Una favola senza lieto fine
C’era uno
strano silenzio in quella stanza del reparto di terapia intensiva dell’ospedale
di Miami Dade. L’unico suono che Horatio sentiva era il fischio acuto della
macchina, che indicava la morte di Marisol, sua moglie.
Sapeva che
sarebbe successo, poiché lei era malata di cancro, e non le restava comunque
molto da vivere, ma non pensava che potesse essere così presto, e in quel modo.
Un proiettile le aveva perforato la milza e un rene, e lei era rimasta
incosciente per parecchio tempo, fino a poche ore prima, quando i medici
dell’ospedale avevano chiamato il fratello, per avvertirlo che la donna si era
svegliata.
Caine si era
precipitato all’ospedale, per poterla di nuovo vedere, per poter nuovamente
ammirare il suo sorriso, la cosa che lo aveva fatto innamorare di lei, ma dopo
mezzora che parlavano, lei si era spenta, e tutto per colpa di una banda di
criminali sudamericani, che per colpire lui, gli hanno ucciso la moglie e ferito
il cognato, uno dei suoi migliori agenti.
Si rimise
gli occhiali da sole, più per nascondere gli occhi lucidi che per ripararsi
dalla luce, poi prese il suo cellulare e compose il numero di Erik.
– Erik,
Marisol è morta. Mi dispiace. – disse, con la voce più calma che poteva
avere.
Dopodichè
uscì da quella stanza: aveva del lavoro da sbrigare.
Pochi giorni
dopo, venne celebrato il funerale.
Era presente
tutto il dipartimento, in fondo si trattava della signora Caine, la moglie di
Horatio, e tutti le erano affezionati, anche perché ne aveva passate tante, a
cominciare dal cancro che l’aveva devastata.
In prima
fila erano seduti Horatio e Erik, con i genitori della donna, che avevano saputo
del matrimonio della figlia solo a cose fatte e, dopo aver conosciuto il genero,
avevano sperato in un futuro felice, per entrambi, perché lui era una brava
persona, e si era sempre sinceramente preoccupato del suo benessere, riuscendo
anche a farla scagionare dall’accusa di spaccio, poco tempo prima che si
sposassero.
Ed ora era
tutto finito… la favola non aveva avuto un lieto fine.
La funzione
era finita, ma Horatio era rimasto al cimitero, a fissare la lapide della donna
che amava.
In silenzio
le fece una promessa: avrebbe trovato coloro che le avevamo fatto questo, e
gliel’avrebbe fatta pagare.
Sentendo una
lacrima scivolargli lungo la guancia, se l’asciugò e inforcò gli occhiali,
salendo in macchina e correndo verso il laboratorio.
|