Alpha
Centauri
Molto tempo fa, gli antichi greci chiamarono
centauri quelle creature con busto di uomo e gambe di cavallo che
popolavano le foreste e i boschi della Tracia, o forse della Tessaglia,
dipende dallo storico che decidiamo di prendere in considerazione.
Erano figli di Centauro, appunto, capostipite di tutta la razza, che a
sua volta fu generato dall’illecita unione tra Issione e
Nefele. Secondo una versione differente del mito, tuttavia, Centauro
nacque da Apollo, sfavillante dio del Sole e delle Arti, e da Stilbe,
una Ninfa, figlia di un dio fluviale. Di certo il protettore di Delfi
non aveva alcuna idea di cosa, nonostante la sua predilezione per il
fascino e per la bellezza, avrebbe generato insieme alla giovane
Stilbe. La tradizione vuole, infatti, che i centauri siano esseri
brutali, rumorosi e violenti. Armati di clave e archi, erano soliti
emettere urla spaventose.
Ciò di cui veramente tratta questa storia è,
tuttavia, la semplice esistenza di una stella. Questo splendido corpo
celeste, assai luminoso (il terzo dopo Sirio e Canopo) prende il nome
di Alpha Centauri. Per essere precisi, Alpha Centauri è un
sistema stellare triplo, situato nella costellazione, guarda caso, del
Centauro.
Ma tagliamo corto e cerchiamo di arrivare il più in fretta
possibile ai fatti di cui avevo intenzione di parlarvi. Alpha Centauri,
come dicevo, è composta da tre stelle: Alpha Centauri A, una
simpatica nana gialla allegra e sicura di sé; Alpha Centauri
B, sua sorella, una nana arancione un po’ irascibile, anche
scontrosa aggiungerei; e infine Proxima Centauri, una nana rossa. Ecco,
l’ultima delle tre componenti, Proxima Centauri, è
in assoluto (dopo il Sole ovviamente) la stella più vicina
alla terra, ma la sua vicinanza con il nostro pianeta sembra essere
motivo di lontananza dalle sue colleghe, Alpha Centauri A e Alpha
Centauri B. Infatti, la piccola nana rossa, percorre
un’orbita molto ampia attorno alla coppia principale,
rimanendo sola e avvilita mentre le sue sorelle gemelle condividono la
compagnia nel gelido buio della costellazione australe. Ci si potrebbe
chiedere perché la povera Proxima, meno luminosa e vivace
delle altre, sia relegata in quella posizione tanto spiacevole.
Sarà forse rumorosa e violenta come le creature che danno il
nome alla sua costellazione? Anche lei ruotava intorno alle sue sorelle
agitando una clava e gridando come una selvaggia? Vi dirò
esattamente com’è andata…
Tantissimi anni fa, ma davvero tantissimi, non sto scherzando, il
sistema triplo di Alpha Centauri viveva in armonia, compatto e sereno,
a sud della costellazione australe del Centauro e la terza componente
del trio stellare aveva ancora il nome di Alpha Centauri C. Sembrava
che tutto andasse bene tra le tre sorelle, ma la realtà era
che Alpha Centauri C non si era mai sentita a suo agio in presenza
delle gemelle Alpha Centauri A e Alpha Centauri B. La loro
complicità l’aveva sempre fatta sentire un
fastidioso terzo incomodo, e l’umorismo tagliente di Alpha
Centauri B non aveva certamente aiutato la situazione.
Un bel giorno, Alpha Centauri C, stanca di quella vita noiosa,
trascorsa ai piedi dell’immobile Centauro di stelle, rivolse
la sua attenzione verso un globo minuscolo, distante non troppi anni
luce. Si trattava della Terra. La vista di Alpha Centauri A e della sua
gemella Alpha Centauri B non era delle migliori, per cui non avevano
mai notato le terre emerse di quel piccolo pianeta. Al contrario, Alpha
Centauri C aveva ereditato l’occhio di falco dei suoi
prestanome arcieri e riusciva a distinguere perfettamente la morfologia
di quel territorio così curioso. Alpha Centauri C trascorse
anni, forse secoli, ad ammirare le lande deserte, le rocce e i fiumi, i
laghi, le montagne e le continue eruzioni vulcaniche che sconvolgevano
la superficie di quel pianeta neonato. Quando per la prima volta
individuò scorci di vegetazione, di natura che lottava per
diramarsi, e di esemplari di creature fantastiche,
indicibilmente precedenti alla comparsa dell’uomo,
desiderò disperatamente di piangere quelle lacrime che non
possedeva, tanto grande era la commozione per quello spettacolo
splendido. Era molto tempo, oramai, che non rivolgeva più la
parola alle sue sorelle, che, seppur in modo molto superficiale,
avevano iniziato a preoccuparsi. Alpha Centauri A, la meno odiosa delle
due, le chiese per la prima volta cosa ci fosse di sbagliato nella sua
vita, perché si ostinasse ad essere così
giù di morale. Fu allora che Alpha Centauri C
parlò dei suoi piani alle sue sorelle.
