Prologo
Milo osservava divertito la scena di fronte a sé. Si trovava
nell’arena dello zodiaco, circondato da decine di guerrieri, sacerdoti e
cavalieri giunti in quel luogo per godersi lo spettacolo. Una leggera brezza
soffiava da est scompigliando i lunghi capelli dello Scorpione dorato. Di fronte
a lui si ergeva fiero il suo sfidante, munito di armatura da addestramento e di
una gran dose di spavalderia. Forse non sapeva chi stava per combattere o forse
se ne infischiava. A Milo poco importava. L’unica cosa importante era che ora,
dopo essere stato trascinato agli inferi a combattere Hades e gli Specter, dopo
aver sacrificato la vita sulla soglia dei Campi Elisi, dopo essere stato
finalmente riportato alla cara e preziosa vita, poteva tornare ed essere quello
che era, il Cavaliere d’oro dello Scorpione, custode dell’ottava casa. Poteva
tornare a combattere. I suoi occhi attenti non perdevano di vista il giovane
sfidante, studiandone ogni singolo movimento come un leone in procinto di azzannare
una gazzella nella savana, sempre con il suo solito ironico e provocatorio
sorriso dipinto sul volto. Finalmente il grande sacerdote Shion fece la sua
comparsa e si mise in piedi in cima all’arena.
<< Benvenuti a tutti voi, coraggiosi cavalieri del
Grande Tempio>> cominciò il Gran Sacerdote, ringraziando tutti i presenti
di essere giunti per l’avvenimento e prolungandosi in un grande discorso che
sembrava interessare tutti… tranne il poco paziente Scorpione dorato, che
iniziò a sbuffare e a muoversi nervosamente per l’arena “ Quante parole”
pensava tra sé e sé “quando si inizia a combattere?”
“Resta calmo Milo” disse una voce nella sua testa “sai bene
che questo scontro non deve essere mortale”
“si lo so Shaka è inutile che me lo ricordi” rispose
innervosito “ è tutta la mattina che mi esasperate voi tutti. Adesso non posso
neanche pensare senza ritrovarmi un cavaliere d’oro nella MIA testa a suggerirmi
continuamente cosa fare e cosa non fare. Non sono mica un bambino, posso
controllarmi”
Udì il cavaliere della Vergine ridere debolmente “Lo so
bene, voglio solo non correre rischi.”
“se posso intromettermi” disse una seconda voce
“Saga non cominciare anche tu per favore. Datemi un attimo
di tregua.” Rispose l’esasperato Scorpione cominciando a citare a memoria la
frase che si sentiva dire continuamente dal mattino precedente “ Lui è un
importante cavaliere di Apollo che è venuto al Santuario come ambasciatore per
proporre una pace possibilmente duratura e che essendo curioso di saggiare la
forza di un Cavaliere D’oro ha scelto ME come suo sfidante in uno scontro
assolutamente amichevole, che non finirà con uno spargimento di sangue. QUINDI
ORA LASCIATEMI IN PACE TUTTI QUANTI! O provvederò io stesso a tapparvi quelle
bocche” ringhiò minaccioso nella sua mente lo scorpione mostrando verso i suoi
compagni seduti poco distanti il suo aculeo cremisi. “molto bene” sentenziò
Saga molto più tranquillo “Buon combattimento, cerca di non uscirne troppo
malconcio” Milo si voltò e sorrise. Era bello riaverli tutti quanti, di nuovo uniti,
di nuovo Cavalieri.
Si voltò ancora verso il suo avversario. La sua armatura era
lucente, color avorio e finemente levigata, bracciali e schinieri avevano una
forma uniforme e si adattavano perfettamente al corpo massiccio del Cavaliere
di Apollo, ricoprendone braccia e gambe interamente; Il pettorale era piuttosto
spesso a quanto poteva vedere, con al centro una piccola gemma color zaffiro
che mandava un luccichio invitante. Infine l’elmo era una semplice corona che
cadeva sulla fronte leggermente sopra le sopracciglia.
Milo dovette ammettere che mai in tutta la sua vita aveva
visto un’armatura simile, e moriva dalla voglia di scoprire se fosse resistente
quanto bella.
< Cavalieri, Milo dello Scorpione Custode dell’ottava
casa e Andur di Atria del Triangolo
Australe> li chiamò Shion con voce autoritaria < siete pronti alla
lotta?> i due si fissarono un solo istante, poi si voltarono all’unisono
verso il Grande Sacerdote inchinandosi in segno di rispetto < Sì, lo
siamo> dopodiché si posizionarono alle estremità dell’arena, lo sguardo
serio i muscoli tesi, i loro cosmi pronti ad esplodere in caso di bisogno. Milo
avvertì il potere dell’avversario. Possedeva un cosmo potente, senza dubbio
pari al suo. Un gran sorriso si dipinse sul suo volto. “ Sarà divertente” si
disse. Poi si lanciò all’attacco svelto e rapido come sempre, pregustando la
tanto sperata Battaglia
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