Come annunciato nel blog (tra l’altro se volete news in
anteprima dei miei racconti c’è sempre il bloggino
www.evenstar62442.splinder.com) eccovi una nuova storia.
Per questa volta niente Remus /Tonks, quasi almeno, e
passiamo a una Lily/James. La storia è a capitoli e, se tutto va bene, ne
posterei uno alla settimana.
Non mi resta altro che dirvi… buona lettura!
Tutto era silenzioso nei corridoi bui della Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts, solo raramente si avvertiva un lieve ticchettio
di passi risuonare sul pavimento di pietra. Una ragazza percorreva i corridoi
deserti, sbuffando leggermente per la noia, sperando che quell’interminabile
turno di pattuglia finisse presto in modo da potersene tornare rapidamente nel
suo bel letto invitante.
Ogni tanto qualche personaggio all’interno dei dipinti appesi alle parti
sbuffava infastidito dalla debole luce proveniente dalla sua bacchetta ma Lily
Evans, Capoclasse di Grifondoro, lo ignorava non avendo nessuna intenzione di
rischiare di rompersi l’osso del collo per permettere a dei vecchi ritratti
ammuffiti di poter passare una notte tranquilla.
La ragazza si bloccò con la bacchetta tesa davanti a sé, in ascolto, dopo aver
sentito un rumore ovattato provenire da un punto imprecisato del corridoio
davanti a lei.
- C’è qualcuno? – chiese, rendendosi conto che era una domanda sciocca, nessuno
sano di mente avrebbe risposto con un sì ad una domanda simile.
Lily scosse la testa, riprendendo ad avanzare lentamente; di nuovo il suono si
ripeté ma questa volta alla sua destra. La ragazza si fermò di scatto,
allungando la mano rapidamente e andando a scontrarsi contro una massa solida,
laddove i suoi occhi non riuscivano a scorgere nulla.
- Ok, avanti fatti vedere, - disse con tono severo, tentando di nascondere un
lieve tremito nella voce. Per un momento non ci fu nessun movimento, poi vide
comparire in un angolo del corridoio una testa, a lei ben nota, seguita in breve
tempo dal resto del corpo.
- Potter! Dovevo immaginarlo, - sbuffò accigliata, tirando silenziosamente un
sospiro di sollievo. – Si può sapere che cosa ci fai fuori dalla Torre a
quest’ora di notte? Dovrei toglierti dei punti, - aggiunse in un tono di voce
molto simile a quello della professoressa McGranitt.
- Evans, ciao. Anche io sono contento di vederti.
- Smettila di fare lo sbruffone con me, non te lo puoi permettere.
- Ma dai, Evans. Neanche tu toglieresti dei punto alla tua casa, lo so.
Lily sbuffò contrariata, sapendo che in fondo Potter aveva ragione, erano vicini
a vincere la Coppa delle Case e non aveva nessuna voglia di farsela soffiare dai
Corvonero, secondi in classifica.
- Sì, d’accordo, come vuoi tu. Allora?
- Allora cosa?
Lily alzò gli occhi verso l’alto soffitto. – Che cosa ci fai in giro a
quest’ora? – chiese nuovamente, infastidita.
- Oh, - rispose lui arrossendo leggermente e rallegrandosi del fatto che Lily
non lo potesse vedere alla sola luce della sua bacchetta. – Facevo un giretto
notturno.
La ragazza lo fulminò con uno sguardo assassino.
- Non riuscivo a dormire, Evans. Non essere così asfissiante.
- Per tua norma e regola, io-non-sono-asfissiante! Sono Caposcuola, sto facendo
la ronda notturna e tu sei fuori dal letto quando non dovresti, - prese fiato e
finì la frase. – 5 punti in meno a Grifondoro, - disse decisa, dispiacendosi
della decisione, ma consolandosi all’espressione del ragazzo.
- Sei una strega!
- Lo so, una delle migliori anche, - rispose secca. – Ora fila a letto, subito!
- E se mi perdo nel tragitto, o se incontro un altro Caposcuola che mi toglie
altri punti, non sarebbe meglio che mi accompagnassi?
- Te lo puoi anche scordare.
- Uffa, - sbuffò il ragazzo, mal nascondendo un sorriso. – Va bene, va bene,
concluse, rimettendosi il Mantello dell’Invisibilità addosso, lasciando solo la
testa fuori. Rimase in attesa per qualche momento, concentrato. – Ascolta!
- Che cosa ti prende adesso? – sbotto Lily ad alta voce.
James le mise una mano sulla bocca impedendole di continuare a parlare e quindi
notando, nonostante tutto, come fossero morbide le sue labbra.
- Ho sentito un rumore, - le mormorò all’orecchio.
Lily mise la mano sul quella del ragazzo, spostandosela dal volto. – Cosa?
- Vieni! – le disse James, trascinandola quasi di peso verso uno sgabuzzino a
pochi metri da loro e chiudendo la porta. – Colloportus.
- Si può sapere cosa stai facendo? – mormorò lei.
- Ssshh, - James si mise un dito sulle labbra, intimando il silenzio. Pochi
istanti dopo sentirono distintamente un rumore di passi avvicinarsi a loro.
Lily appoggiò istintivamente la mano sul braccio del ragazzo, stringendo
leggermente per attirare la sua attenzione. - Chi può essere?
- Non so, Gazza? Un professore? Un Capoclasse?
