Vitam ago (vitam dego)

di elfin emrys
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Se c'è una cosa che odia, è puntare al sopravvivere e non al vivere.

E a Camelot si è trovato a fare esattamente questo: tirare a campare.

 

Innanzitutto, non si ricorda quando ha iniziato a fare così, non se lo ricorda, davvero. Forse è stato quando quel Drago, che sia maledetto, gli disse del suo Destino. O forse è stato quando per la prima volta salvò l'Asino Reale. Seriamente, non è sicuro di quando collocare questa sua vera e propria decadenza.

Secondo poi, ci stanno motivi ben precisi perchè Merlin crede che ormai non stia più vivendo. Si sente sul punto di morire da un momento all'altro, in continuazione, costantemente. Tutto il suo corpo trema di tensione ogni volta che un rumore diverso dagli altri arriva alle sue (ben grandi) orecchie e questo suo puro terrore vibra nell'aria, come scoccato dalla freccia della paura, perforando il silenzio che si viene a creare dentro la sua testa. Perchè, sì, teme davvero di non farcela.

Terzo, non crede davvero più che esista anche solo un limite di margine nella sua vita. C'è il Destino e basta. Non può fare nulla che quest'ultimo non richieda esplicitamente, non può fuggire, scappare, come invece vorrebbe. E così si ritrova costantemente in bilico fra la luce e l'ombra, fra Merlin e Emrys... davvero, lui qual è dei due, ormai?

Non contiamo poi Arthur, oh, il principe, il re, l'asino, la testa di fagiolo! Lui sì, sì che gliele fa vedere di tutti i colori. Davvero, lo deve salvare da qualsiasi cosa, addirittura da se stesso. Ma Arthur è diventato un uomo, è cresciuto... ma con lui sono cresciuti anche tutti i pericoli che Merlin deve affrontare, che Merlin deve arginare, che Merlin, Merlin, Merlin!

Ma del resto, se Arthur avesse dovuto morire, anche lui sarebbe morto, si sarebbe spento, come quando la lampada finisce l'olio.

Ed è quella la verità: lui vive per Arthur, per ogni suo respiro, per ogni singolo millimetro della sua pelle, per ogni millilitro di sangue che scorre nelle sue (nelle loro) vene.

Ed ecco che l'illuminazione arriva spontanea, mentre Arthur esce dall'ombra del suo trono e si presenta davanti a lui, con un sorriso leggero, maturo, sulle labbra.

 

Anche i maghi più grandi del mondo finiscono, alla fin fine, per vivere. Anche per gli altri.

 

Note:

Veramente, non so cosa sia! Mi è venuta così, stavo scrivendo tutt'altra cosa e a un certo punto mi sono trovata a scrivere di Merlin. Non so se si è capito il messaggio che volevo mandare con questa fanfiction. Veramente, credo sia la mia prima one-shot che parli dal punto di vista di Merlin: ho sempre scritto di Arthur o Uther o Morgana. Insomma, solo dei Pendragon XD Spero che mi sia venuto qualcosa di decente per voi. Sapete, era da troppo che non scrivevo di Merlin (che poi avrei il capitolo della mia long da mettere, seriamente, l'ho finito cinque giorni dopo aver messo lo scorso, ma proprio c'è qualcosa che non mi convince), mi stava venendo l'ansia!

Un commentino non mi farebbe male, comunque ;)

Kiss





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