Lo
so che ho giò una storia in corso su Chris e Darren, ma mi
è venuta l'ispirazione e non ho potuto farci niente, lo
giuro non è colpa miaaa! :(
La storia sarà una long-fic ma non esageratamente lunga.
Ogni capitolo prenderà il nome di una parte del colpo,
finchè la decenza che lo concede ;), di Darren Criss.
Ognuna di quelle parti del corpo che fanno impazzire il nostro Chris, e
delle quali lui cercherà di disfarsi per non ritrovarsi a
stretto contatto con loro.
Ovviamente non è una storia violenta, la definirei
demenziale, ecco. Quello sì.
Spero che vi piacca
Un
abbraccione
BluCannella
Capitolo
1
OCCHI
Occhi. Darren Criss aveva degli occhi.
Due, per la precisione.
Se la questione si fosse fermata qui,
non ci sarebbero stati problemi per Chris COlfer.
Insomma, tutti hanno due occhi, no?
Così come hanno due orecchie,
due gambe, due mani, due sopracciglia, due chiappe, due nas-
No, forse due nasi no.
Comunque, Chris Colfer non aveva
problemi con gli occhi, né con il numero due.
Non era uno di quei maniaci assassini
ossessionati da un numero o da una parte del corpo.
No, Chris aveva problemi con un paio di
occhi in particolare.
Quelli del suo migliore amico.
Gli occhi di Darren infatti, oltre ad
essere due, come appurato in precedenza, erano anche estremamente.. indescrivibili,
ecco.
Ma tentar non nuoce, giusto?
Innanzitutto erano sempre ed
incondizionatamente allegri, non c’era volta che non fossero
accesi e splendenti, anche per la più piccola delle
situazioni.
Come seconda cosa erano veramente
grandi, così grandi che avrebbero potuto fare invidia al
gatto con gli stivali in persona. Anzi, la DreamWorks avrebbe dovuto
pagargli i diritti d’autore per quello sguardo.
Ed ultima cosa, ma non per importanza,
avevano un colore meraviglioso.
Era come se fossero un misto tra
l’azzurro temporale ed il verde prato d’erba.
Meravigliosi, appunto.
Ma lasciando da parte i tentativi
patetici di Chris di trovare un modo per descrivere quell’
impressionante tonalità di colore, la cosa importante era
una, ed una soltanto: Chris Colfer aveva un problema.
E quel problema era che non riusciva a
guardare il suo migliore amico negli occhi senza sentirsi sciogliere o
senza provare imbarazzanti fitte al bacino. Tanto imbarazzanti che, se
fosse andato avanti così, i suoi sentimenti verso Darren non
sarebbero stati l’unica sua cosa evidente. E allora
sì che sarebbero iniziati i guai seri.
E di certo non aiutava il fatto che ogni
benedettissimo giorno Chris fosse obbligato a vestire i panni di Kurt
Hummel, fidanzato perfetto che ha come sport preferito quello di
lanciare occhiate languide a Blaine Anderson, che, nel caso fosse
necessario specificarlo, era interpretato da quel maledetto del suo
migliore amico.
“No! No! NO!” Ryan
Murphy urlava come un forsennato nel suo ufficio, gesticolando
convulsamente e mandando occhiate di fuoco all’ attore seduto
davanti alla sua scrivania. “Non se ne parla!”
“Ma, Ryan”
implorò Chris cercando di sostenere, invano, la sua tesi
“Pensaci! Aumenterebbe la drammaticità, le ragazze
piangerebbero e resterebbero attaccate alla televisione a guardare Glee
tutto il giorno! Farebbe solo bene, aumenterebbe l’
audience!”
Il produttore si fermò dal
suo camminare frenetico, prese un respiro profondo e si
sedette dietro alla sua scrivania.
“Christopher Paul
Colfer” iniziò con delicatezza.
Ahia,
la quiete prima della tempesta.
“MI SPIEGHI PERCHE’
CAVOLO VUOI ACCECARE BLAINE?! E poi cosa? Amputiamo un piede a Finn e
paralizziamo anche le braccia ad Artie?”