A quelle parole gli occhi verdi di Lily si socchiusero e le sopracciglia si
aggrottarono in una pericolosa espressione seccata. – Un momento, IO, - disse
indicandosi con l’indice della mano destra. - Posso andare in giro di notte,
sono di guardia. Sei TU, - e qui puntò il dito contro il torace di James. -
Quello fuori dal dormitorio senza permesso.
- Ops, eh già, che sbadato! - rispose James innocentemente, fissandola con
sguardo angelico ed un sorriso sulle labbra.
Lily lo fissò, indecisa se arrabbiarsi o mettersi a ridere, poi decise che era
più salutare per lei la seconda scelta; scosse la testa andando a sedersi su uno
scatolone di smacchiatore di Nonna Acetonella. James le si avvicinò, togliendosi
il Mantello dell’Invisibilità e sedendosi di fianco a lei.
- Allora me lo dici che cosa ci facevi in giro? Hai combinato qualche altro
disastro con Black?
- Evans, guardami, sono cresciuto ormai, - rispose lui sorridendole. – Non
facciamo più cose simili.
- Non penserai che ci creda, vero?
- Ammettilo, è vero.
La ragazza lo guardò visibilmente perplessa.
- Insomma diciamo che non ne facciamo più così tante come una volta, - capitolò
infine.
La ragazza rifletté un attimo: nell’ultimo anno gli scherzi dei Malandrini si
erano decisamente ridotti sia come numero, sia come gravità, anche se comunque
da lì a dire che non ce n’erano più ci voleva la faccia tosta di James Potter.
- Ammettilo.
- Va bene, lo ammetto, basta che tu la smetta.
Potter si zittì quasi all’istante, attirando ancora di più l’attenzione della
ragazza che non era abituata a vederlo fare quello che gli veniva detto.
- Vuoi veramente sapere perché ero in giro di notte?
- Certo, è mezz’ora che te lo sto chiedendo.
James sospirò. – E va bene. Per te.
- Scusa? – chiese sbigottita.
- Per te.
- Mi stavi spiando?
- Sì.
- Cosa?
- No, cioè ti seguivo, ma non per spiarti.
- Ah. E, se posso chiedere, - chiese ironica lei. – Perché?
- Per proteggerti.
La ragazza rimase completamente spiazzata da quella risposta inattesa e dal modo
naturale in cui era stata posta. Fissò James come se fosse la prima volta che lo
vedesse: era fermo davanti a lei, con il suo solito sorriso, o forse non era
proprio il suo solito sorriso, non c’era quella nota di arroganza e strafottenza
che l’aveva sempre fatta uscire dai gangheri, stava semplicemente sorridendo
allegramente.
- Da…da chi?
- Da tutti.
Lily lo fissò dubbiosa.
- Sono tempi infidi, Lily Evans, una ragazza non dovrebbe andare in giro per il
castello di notte da sola, - James buttò la risposta sul ridere, anche se in
fondo aveva appena espresso esattamente le emozioni che provava, non voleva che
capitasse qualcosa di male a Lily, così la seguiva praticamente sempre da
qualche mese a quella parte, da quando Voldemort era diventato più forte.
- Tu…, - disse lei puntandogli di nuovo l’indice contro, la fronte aggrottata. –
Da quanto tempo mi segui?
- Da un po’, qualche mesetto, forse.
- Mesi? – chiese non sapendo se esserne sconvolta, arrabbiata, sorpresa o
semplicemente contenta.
- Ehm, se così fosse non mi parleresti più? – le chiese con sguardo da cucciolo
pentito.
Lily lo guardò per un minuto seriamente, poi non poté più resistere e scoppiò a
ridere. – No, no. In fondo il tempo è il tuo, non posso certo dirti come
impiegarlo, anche se potrei suggerirti qualche attività più divertente che
passare le tue giornate dietro di me.
- Come ad esempio passarle di fianco a te? – chiese James con un sorrisone.
- Potter!
- Su, Evans. In fondo una passeggiata con te a Hogsmeade me la sono guadagnata,
no?
Lily non rispose, spostando lo sguardo dal ragazzo al pavimento polveroso dello
stanzino, osservando con attenzione un ragnetto che stava laboriosamente
intessendo la sua piccola ragnatela in un angolo.
- Ti prometto che sarò bravo, non farò il deficiente, sarò un modello di virtù…
- Basta, basta, ho capito, anche se dubito che tu possa riuscirci…
- Come no?
- Lasciami finire, Potter. Dicevo che non credo che tu possa diventare un
modello di virtù ma non vorrei neanche che lo diventassi, quando non ti comporti
in modo strafottente e non attacchi senza motivo gli altri, sei anche quasi
simpatico.
- Cosa? Evans, mi ha fatto un complimento? Sono commosso. Quindi verrai con me
tra due sabati a Hogsmeade?
- E va bene, - mormorò Lily.
- Cosa?
- Va bene, ho detto, - rispose con voce più alta.
- Sul serio? – chiese il ragazzo piuttosto sorpreso dalla risposta.
- Sì. Adesso che dici, possiamo tornarcene a letto?
- Evans, vai subito al sodo!
- Ma quando sei scemo, Potter, - rispose lei, sorridendogli. Aprì lentamente la
porta dello sgabuzzino, mettendo fuori da testa ed osservando il corridoio di
nuovo deserto. – Possiamo andare.
Tornarono rapidamente alla Torre di Grifondoro e senza una parola di diressero
ognuno al proprio dormitorio.
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