Fino a quel momento, la nana rossa aveva ardentemente desiderato di
cadere sulla Terra. Esatto, cadere. Voleva spezzare le opprimenti
catene che la tenevano ancorata alla costellazione del Centauro e
acquistare una di quelle splendide code che le comete sfoggiavano come
un vestito nuovo nell’oscurità della galassia.
Purtroppo in questo suo avventato progetto si presentava un unico
problema: Alpha Centauri era un sistema stellare triplo (parola chiave:
sistema) e lei non poteva semplicemente, di sua spontanea
volontà, staccarsi dalle sue sorelle e volare sulla Terra.
Sarebbero dovute venire anche loro. Per anni spese fiato a cercare di
convincere Alpha Centauri A e Alpha Centauri B, ma le due nane non
volevano saperne di abbandonare il loro dolce nido stellare. Alpha
Centauri C spiegò loro della splendida natura, florida e
rigogliosa, che stava tappezzando quei kilometri inesplorati di rocce e
di alte montagne. Con l’aiuto del Sole, loro vicino,
tentò di mostrargli gli spettacoli continui che le eruzioni
vulcaniche provvedevano a mettere in scena e gli esseri al di
là del mitologico che avevano iniziato a popolare le
foreste. Addirittura promise a quelle due testarde insopportabili di
incoronarle regine del pianeta una volta scese sulla Terra. Avrebbero
finalmente viaggiato e visto posti nuovi. Ma i tentativi non sembravano
sortire gli effetti voluti. Alpha Centauri A e Alpha Centauri B erano
irremovibili. “Mancheremo ai nostri doveri di stelle del
Centauro”, dicevano, “Questa è la nostra
casa”. Ad Alpha Centauri C non importavano quelle scuse
fiacche ed insulse e in un impeto di rabbia diede delle vigliacche alle
sue sorelle, minacciandole di far precipitare il loro intero sistema
mentre loro due dormivano.
Probabilmente i greci avevano ragione quando criticavano i centauri per
la loro scarsa sensibilità e il loro animo scontroso. Alpha
Centauri A e Alpha Centauri B non avevano alcuna intenzione di
permettere alla loro insolente sorella di rovinare il loro piccolo
paradiso di ozio stellare. Avrebbero preso seri provvedimenti, si
sarebbero addirittura rivolte al loro imponente fratello, il Centauro,
il padre della costellazione. Nesso, lo chiamavano, in onore del feroce
centauro che sfidò la furia di Ercole, portandolo
effettivamente alla tomba insieme a se stesso grazie
all’ingegnoso inganno che aveva orchestrato. Il Centauro
Nesso non fu affatto felice di ciò che gli venne riferito.
Nessuna stella, neanche la nana più insignificante, poteva
mettere a repentaglio la tranquillità di una delle sue
piccole sorelle e passarla liscia. Non sapeva che in realtà
Alpha Centauri C non avrebbe mai agito contro la volontà
delle due gemelle; Alpha Centauri A e Alpha Centauri B avevano
tralasciato quel fondamentale dettaglio. Insieme, Nesso e le due nane,
escogitarono la punizione perfetta per la povera Alpha Centauri C. La
malcapitata non aveva idea di ciò che le sarebbe capitato.
Non appena Alpha Centauri C si addormentò, le sue infami
sorelle si allontanarono quanto i vincoli del sistema gli permettevano
e lasciarono via libera al Centauro. Nesso, chiamando a raccolta le
stelle della costellazione che formavano il suo arco, prese la mira con
cura, concentrandosi sull’appena visibile fascio di luce che
teneva stretta Alpha Centauri C alle due gemelle. Con lucida precisione
scoccò una freccia dorata che viaggiò velocemente
verso il sistema Alpha Centauri. La punta affilata del dardo
spezzò il legame della nana rossa con il resto della
compagine e Alpha Centauri C fu sbalzata, in un’esplosione di
luce e polvere, lontano dalle sue sorelle. Quando aprì gli
occhi, in preda al terrore, era ormai troppo tardi: si trovava
incastrata in un’orbita preparata apposta per lei dal
Centauro lontano da quella di Alpha Centauri A e Alpha Centauri B, ma
pur sempre nello stesso sistema stellare.
Rivolse lo sguardo carico di sgomento al Centauro che l’aveva
appena imprigionata e gli chiese perché, perché
proprio quella doveva essere la sua punizione. Nesso le fece notare che
ormai, da quell’orbita, era la stella più prossima
alla Terra dopo il glorioso dio Sole. In questo modo avrebbe sofferto
di essere vicino a ciò che più agognava senza
tuttavia riuscire ad ottenerlo. Anzi, rimanendo confinata nel luogo che
mai avrebbe dovuto pensare di abbandonare. La povera Alpha Centauri C
si vide costretta ad orbitare lontano dalle sua sorelle, sola, triste e
insoddisfatta, per sempre condannata ad un’esistenza carica
di dolore. Dal quel momento il suo nome cambiò da Alpha
Centauri C a Proxima Centauri, affinché tutti sapessero che
quella nana rossa era prossima al sistema stellare Alpha Centauri ma
non gli apparteneva del tutto.
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