Chris tentò di formulare un
pensiero coerente, aprì la bocca, ma tutto quello che ne
uscì fu tutto quello che non ne sarebbe dovuto uscire:
“E’ come nel mondo di Patty! Rimane così
solo per un po’, poi lo bacio e miracolosamente torna a
vedere con la forza del nostro amore!”
“Datemi un oggetto
contundente” sibilò Ryan con il respiro che gli
mancava “Uno stiletto, una lampada, una corda, un- QUALSIASI
COSA!”
Le mani che si agitavano convulsamente.
“Chris Colfer, io ti
UCCIDO!”
Il soprano giocò la sua
ultima carta tentando di convincerlo sfoderando l’occhiata
più dolce che avesse, ma quando si accorse che non
c’era verso uscì dall’ufficio sbuffando
infastidito.
Perché? Chiedeva tanto?
Insomma, non gli sembrava di desiderare la luna.
L’unica cosa che voleva era
che la dea bendata stesse dalla sua parte, solo per una volta.
Un innocente incidentino con la
macchina, niente di particolare, con qualche piccola, insignificante,
conseguenza fisica su Darren.
Per esempio, solo perché era
la prima cosa che gli veniva in mente, la perdita di entrambi gli
occhi; niente di che.
Eh, dai! Era l’unica soluzione
possibile! Se avesse continuato a dover guardare il ricciolo negli
occhi per ogni singola scena Klaine da girare non avrebbe
più potuto promettere di riuscire a reprimere il desiderio
di stuprare il collega al momento.
Senza contare che quelle pazze delle fan
avrebbero dato la vita, letteralmente, per avere un po’
più di momenti intimi della loro coppia preferita
(ovviamente Kurt e Blaine).
Santo cielo, ma dov’erano
finite quelle belle ragazze ben educate che si accontentavano di
un’ occhiata romantica, e che arrossivano e chiudevano gli
occhi anche solo per un bacio? Dov’erano finite quelle brave
ragazze che temevano per la loro virtù?
Ah,
i giovani del giorno d’oggi! Stava giusto
pensando con aria teatralmente nostalgica quando un uragano di capelli
ricci misto ad adrenalina allo stato puro si catapultò sulla
sua strada e gli buttò le braccia al collo.
“Ehi Chris!” lo
salutò allegramente dopo aver sciolto l’abbraccio,
saltellando “Pronto per girare? Ryan oggi ha i nervi
piuttosto tesi, sembra una donna in fase premestruale, sai che gli
è successo?”
“Chi, io? Sapere cosa- Ehm-
beh- NO, ovvio che non lo so!” balbettò Chris
facendosi rosso.
Gli
ho solo appena suggerito di accecarti. Niente di personale.
“Oh beh”
alzò quindi le spalle il ricciolo “Poco male.
Però è meglio correre oppure finisce che ci
uccide entrambi”
Così lo prese per mano e lo
condusse con sé in sala prove.
Non appena varcarono la soglia del set
Chris cercò di evitare inutilmente lo sguardo del produttore
che gli urlò subito di provare il copione mentre lui dava
gli ultimi ritocchi alla scenografia.
“Bene- ehm- quindi-“
iniziò Chris girandosi verso l’altro, imbarazzato
perché sapeva bene qual’era la scena che avrebbero
dovuto provare.
Il ricciolo, dal canto suo, lo guardava
con un sorriso malizioso, avendo notato l’imbarazzo del
collega.
“Nervoso, Colfer?”
Ridacchiò avvicinandosi lentamente.
Chris intanto stava cercando di
respirare profondamente e di continuare nel suo intento di non
incrociare il suo sguardo, sapendo che se lo avesse fatto niente lo
avrebbe più trattenuto dal saltargli addosso, specialmente
in quel momento che erano così vicini.
“N- No”
Balbettò di sconnessamente “Cosa-
Perché dovrei?” Biascicò quindi
cercando di darsi contegno.
“Peccato” si
fermò allora il ricciolo “Perché
conoscevo un modo che ti avrebbe sicuramente fatto calmare.
Sarà per un’ altra volta allora” e
sorrise.
Inutile dire che in quel momento il
prezioso piano di evitare lo sguardo di Darren fallì
miseramente perché, con quella frase pronunciata in modo
così falsamente innocente, i suoi occhi erano
inevitabilmente guizzato in quelli dell’ amico.
