La vendetta del Mostro
Era una calda mattina di Giugno, il sole era alto
nel cielo, facendo si che la temperatura si aggirasse intorno ai 27 gradi.
L'unico sollievo era dato dalla leggera brezza marina che gentilmente mi
accarezzava i capelli.
Io ero lì, in piedi sul molo ad aspettare la
nave che mi avrebbe portato a destinazione.
A quel tempo ero una giovane
reporter, anzi la più giovane reporter del One Journal, grande testata di New
York; avevo sudato per guadagnarmi quel posto e scappare dal mio piccolo paesino
del sud Italia per riuscire a realizzare il mio grande sogno: diventare una
grande giornalista di fama mondiale.
Arrivata nella grande mela
per iniziare il mio nuovo lavoro, le cose non andarono per il meglio: ero
costretta a scrivere noiosi su fatti inutili che accadevano in città (tipo il
gatto di un’anziana Signora che riusciva a contare fino a 10, o un idraulico che
era riuscito a sfondare nel mondo dello spettacolo) e, quindi, potete immaginare
il mio stupore quando il capo redattore mi incaricò di scrivere un articolo
sulla grande festa che il conduttore di A Tutto Reality, Chris McLean, avrebbe
organizzato da li a poco sull’isola Wawanaqua assieme a tutti i concorrenti del
suo strampalato show.
A quella notizia abbracciai il mio capo, presi il mio
fidato taccuino, la mia inseparabile macchina fotografica, feci le valigie e mi
diressi verso il molo. Rimasi lì ad aspettare per ore senza muovermi di un
centimetro fino a quando non intravidi la nave guidata da Chef, il
cuoco e inseparabile assistente di Chris. Salii a bordo e mi misi ad osservare
l’oceano sottostante che si increspava a ogni oscillazione della barca.
Avevo
sempre seguito A Tutto Reality fin dai suoi esordi e per me era un onore poter
occuparmi della festa di McLean.
La mia testa, in quel momento, viaggiava con
la fantasia: poter arrivare a Wawanaqua, incontrare i concorrenti e il
presentatore che aveva ideato il reality più pazzo della tv per me era un sogno
che si realizzava.
I miei pensieri furono interrotti dalla voce tonante di
Chef:
- Isola Wawanaqua a dritta! Tra poco sbarcheremo:
Muoversi marmaglia! Non ho intenzione di aspettarti qui per ore! -.
“La solita gentilezza di Chef” pensai alzando gli occhi
al cielo, presi le mie valigie e mi avviai al ponte di prua dove, appena la nave
si fermò, due assistenti usciti fuori dal nulla disposero la scaletta. Scesi con
grande eccitazione i pochi metri che separavano me dal suolo e, quando misi
piede sulla terraferma, il mio cuore cominciò a battere all’impazzata: non
potevo crederci! Ero finalmente arrivata!
Sul molo mi stava aspettando Chris
che, con un grande sorriso, si avvicino a me, mi strinse la mano e
disse:
- Benvenuta sulla mia umile isola! Tu devi essere la
reporter dell’One Journal, sei la prima ad arrivare, ritieniti quindi fortunata:
avrai a disposizione la roulotte della stampa. Non ti ci abituare però, quando
arriveranno gli altri giornalisti, dovrai dividerla con loro! - Ghignò il
conduttore; come sempre aveva risparmiato al massimo sul vitto e alloggio degli
ospiti ma questo non mi preoccupava affatto in quanto sapevo cosa mi sarebbe
capitato. Ero veramente troppo contenta e niente e nessuno mi avrebbe fatto
mettere il broncio.
Nonostante tutto ero ancora incosciente del pericolo che
incombeva su quell’isola e sui suoi ospiti e che sarebbe diventato col tempo, il
caso più difficile da risolvere che io abbia mai visto in tutta la mia vita da
reporter.
Chris mi accompagnò fino al mio “incantevole” alloggio: più che
roulotte era un ammasso di latta deforme fatto per ospitare solo una persona.
Non osavo immaginare come sarebbe stato con 10 persone al suo interno!
Questo
però non mi rovinò la giornata: entrai, disfai le valigie, mi cambiai e andai
verso la mensa dove, presumibilmente, gli ex-concorrenti stavano pranzando ed
infatti eccoli là: tutti i partecipanti cercavano di ingurgitare il disgustoso
pranzo cucinato da Chef.
