Mmmmmm Ok, volevo
aspettare che fosse completa, così da non lasciare altre
cose in sospeso, ma non ho resistito!
Più
che altro perchè ci sono delle parti di questa storia che
semplicemente adoro, altre di cui non sono per niente convinta.
Essendo, come sempre, regina dell'incertezza, mi affido a voi.
Quindi per favore, sul serio, ditemi cosa ne pensate! Quanto meno per
sapere se vale la pena di continuarla ^^
cap.1
James
si svegliò con un peso sullo stomaco in piena notte, certo
di non aver digerito a dovere la cena della sera precedente.
Infastidito
provò a rigirarsi nel letto, ma qualcosa
impediva i suoi movimenti: aprì gli occhi stanco ed
assonnato, ritrovandosi il
viso dell’amico a pochi centimetri dal suo e constatando
quanto sembrassero
vere le voci che da qualche mese giravano sul loro conto. Se non fosse
stato
certo di essere innamorato di Lily Evans, avrebbe pensato sul serio di
avere
una storia con Sirius.
Con
una dolcezza che sarebbe stata più adatta a Remus,
scostò il corpo dell’amico addormentato e
cercò di tornare al suo sogno.
Neppure per attimo pensò di far tornare Sirius nel suo
letto, né di andarci
lui.
Sapeva
che quando si avvicinavano le vacanze l’amico
diventava più irritabile e polemico del solito e sapeva che
sarebbe bastato
poco a rovinare l’ultima settimana ad Hogwarts prima delle
feste di Natale e
l’ultima partita di Quidditch che si sarebbe giocata
esattamente quella sera.
Socchiuse
gli occhi, tentando di riaddormentarsi;
magari quella era la
volta buona che riusciva a fare la doccia a Mocciosus…
Ma
un braccio di Sirius intorno
alla sua vita ed il suo ginocchio pericolosamente vicino ad un
posticino
delicato, lo fecero desistere dai suoi propositi ecologici e, con meno
delicatezza, intimò all’amico di allontanarsi.
Quando
capì che Sirius non gli
avrebbe dato ascolto, era troppo tardi: lo stridio acuto della sveglia
di Remus
aveva appena invaso l’intera stanza.
-Uno
di questi giorni questo coso
farà una brutta fine!- proruppe con un tono che sarebbe
sembrato minaccioso, se
la sua voce non fosse stata impastata dal sonno.
La
poca lucidità che aveva, gli
permise di ricordare che se Remus avesse visto Sirius nel suo letto li
avrebbe
presi in giro fino alla fine dei loro giorni: lo studente modello, il
ragazzo
più tranquillo dell’istituto sapeva essere un vero
lupo se ci si metteva. In
tutti i sensi.
E
a James non sembrava proprio il caso
di tastare i limiti della propria pazienza quella mattina,
così con finta
disinvoltura, tirò le coperte fin sopra la testa di Sirius,
convincendosi che
in quel modo avrebbe potuto nasconderlo.
Il
lupo mannaro si stiracchiò nel comodo
letto, lui che poteva, poi si
alzò e con un colpo di bacchetta aprì le tende,
lasciando entrare un fascio di
luce che colpì in pieno i coinquilini.
James
sbuffò infastidito, sentendo
Sirius latrare nel sonno, ancora avvinghiato al suo corpo, mentre Peter
sembrava non essersi accorto di nulla e continuava a russare
placidamente.
James,
assolutamente di cattivo
umore, gli lanciò il cuscino in faccia, nella speranza di
zittirlo, piuttosto
che di svegliarlo, ma il fischio disgustoso emesso dalla sua bocca non
tacque.
Sbuffò,
tirandosi su ed
appoggiandosi sui gomiti, mentre Remus si avvicinava alla porta del
bagno.
-Sveglia
quei due, Prongs. È
tardi!-
Senza
occhiali, James distinse a
malapena le lancette dell’orologio al suo fianco.
-Sono
le otto?- urlò, avvertendo
come risposta soltanto lo scrosciare dell’acqua.
Quando
si rese conto che era domenica,
sia lui che Sirius si stavano vestendo, Peter era sotto la doccia e
Remus se ne
stava comodamente seduto sul letto, con un libro tra le mani e le gambe
accavallate, come un perfetto gentiluomo.
Il
ghigno soddisfatto sul suo viso
fu come il segnale d’inizio della vendetta.
Quando
Peter uscì dalla doccia, il
quadro della perversione era completo: il ragazzo grassoccio, con un
po’ di
acqua che ancora colava dai capelli, era nudo al centro della stanza;
James e
Sirius in boxer alquanto vistosi, erano saltati addosso
all’amico che stava
letteralmente soffocando sotto il loro peso.
Se
la scena fosse stata muta
allora sarebbe parsa erotica.
Fortuna
che non lo fosse!
-Questo
cuscino è bagnato- riuscì
a constatare Remus tra un’imprecazione e l’altra,
mentre James gli faceva il
solletico e Sirius usava suddetto cuscino per soffocarlo.
