simonmartin
Titolo: So fuckin' innocent
Autrice: Hellfire
Fandom: Crashdiet
Paring: Martin / Simon
Rating: R
Summary: Seguito di Dirty Deeds di ROSEGONEWILD. Martin è
convinto che quello che è successo fra lui e Simon sia stato
causato solo dal troppo alcool. E se invece stesse soltanto mentendo a
se stesso?
Disclaimer: Fanfiction scritta senza alcuno scopo di lucro. I Crashdiet
purtroppo non mi appartengono, maledizione. La canzone Rock Down This
Place è degli Hell in The Club; se non li conoscete ascoltateli,
perchè sono dei grandi.
I won't take it
there is no evidence
so stop telling me you are so fuckin'
innocent
rock down the place and we'll be fine
[Hell In The Club - Rock Down This Place]
Martin Sweet non era mai stato un tipo codardo, ma aveva dovuto
ammettere a se stesso che davanti ad un certo tipo di situazione la
cosa migliore era scappare a gambe levate e non voltarsi indietro -
specialmente se c'era il rischio di ritornare sui propri passi dando
anche una sola fuggevole seconda occhiata a ciò che si
abbandonava.
Nella fattispecie ciò che il chitarrista stava lasciando era un
piccolo errore intercorso in una notte di troppo alcool, in cui si era
ritrovato nel mezzo di un rapporto un po' troppo intimo con il suo
cantante Simon Cruz. Dopo la serata trascorsa a casa di Cruz i due non
avevano più parlato di quello che era successo; e se anche Simon
avesse voluto farlo, Martin non era della stessa opinione. Era meglio
fingere semplicemente che non fosse mai successo, minimizzare tutto ad
un semplice deragliamento della vita dai binari saldi della
normalità.
Sweet era e rimaneva etero, era e rimaneva fidanzato; e Simon era e
rimaneva null'altro che un amico ed il cantante dei Crashdiet.
Per quanto il chitarrista continuasse a ripetersi queste cose, c'erano
tuttavia dei momenti in cui gli pareva di essere sull'orlo di
dimenticarlo ancora una volta; certi attimi in cui lo sguardo di Simon
incrociava il suo in uno scintillare di oscena impudicizia sul fondo di
quegli occhi glaciali, oppure quando, quale che fosse la ragione,
capitava loro di sfiorarsi e scosse elettriche di inaudita violenza
sembravano scuoterli fin dentro l'anima.
Imperfezioni che Martin cercava di annegare nel contenuto alcolico di
qualche bicchiere - ma facendo bene attenzione a non bere come aveva
fatto quella sera,
perchè sapeva che allora sarebbe stato straordinariamente
difficile controllare certe inconfessate pulsioni che teneva confinate
nell'angolo più recondito della sua mente.
Ad ogni modo il comportamento di Simon non lo aiutava di certo;
sembrava che il cantante sapesse anche meglio di Martin stesso
ciò che lui provava, e per quanto non facesse effettivamente
nulla più che guardarlo in quel certo modo o sfiorarlo appena o
sorridergli in quella maniera obliqua e indecifrabile, queste semplici
cose erano più che abbastanza. E Martin si ritrovava a sperare
che cercare di evitare quel maledetto demonio tentatore con la cresta
fosse sufficiente a continuare a salvargli l'eterosessualità e
la ragazza.
Rispettando a pieno la sua tattica dell'evitare Simme, al termine di un
indiavolato concerto in un pub di Goteborg Martin aveva cercato di
sparire sul tourbus il più in fretta possibile, sperando che le
lusinghe alcoliche del bancone o quelle lussuriose di una delle tante
ragazze fossero abbastanza da distrarre il suo cantante. Sdraiato nella
semioscurità si era ritrovato a bere birra e rimurginare, stando
bene attento a non permettere alla sua mente di deviare verso quella
certa notte; rifletteva in quel momento su un riff che aveva in testa
da un po', e perciò la voce roca e sensuale che gli
risuonò improvvisamente all'orecchio per poco non gli fece
pigliare un infarto.
<< Sweet. Cosa fai tutto solo? >>
Simon Cruz, decisamente sbronzo, era comparso dal nulla con una
bottiglia di Corona in mano ed uno sguardo di quelli che erano puro
peccato. Senza nemmeno rendersene conto Martin era schizzato in piedi,
e cercava di allontanarsi dall'altro.
<< Cruz. Sei sbronzo. >>
<< Beh non puoi mica essere sempre tu quello ubriaco fra noi due
no? >> ridacchiò il cantante, avvicinandosi
pericolosamente - l'altro si ritrovò con le mani appoggiate al
suo petto, e lo spinse via come se scottasse.
<< Non ciondolarmi addosso. >>
<< Perchè? Ti da fastidio? >> Simon gli si
avvicinò di nuovo, ancora di più, facendo arretrare
Martin fin contro la parete. << Non dovrebbe darti nessun
fastidio...voglio dire, tu hai detto che sei etero, no? Che non ti era
piaciuto quello che è successo fra noi....quindi che ti agiti a
fare? >>
<< Fanculo. Togliti di dosso. >> lo rimbeccò
malmostosamente il chitarrista, cercando di nuovo ed inutilmente di
spingerlo via. Era così vicino che riusciva a sentire il profumo
pungente della sua pelle, e sentiva anche i suoi muscoli sotto le dita
mentre gli premeva contro il petto, toccando e sfiorando forse
più di quanto non fosse necessario.
Simon sorrideva quella sua piccola smorfia da belva, e lo guardava
fisso e teneva le mani ben salde sul muro dietro di lui, il corpo
appoggiato appena contro quello di Martin, quanto bastava perchè
i loro fianchi si sfiorassero e lui potesse sentire quello che l'altro
cercava inutilmente di nascondere e di negare.
<< Sweet. Piantala di fare l'innocente. Non ci credi nemmeno tu.
>> mormorò, praticamente sulle labbra dell'altro.
E fu precisamente in quel momento che Martin Sweet mandò al
diavolo la realtà, quando si ritrovò senza sapere bene
come ne perchè ad afferrare Simon per baciarlo violentemente,
trascinandolo praticamente sopra di se.
<< Chiudi quella cazzo di bocca Cruz. Prima che io cambi idea di nuovo. >>
Ma a quel punto Simon non sembrava avere più alcuna voglia di
parlare, impegnato com'era ad infilargli la lingua in bocca. Baciava
come se potesse rubare l'anima - e forse era più di una sola
sensazione; comunque Martin non voleva pensarci in quel momento, non
mentre le sue mani trovavano la strada sotto la maglietta sbrindellata
del cantante, non mentre lo sentiva premergli duro e bollente contro
l'ombelico.
I rimorsi e il senso di colpa sarebbero venuti con l'alba; la notte non era il tempo dell'innocenza. Non più.
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