Quando entrai, il silenzio piombò nella sala. Il
gruppo prese a fissarmi incuriosito finché Chris non attirò nuovamente
l’attenzione su di se: - Buongiorno campeggiatori, spero abbiate dormito bene.
Date il benvenuto a Olga, l’inviata dell’One Journal, trattatemela bene il suo
giornale mi farà diventare ancora più famoso! – .
Dopo la presentazione di
Chris molti di loro m’invitarono a sedersi: mi divertii moltissimo a parlare con
Leshawna, a cercare di battere Sam, inutilmente, a una sfida tra video-gamer e a
guardare stupefatta come B riuscì, con solo delle posate, a creare una fionda
meccanica.
Tutto sembrava perfetto ma, a un certo punto, Dawn mi
prese le mani e con sguardo preoccupato disse: - Finalmente sei arrivata! Ora
sono molto più tranquilla dato che è arrivata la ragazza che fermerà la sete di
sangue del Mostro! –.
Io la fissai allibita, senza sapere cosa ribattere. Ero
conscia del fatto che Dawn fosse famosa per le sue premonizioni, la capacità di
leggere le aure e mi ero preparata a discorsi del genere, ma sentirsi chiamare
“la ragazza che fermerà la sete di sangue del mostro” mi fece rimanere a bocca
aperta.
- Che cosa stai dicendo Viso Pallido! Sei impazzita? Non
esiste nessun mostro qui. – borbottò Scott che sembrava stupito quanto
me.
- Vi dico che esiste veramente e solo lei può fermarlo
prima che ci uccida tutti quanti! – affermò la ragazza attirando
l’attenzione.
Non riuscivo proprio a capire il perché Raggio di Luna avesse
pronunciato quelle parole, ma come diceva sempre mia madre “Se hai davanti un
matto non contraddirlo mai!”
- Non ti preoccupare Dawn ora sono qua e fermerò il
mostro prima che soddisfi la sua sete omicida. – le dissi cercando di calmarla,
Dawn, per nulla convinta, si finse rassicurata e tornò a giocherellare con il
cibo.
Io ero tanto sconvolta che uscii per respirare un po’ d’aria fresca.
Mentre mi stavo dirigendo verso la mia roulotte, ebbi l’impressione di essere
seguita e mi girai leggermente per vedere chi fosse con la coda dell’occhio:
riuscii solo a vedere un’ombra che si ergeva su quattro zampe, con occhi rossi e
che, dalla boscaglia, si stava pericolosamente avvicinando a me. In preda al
terrore corsi come un fulmine verso il mio alloggio e mi chiusi la porta alle
spalle con un tonfo.
Pensavo di essere al sicuro ma mi sbagliavo: le pareti
gialle erano piene di frasi scritte con…
IL SANGUE!!!!
A quella macabra vista urlai a pieni polmoni e corsi
fuori senza neanche guardare davanti a me fino a che non mi scontrai contro
qualcosa o qualcuno.
- Ehi stai bene? – mi disse una voce maschile; con
l’accecante luce del sole, non riuscivo a vedere il volto del ragazzo ma quando
mi alzai capi subito a chi apparteneva quella voce: era Noah!!!
- Perché stavi urlando così? Non avrai visto un
fantasma… – mormorò Noah sorridendomi.
- Non proprio è che… aspetta, forse è meglio che ti
faccia vedere… – mormorai ancora scossa, afferrandolo per un braccio e
portandolo verso la roulotte.
Appena il ragazzo vide cosa era successo,
rimase di stucco: continuava a guardarsi intorno senza dire una parola e senza
trovare una spiegazione logica.
- Allora chi pensi possa essere stato? – gli chiesi per
rompere il silenzio opprimente che si era formato da qualche minuto.
- Lo so io chi è stato: il Mostro sta cercando di farti
paura! – esclamò Dawn comparendo dal nulla dietro di me e facendomi sobbalzare
dallo spavento: ma da dove era arrivata?!
- Oh andiamo Dawn! Non lo vedi che è già spaventata
senza che tu le metta in testa questa ridicola storia! Non esiste nessun mostro!
– la riproverò Noah cercando di calmarmi.
- Tu non riesci a capire! Se non stai attento a quello
che dici, potrai essere una delle sue vittime. Io ti ho avvertito… -
concluse Dawn fuggendo verso il bosco lasciando Noah a bocca aperta e me
con la determinazione di fare luce su quell’intricata faccenda.
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