-è
il cuscino di Peter, chissà che
sogni ha fatto stanotte!- il viso di Remus diventò pallido,
mentre quello di
Peter assunse tutte le tonalità di rosso conosciute ed anche
quelle sconosciute.
La
discussione stava per
degenerare, quando proprio lo stomaco di Peter li avvertì
che era ora di
colazione.
Si
vestirono e sistemarono nel
giro di una frazione di secondo, poi uscirono la dormitorio Grifondoro.
Remus
era ormai convinto che a
colazione non avrebbe mangiato nulla. Certe volte Sirius sapeva essere
davvero
sadico!
Soltanto
James sapeva che quel
cuscino non era di Peter e che sopra non c’era quello che
Remus e lo stesso
Peter avevano immaginato.
Era
di Sirius e James capì che
l’amico doveva aver pianto prima di rifugiarsi nel suo letto.
Sotto quella
maschera di superuomo impassibile, Sirius era la persona più
fragile che avesse
mai conosciuto, tutta la sua spavalderia, celava dubbi e rimorsi che
solo a lui
era concesso conoscere. E forse anche lui che era il suo gemello
mancato, lo
specchio della sua anima, non poteva capirli fino in fondo.
Essere
il migliore amico di Sirius
non era soltanto il divertimento che tutti vedevano, era una
responsabilità che
a volte James avrebbe voluto condividere: tante volte avrebbe voluto
parlare
con qualcuno, avrebbe voluto chiedere come comportarsi in certe
situazioni, cosa
fare quando Sirius entrava nel suo letto piangendo o quando in estate
lo
cercava, pregandolo di curargli le ferite.
Il
ragazzo al suo fianco sorrideva
con naturalezza e James non poté fare altro che
assecondarlo, ancora una volta.
Arrivati
in mensa, si fiondarono
al tavolo dei Grifondoro un istante prima che il preside prendesse
parola per
dare avvio al banchetto.
Solo
Remus sembrava poco
intenzionato a mangiare ed allora toccò a Sirius ricordargli
che la luna piena
era vicina e che non poteva non nutrirsi a dovere, o lo avrebbero
sfiancato
fino allo svenimento!
Per
tutto il pranzo non fecero
altro che parlare dei festeggiamenti dopo la vittoria
perché, si, erano
assolutamente certi di poter vincere contro serpeverde!
Dovevano
andare ad Hogsmade quella
mattina ma la luna piena era troppo vicina e Remus doveva restare a
scuola;
Sirius probabilmente aveva litigato con i genitori e si era giocato il
permesso
d’uscita, così James non poté fare
altro se non farsi mettere in punizione per
fare compagnia agli amici!
Inutile
dire che Peter si era
ritrovato gli scherzi del moro tra le mani ed aveva finito per subire
la stessa
sorte.
Sperando
di essere soli, i ragazzi
scelsero di passare la mattina sul prato, benché il tempo
non fosse dei
migliori ed il freddo penetrasse la pelle fino a raggiungere le ossa.
Era
il posto ideale per meditare
vendetta contro Piton, a detta di Sirius: il freddo rendeva
più cattivi e più
propensi a trovare scherzi infami da compiere.
Nel
momento stesso in cui
realizzarono di non essere soli, Sirius e James cercarono il modo
migliore per
attirare l’attenzione: ad ogni guizzo che James faceva,
imitando se stesso
sulla scopa, Peter applaudiva rumorosamente, come se avesse appena
vinto i
mondiali; Sirius mimava l’espressione di Lucius Malfoy che
cadeva dalla scopa,
facendo sorridere perfino Remus.
-Ragazzi,
ma ce la farete?- chiese
serio Peter, stendendosi sul terreno freddo, mentre James gettava
un’occhiata
ad un gruppo di ragazzine cinguettanti a poca distanza da loro.
-Dimmi
che scherzi, ti prego! Vuoi
vedere che Pad e Prongs vengono battuti da quella ragazzina coi capelli
scambiati al sole?- rispose
James non
curante, mentre il suo boccino irrompeva su una pagina del libro di
Remus e ne
tranciava un pezzo con l’ala.
-E
datti un contegno Peter che mi
fai impressione!- aggiunse Sirius facendo attenzione al velo di ciccia
scoperta
che il topo aveva in bella mostra e alla posa provocante che voleva
assumere.
-Mi
riferivo a stanotte- proseguì,
sedendosi in modo più decente.
Alle
sue parole otto occhi
divennero seri allo stesso modo.
-Certo
che ce la facciamo, cosa
credi?- sbraitò James, con l’aria di chi non
ammette repliche.
Remus
restò zitto: era la notte di
luna piena e loro avrebbero dovuto tenere testa ad un lupo mannaro dopo
una
partita di Quidditch; si rendeva conto perfettamente che non era il
caso di
rischiare tanto, ma non si risolveva a proporre loro di lasciarlo solo,
un po’
perché sapeva che sarebbe stato inutile, un po’
perché non se la sentiva di
passare la notte senza i suoi amici.
