The Silence

di RedHot
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The Silence

 
Odiava quando litigavano. Lo detestava.

Le loro grida riecheggiavano in tutta la casa, fra pareti spoglie e copri letti sgualciti. Le sentiva nelle orecchie, sulla pelle. Le sentiva come schiaffi, pugni e calci.

Voleva solo il silenzio. Pochi, fragili istanti di niente.

Voleva che la smettessero, che dicessero “è solo uno scherzo” e tornassero a organizzare le grigliate in giardino durante le sere d’estate, o le gite al luna park la domenica.

Che fine avevano fatto quei ricordi?

Si stavano nascondendo, come lei, dietro una poltrona troppo vecchia e con un coniglietto rosa che perdeva pelo insieme agli occhi di bottone.

Ma anche lì, barricata in un angolo del suo mondo, il silenzio non esisteva; non fra piatti rotti e sedie rovesciate, non in quella casa.

Doveva andarsene, prima che le orecchie non funzionassero più, dopo che il coraggio sarebbe sceso nelle gambe per alzarsi e lasciare tutto.

Perché nessuno la ascoltava? Perché nessuno chiedeva se le stesse davvero bene rimanere inginocchiata là dietro, costretta ad ascoltare cose che facevano solo male?

Si sentiva inesistente, invisibile. Un essere che girovagava sulla terra per lo stupido scherzo di qualcuno che guardava dall’alto e sorrideva. Insensatamente, sorrideva.

Non voleva.

Non le piaceva.

Non ascoltava.

Basta.

Il coniglietto rotolò sul tappeto.

La porta si chiuse, sbattendo.

In casa, il Silenzio.





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