e
interruzioni del più giovane.
Ma anche questa volta non c’era nulla da fare, Leonardo
era deciso a finire il prima possibile questo lavoro con o senza di lui, non
aveva intenzione di lavorarci più del necessario. Venivano da mondi troppo
diversi.
-Mi ascolti
Leonardo?! Senza di te non posso andare via, ti prego!- insistette quella
povera voce annoiata ma ormai in parte si era arresa, sapeva che per nessuna
ragione al mondo il suo compagno gli avrebbe prestato attenzione e permesso di
andare. Un sonoro sbuffo e Michelangelo tornò a sedersi come un peso morto su
una sedia con le braccia incrociate al petto e in silenzio…
imbronciato.
E poi ancora un altro minuto e un altro ancora e poi
ancora un altro e il rumore del pennello diventava quasi insopportabile per le
orecchie del più giovane. L’ennesimo sbuffo e l’ennesima occhiataccia truce da
Leonardo.
-Sei proprio un
bambino Michelangelo!- esordì finalmente poi interrompendo quell’apatico
silenzio nel quale si era chiuso ormai da ore. L’uomo si era pulito velocemente
le mani battendole una contro l’altra concedendogli finalmente il via libera,
presto sarebbe stato nella sua accogliente camera senza nessuna seccatura nelle
orecchie.
Ovviamente il viso della seccatura in persona si gonfiò
indispettito, con quella faccia che solo lui riusciva a fare ma che riusciva
sufficientemente a spazientire Leonardo.
-E dai Leonardo,
che ti ho fatto?- domandò il brunetto, che invece
di scappare via come aveva desiderato fare fino a quel momento se ne stava li
impuntato con le braccia incrociate sul petto in
segno di protesta. Era buffo lui, si sarebbe potuto definire persino tenero,
peccato che però lui non si lasciasse sciogliere perfino da questo.
-Vuoi sapere
davvero cosa c’è che non va?- sbottò tutto d’un tratto il pover uomo, il suo limite di sopportazione era molto basso
e Michelangelo sembrava averlo sorpassato già da un bel pezzo. Non sfuggì affatto lo sguardo di sfida che
gli aveva rivolto –Sei un bambino, ecco
cosa sei! Stupido, egoista, indisc…- ma Leonardo non
riuscì a completare la sua lista di insulti, perché qualcosa gli bagnò il volto
e temette di sapere di cosa si trattasse.
-PITTURA?- sbraitò
Leonardo ormai esasperato e sull’orlo di una crisi di nervi. Tante volte aveva
chiuso un occhio sulle monellate del più giovane, ma mai e poi mai avrebbe
potuto lasciar scorrere un simile affronto. E fece una cosa che nessuno avrebbe
potuto prevedere, nemmeno lo stesso
Michelangelo che di burle se ne intendeva: Leonardo prese un pennello carico di pittura e
con un solo gesto secco dipinse una striscia colorata lungo tutta la maglia del
ragazzo.
Michelangelo spalancò gli occhi dalla sorpresa, era rimasto decisamente a bocca
aperta. Un sorriso pericoloso però subito dopo si allargò sul suo volto, uno di
quei sorrisi che fecero intendere al più grande che stava tramando qualcosa. –Oh, no, no, no! Michelangelo, non osare…- ma troppo tardi, un nuovo carico di pittura lo
colpì in pieno.
Leonardo ,quindi, accecato ormai dall’orgoglio stava
facendo proprio il gioco sporco del giovane, ma ormai era troppo tardi per
rendersene conto. No, non si tirava mai indietro soprattutto quando la sfida
era stata accettata! Corse dietro il moro
che deciso a tagliare la corda era scappato via lungo il corridoio.
-Eh no, questa non
me la passi liscia, ragazzo!- esordì sempre Leonardo che ormai punto
sull’orgoglio inaspettatamente bloccò il giovane al muro e con la pittura lo
sporcò da capo a piedi, ormai era
irriconoscibile!
-Cavolo! Guarda
cosa hai combinato, come torno a casa così! Mi prenderanno in giro, mia madre
si lamenterà e…- ma quanto parlava Michelangelo?
Leonardo si stava sinceramente cominciando a chiedere, mentre lo guardava un
po’ allibito ancora bloccato al muro dalle sue possenti braccia da uomo, come
si faceva a spegnere questo coso?
Le labbra del più grande furono attratte da quelle di
Michelangelo e inaspettatamente, da parte di entrambi a dire il vero, si
ritrovarono l’una su l’altra a cercare bramose quel contatto che da tempo
avevano desiderato. Ah, ecco un modo per zittirlo.
-Cosa succede qui?!
LEONARDO! MICHELANGELO!- sbraitò qualcuno entrando nella stanza dove il
pavimento ormai era completamente ricoperto di pittura che i due si erano
“divertiti” a lanciarsi dietro.
A malincuore le labbra dei due si staccarono per
constatare effettivamente quanto caos avessero creato sul “campo di battaglia”.
Gli occhi dei due ragazzi si incontrarono per un breve momento in un sorrisino
complice, Michelangelo osò addirittura ridacchiare.
-Cosa avete da ridere?! E adesso…
PULITE!-
Ok, siamo arrivati alla
fine >.< non mi vogliate male, vi prego 3
Josie.