-Non
dovresti dirle queste cose!-
continuò Sirius – e tu non dovresti pensarle-
aggiunse, osservando
l’espressione rammaricata di Remus che si stringeva nelle
spalle, per il freddo
e per
l’evidente preoccupazione. Afferrò
al volo il boccino, il cui ronzare aveva iniziato a dar fastidio e fu
certo che
in un altro contesto James lo avrebbe accusato di volergli rubare il
posto di
cercatore.
-Non
siate sciocchi, state
parlando con James e Sirius, non con due tassorosso qualsiasi,
insomma!- anche
Sirius si chiese da dove James avesse preso quel paragone coi
tassorosso, ma
tenne per sé i propri commenti, preferendo fissare
un punto imprecisato oltre la spalla dell’amico.
-Hai
lavato i capelli, Mocciosus?- provocò, a voce tanto
alta da farsi sentire dai pochi studenti nei paraggi.
Severus
non si aspettava di
vederli e cercò immediatamente di cambiare direzione: voleva
solo raggiungere
Lily, dovevano studiare insieme quella mattina.
Ma
ormai era stato avvistato e non
poteva far altro che restare fermo, come paralizzato dalla paura,
mentre il
vento forte riusciva a spostare anche i suoi capelli unti, con grande
stupore
di James che non mancò di farglielo notare.
Piton
raccolse la provocazione con
un sorriso tirato, tentando di dissimulare il tremore delle sue gambe e
mostrandosi degno di essere un Serpeverde.
-Potter
il tuo smisurato ego è
pronto per oggi? Sono certo…-
Le
acidità che ancora non aveva
iniziato a dire, furono soffocate dalle parole di Sirius, in piedi al
fianco di
James, pronto a difenderlo.
-Ah,
Black, oggi ho parlato con
tuo fratello. Dice che non vede l’ora che torniate a casa e
che tuo padre ti ha
preparato una bella sorpresa-
Ci
fu silenzio per qualche
istante.
Remus
a quel punto si alzò, certo
di dover intervenire prima che per Severus fosse troppo tardi; ma
Sirius non si
mosse.
-Non
ti mancano le sue cruciatus?-
Sirius restò fermo, le braccia penzoloni lungo i fianchi,
un’espressione
indecifrabile sul volto.
Il
pugno di James colpì Piton
prima che Remus potesse impedirglielo ed il gridolino femminile che il
ragazzo
emanò finì col destare l’attenzione di
Lily Evans, seduta in disparte, poco distante da loro.
La
rossa si avvicinò a grandi
passi, maledicendo con foga James e minacciandolo di qualcosa di cui
lui non si
curò.
Guardò
Sirius ancora immobile, la
bocca schiusa e gli occhi spalancati. Non comprendeva a fondo la sua
reazione.
Non capì che i pensieri di Sirius non erano rivolti al padre
in sé, né alle sue
cruciatus, a tutto quello era abituato. Quello che accettava a fatica
era il
fatto che il fratello ne avesse parlato a Severus: se lo
sapeva Mocciosus, lo sapeva anche Malfoy, probabilmente lo sapeva tutto
il
dormitorio serpeverde.
-Potter,
chiedi scusa
immediatamente!-
Perfino
Remus le faceva segno di
tacere, ma ormai Lily era partita e se aveva attaccato non avrebbe
smesso fino
a quando James non si sarebbe scusato: non si picchia una persona
indifesa ed
incapace di contrattaccare!
-Al
diavolo, Evans!- sbottò,
afferrando il migliore amico per un braccio e trascinandolo via, mentre
il
boccino volava tra i capelli di Lily.
Remus
lo afferrò al volo, ci
mancava solo che Mocciosus lo usasse come prova per fare la spia a
Gazza!
Poi
si incamminò verso gli altri,
lanciando a Piton un’occhiata di rimprovero che
lasciò Lily piuttosto perplessa;
Peter li seguiva silenzioso, mordendosi le unghie.
-Hai
fatto brutta figura con Lily,
James…- attaccò a parlare ad un tratto, come
sempre senza tener conto delle
stupidaggini che diceva e Remus fu costretto a guardar male anche lui.
Le sue
occhiatacce stavano diventando proverbiali, tanto erano frequenti.
-Già,
scusa Prongs- convenne
Sirius con un sorriso tirato sulle labbra. James avrebbe preferito
essere da
solo con lui in quel momento, così avrebbe potuto
abbracciarlo, o magari picchiarlo, insomma qualunque cosa che non fosse
starsene lì!
-Gliela
faremo pagare- meditò,
questa volta con un ghigno sincero sul volto.
C'è
la probabilità che questa storia, sempre ammesso che non sia
un fiasco totale, prosegua parallelamente ad una AU che mi ronza in
testa da un po',
Intanto
vi preciso che, contrariamente a quello che emerge dal libro, io ho
sempre pensato a Sirius come ad una persona fragile quanto arrogante,
quindi sono un po' lontana dall'idea del macho tutto muscoli e niente
sentimenti...
Inoltre
non ho ancora deciso se farla diventare o meno slash: sarei contenta se
mi diceste anche a questo proposito cosa preferite.
Fatemi
sapere che ne pensate...
Chiby
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