Errore. Grande, enorme, stupido errore.
Lo sguardo che gli stava riservando il
ricciolo era infatti il meno casto che gli avesse mai rivolto.
E Chris ne fu così rapito
che, quasi inconsciamente, senza neanche volerlo, si lasciò
sfuggire un lamentoso “No”. Al quale ci si potrebbe
aggiungere un Fai-di-me-quello-che-vuoi,-in-questo-momento-potresti-anche-saltarmi-addosso-che-io-non-mi-lamenterei-affatto.
Sul viso di Darren quindi si
aprì un ghigno soddisfatto che assomigliava tanto ad un
“Lo sapevo” e si avvicinò
pericolosamente al soprano posizionandosi dietro di lui.
Chris assunse un’ espressione
accigliata, chiedendosi cosa stesse per fare l’amico, che si
trasformò in un’espressione paurosamente
indecente quandò sentì il suo fiato caldo
accarezzagli il collo lasciato scoperto dalla camicia.
Black
out ormonale, black out ormonale, allarme, ALLARME!
Stava per trovare la forza di implorarlo
di smettere quando sentì delle labbra calde posarsi sulla
sua pelle e lasciare una scia bollente dalla mandibola alla spalla.
“Ehi Chris, rilassati! Non ho
mai sentito nessuno con le spalle più tese delle tue!
Cos’è? Il mio fascino ti mette in
soggezione?” ridacchiò il ricciolo.
Maledizione,
razza di deficiente, sì! Ci vuole così tanto a
capirlo?
Questo era ciò che il soprano
avrebbe dovuto dire, quello che disse, o forse sarebbe meglio dire che
emise, furono una serie di mugolii soffocati che a quel punto non si
preoccupò neanche di nascondere.
Il tocco del moro intanto si faceva
più deciso mentre aveva iniziato a torturagli
l’orecchio sinistro.
“Darren”
provò ad obbiettare il soprano con scarso successo.
“Shht Chris, fa’
silenzio che stai riuscendo a rilassarti”
A quel punto le mani del ricciolo gli
afferarono saldamente in fianchi spingendoli verso di sé,
facendolo gemere senza ritegno.
Darren sorrise compiaciuto.
“Così ci siamo,
Chris!”
E, con un ultimo morso al lobo
dell’ orecchio, si allontanò e si avviò
in sala prove.
Appena entrati in sala prove
un’ idea, secondo Chris geniale, secondo il resto del mondo
idiota, gi si presentò in testa.
Ma certo! Perché non ci aveva
pensato prima? Doveva girare una scena Klaine perfetta, ma
così perfetta che Ryan gli avrebbe costruito un altarino per
la sua perfezione, e, casualmente, in quella scena, ci avrebbe inserito
un espediente per far in modo che a Blaine succedesse qualcosa che gli
facesse perdere la vista. Ma la scena sarebbe stato così
bella che Ryan non avrebbe voluto cancellarla o tagliarla per niente al
mondo e sarebbe stato costretto a tenere anche la parte dell’
accecamento.
Perfetto!
Il soprano si complimentò mentalmente con sé
stesso Chris sei un
genio!
Ed iniziò ad immaginarsi
tutti i modi possibili ed immaginabili per tentare di accecare il
collega.
Quando le riprese iniziarono i due si
posizionarono sul letto di Kurt.
Ryan voleva infatti smuovere un
po’ le acque nella loro relazione, prima che le fan della
loro coppia lo ammazzassero sul serio.
Darren, sorridendo sornione, mise un
braccio attorno alle spalle di Chris e lo costrinse a voltarsi verso di
lui.
Il soprano, per niente dispiaciuto, gli
sorrise furbescamente e, quando sentirono il via delle riprese,
iniziarono a recitare le loro battute.
Chris condì il tutto con una
dose di malizia e tenerezza superiori a quelle che ci metteva di
solito, stupendo Ryan e Darren.
Ok,
ci siamo Chris, concentrati, ora arriva il momento fondamentale.
Darren si era posizionato sopra di lui,
e gli stava mormorando le battute più dolci che avesse mai
sentito.
“Kurt” inizio
sussurrandogli nell’ orecchio
Così dolci che quasi
sembravano vere-
No
Chris, focalizza l’obbiettivo.
