Se ne era andata
nell'indifferenza
generale, un colpo ed era crollata a terra senza vita.
Non c'era stato
tempo per cercarla, per
piangerla, per tentare di salvarla e la notizia della sua morte era
giunta in un momento in cui tutti erano ancora troppo sorpresi di
essere vivi per riuscire a rendersi conto di quello che era successo.
E lui non si era
comportato in modo
diverso dagli altri in quel momento, ancora troppo teso per la
battaglia per poter capire, per poter accettare.
Aveva detto
qualcosa a proposito di una
bocca dell'inferno a Cleveland, la sua mente tesa verso i
combattimenti futuri forse per non dover pensare a quello appena
finito.
Sapeva che per
molto tempo avrebbe
sognato i Turok-Han, l'orda di terribili vampiri che lo attaccavano e
che sembravano non finire mai. Aveva combattuto a lungo, per un tempo
che gli era sembrato interminabile, anche molto dopo che le forze lo
avevano abbandonato. Aveva continuato a uccidere quasi per inerzia,
sapendo che se si fosse fermato anche solo per un attimo non ce
l'avrebbe fatta a ricominciare e sarebbe morto.
Come lei.
Giles lasciò
che l'acqua
bollente della doccia gli sciogliesse i muscoli indolenziti, e
appoggiò la testa contro le piastrelle della parete tenendo
gli occhi chiusi, ascoltando il rumore dell'acqua che gli scivolava
addosso.
Fu in quel momento,
mentre il calore e
la stanchezza lavavano via il terrore e la tensione, che la
consapevolezza delle perdite che avevano subito gli piombò
addosso con tutto il suo peso.
Uscì dalla
doccia, si avvolse in
un accappatoio e si gettò sul letto del motel, troppo esausto
anche per infilarsi sotto le coperte. Rimase immobile ad occhi chiusi
ma senza poter dormire, con la mente invasa da mille pensieri
contrastanti.
Una parte di lui
gridava di gioia al
pensiero che fosse tutto finito, che ora la Cacciatrice non sarebbe
più stata sola contro tutto il male del mondo ed era felice di
essere vivo contro ogni previsione, ma un'altra parte era
immensamente triste al pensiero delle vite perdute quel giorno.
Le potenziali,
Spike e poi lei, Anya.
La sua morte forse
era quella che gli
faceva più male: Spike era un vampiro, anche se li aveva
aiutati non erano mai stati davvero amici e anche se la morte delle
potenziali era una triste perdita, non le conosceva ancora abbastanza
per potersi sentire legato a loro.
Ma con Anya era
diverso.
Anya era parte
degli Scoobies, era
stata sua amica e aveva lavorato al suo fianco per oltre un anno e la
sua morte lo faceva soffrire, un dolore profondo che gli feriva
l'anima e che lo faceva sentire vuoto.
Sorrise leggermente
nel ripensare ai
loro battibecchi sulla gestione del Magic Box e alla capacità
della ragazza di dire sempre le cose come stavano senza scomporsi
minimamente, poi sospirò pensando a quanto aveva sofferto per
l'abbandono di Xander.
Per un momento
Giles sentì il
desiderio di alzarsi e di andare a colpire il ragazzo per quel
comportamento e per la reazione fredda alla notizia della sua morte,
poi si rese conto che anche la sua reazione era stata fredda e si
lasciò ricadere sul letto con un sospiro.
Probabilmente in
quel momento Xander
stava male quanto lui e si stava torturando coi sensi di colpa.
La rabbia
svanì in fretta come
era nata e Giles si rese conto che era servita solo a spianare la
strada ai *suoi* sensi di colpa.
Se Anya era morta
era anche colpa sua.
Non lo sapeva, non
ne aveva il ricordo,
ma era stato lui, il Rupert Giles dell'altra dimensione, ad aver
distrutto il medaglione che l'aveva resa umana e mortale. Era stata
Anya stessa a raccontarglielo una volta che gli aveva chiesto un
aumento di stipendio, rinfacciandogli quel fatto per farlo sentire in
colpa e ottenere quello che voleva.
All'epoca le era
scoppiato a ridere in
faccia, ma *ora* quelle parole stavano sortendo il loro effetto.
Lui l'aveva
condannata alla mortalità
e non le era nemmeno stato accanto quando Xander l'aveva abbandonata.
Era tornato solo per salvare Willow eppure Anya non gli aveva
rimproverato quell'assenza, era stata solo felice di vederlo e gli
era rimasta accanto quando era ferito e in punto di morte.
Giles sorrise nel
ricordare l'abbraccio
irruento di lei che gli aveva quasi stritolato le costole ferite e
sentì le lacrime spuntargli negli occhi al pensiero di
quell'unico bacio che si erano scambiati quando avevano perso la
memoria e credevano di essere fidanzati.
Quel dolore,
sommato alla stanchezza e
alla carenza di sonno, lo sopraffece e l'Osservatore scoppiò a
piangere come non gli succedeva da molto tempo, da quando Buffy si
era sacrificata al posto di Dawn.
Pianse a lungo, col
viso affondato nel
cuscino, senza neanche preoccuparsi di asciugarsi le lacrime.
E su quelle lacrime
versate per Anya,
Rupert Giles infine si addormentò. |