Era un pomeriggio tranquillo a casa Singer. Bobby non aveva nessun caso da seguire, e se ne stava seduto alla scrivania, con un bicchiere di whisky tra le mani e qualche tomo davanti. Anche se non c’era alcuna minaccia, lui doveva sempre documentarsi.
Lo squillo del suo cellulare lo distrasse, e, con uno sbuffo, si alzò per andare a prenderlo. Riconobbe subito il numero.
- John! –
- Ehi, Bobby! Senti, sai dirmi qualcosa sui golem? –
- Golem? In che guaio ti sei cacciato?! –
- Tranquillo, tornerò vivo, ho affrontato cose peggiori! Vuoi dirmi quello che sai oppure devo mandarti un invito ufficiale. –
- Allora… Golem. Risalgono alla cultura ebraica, e il nome significa “embrione”, o “materia grezza”. Sono fatti di pietra, e vengono portati in vita grazie a delle formule in ebraico. Di solito usati per i lavori pesanti. –
- Come si uccidono? –
- Non è difficile. Per farli vivere, si scrive una parola, “emet”, sulla loro fronte, che significa “vita”. Per ucciderli, basta cancellare la prima “e”, trasformando così la parola “emet” in “met”, ovvero “morte”. –
- Grazie Bobby. Un’ultima cosa… Come stanno i ragazzi? –
- Ma allora sei di coccio! Non chiamarli ragazzi, Dean ha appena fatto nove anni! Sono ancora dei bambini, John! –
- Si, si, certo, come dici tu. Come stanno comunque? –
- Bene, bene, si saranno nascosti da qualche parte, quelle pesti. –
- Attento a Sammy. –
- Come sempre. –
Il vecchio cacciatore si risedette alla scrivania, facendo un piccolo sospiro e guardando davanti a sé. Golem. In cosa si stava cacciando John?
Un urlo di terrore lo fece scattare in piedi, e nello stesso momento uno spaventato Sam, di anni cinque, corse in salotto, fiondandosi in cucina.
Ma che diavolo…?! , pensò, poi si voltò vedendo entrare Dean.
Il bambino si era vestito completamente di nero, e si era messo sui capelli biondi una calza, alla quale aveva fatto due buchi per vedere, come testimoniavano i brillanti occhi verdi.
- Dean, perché stai spaventando tuo fratello? –
Il bimbo tirò fuori da dietro la schiena una canna di bambù, facendosela passare da una mano all’altra. Poi si lanciò all’inseguimento del fratellino, che nel frattempo era corso in giardino.
- I’m a fucking ninja!!! – urlò Dean, uscendo dalla casa.
Angolo autrice:
Ehm... saaalve! xD
ora posso veramente andare a nascondermi con la testa sotto la sabbia per la vergogna. è una schifezza!
Ma la dovevo scrivere, mi ha fatto sghignazzare tutta la notte!
Quindi... sopportate questi attacchi di nosense, ve ne prego!
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Bacioni,
Aelin. |