“Non avrei mai potuto
desiderare persona migliore al mio fianco ora che- AHIA CHRIS
MA SEI SCEMO?!”
Mentre il ricciolo stava recitando le
sue battute alla perfezione Chris, in un momento di
distrazione del produttore, aveva ficcato velocemente le dita negli
occhi di Darren, sperando che potesse bastare per perseguire il suo
malefico piano, essendo che non gli erano venute in mente idee migliori.
“Eh scusa, avevi due mosche
negli occhi” mormorò a mo’ di scuse, ma,
quando vide che, oltre a non aver subito danni, Darren non credeva ad
una parola di quelle che aveva pronunciato il soprano
farfugliò che forse non erano mosche ma erano le sue pupille.
Quando Ryan si accorse del problema
urlò un stop che si sentì per tutti gli studios
e, infuriato perché la scena era rovinata, urlò
ai due attori che avrebbe continuato a girare il giorno dopo.
Ciò significava che non
avrebbe tenuto la scena.
Maledizione
Chris, i tuoi piani fanno schifo!
La sera arrivò velocemente.
Dopo essere scappato dagli studios ed
aver evitato di parlare con Darren che chiedeva spiegazioni Chris si
era rifugiato in casa sua, lavandosi via le sensazioni della giornata
con una bella doccia ed infilandosi nel suo vecchio pigiama di Topolino.
Si era quindi seduto sul divano ed aveva
mandato al tal paese la sua adorata linea ordinando una bella pizza
oleosa con su i tipi più svariati di formaggio che
esistessero.
La situazione gli stava sfuggendo di
mano. Decisamente.
Aveva già fatto partire il
DVD appena comprato di Rapunzel quando il suono del campanello lo
distrasse.
Distrattamente si diresse verso la porta
prendendo dal portafoglio i soldi per pagare la pizza.
Il campanello suonò
un’ altra volta, più a lungo, e Chris si
appuntò mentalmente di preparare i soldi prima, la volta
successiva.
“Arrivo, arrivo” si
precipitò alla porta ma quando la aprì non
trovò il fattorino che gli consegnava la pizza, ma quel
disgraziato di Darren Criss che si catapultò in casa con una
confezione di lattine di Diet Coke in una mano e di birra
nell’ altra.
“Allora, è qui la
festa?” urlò con entusiasmo andandosi a sedere sul
divano del soprano, rubandogli la coperta.
Quest’ultimo era rimasto
scioccato, vedendosi rovinare la sua serata relax in un modo
così improvviso.
“Ehm-“
iniziò esitante “Darren, di quale festa
parli?”
“Ma è ovvio, no? Di
quella in cui io e te ci ubriachiamo di Diet Coke e piangiamo davanti
ad un romantico finale Disney! Dai, io ho portato da bere, tu hai
pensato al cibo?”
“Darren, lo sai che non puoi
capitare in casa delle persone senza neanche avvisare, potevo star
facendo qualsiasi cosa!”
Uh oh. La voce del soprano si stava
facendo più acuta, Brutto segno.
“Eh dai!” lo
implorò Darren facendo il broncio “Ma tu sei io
mio migliore amico! I migliori amici si vogliono bene, no?”
A quel punto il soprano non seppe
resistere e gli concesse di restare a patto che non gli distruggesse la
casa, non gli allagasse il salotto a forza di piangere, e non gli
rompesse il divano a forza di saltellargli sopra nei momenti
più emozionanti.
Perché quando guardavo i film
Darren era un bambino. O forse anche peggio, di un bambino.
Quando sentì che sarebbe
potuto restare il ricciolo si catapultò ad abbracciare
l’amico.
“Grazie grazie
grazie!” iniziò a saltellare per la stanza. Poi,
improvvisamente, si fermò e, con sguardo indagatore, si
volse verso l’amico “E comunque tu mi devi ancora
spiegare perché oggi hai tentato di accecarmi."
L’espressione del soprano si
trasformò in panico allo stato puro, e quasi non
baciò il fattorino quando entrò con la pizza
interrompendo quel momento imbarazzante.
Ora doveva inventarsi una scusa
soddisfacente, e sperò vivamente che una pizza ai formaggi
per Darren potesse bastare a fargli cambiare argomento.