Serie: Moments of Life
Anime/Manga:
Inazuma Eleven (Go)
Pairing: TsurugixShindou; KirinoxKariya; KidoxHanda;
GouenjixEndo
Note: Si tratta
di una serie di fiction, one-shot o long fic; sono tutte ambientate nello stesso
‘mondo’ per così dire, perché in fondo sono tutte collegate. Alcune risaliranno
completamente o solo in parte anche alle prime tre serie; dipende dal paring su
cui mi concentro. Ora tutti si chiederanno da dove ho preso KidoxHanda e
sinceramente non lo so nemmeno io. Diciamo che mi piace l’idea del genio del
calcio che sta con una persona normale. Poi Shinichi Handa a me è sempre
piaciuto e mi è dispiaciuto quando nelle serie oltre la prima è stato
praticamente ignorato, povero cucciolo! Un altro piccolo avvertimento, qui Endou
non è assolutamente sposato con Natsumi. No cioè parliamone, dove se lo sono
inventati questo paring? Endo deve stare con Gouenji!!! Punto e
stop!
--
Titolo: Unspoken Desires
Paring: TsurugixShindo
Disclaimer:
Ovviamente Inazuma Eleven non mi
appartiene, altrimenti ci sarebbero delle modifiche sostanziali alla
trama.
Avviso: One-shot, Shounen-ai
Genere: Romantico, Sentimentale
Note: - … - parlato; " … " pensato
Summary:
"Shindou Takuto ci aveva riflettuto a lungo […] aveva dovuto confrontarsi
con dei sentimenti che non era riuscito a decifrare. All’inizio almeno. Perché
ci aveva riflettuto, seriamente e a lungo e alla fine era giunto a una
conclusione. Provava qualcosa per Tsurugi Kyousuke."
Unspoken
Desires
Shindou Takuto ci aveva
riflettuto a lungo e di tempo per farlo ne aveva avuto a volontà durante la sua
permanenza in ospedale. Già da prima del suo incidente alla semifinale della
Holy Road aveva dovuto confrontarsi con dei sentimenti che non era riuscito a
decifrare. All’inizio almeno. Perché ci aveva riflettuto, seriamente e a lungo e
alla fine era giunto a una conclusione.
Provava qualcosa per Tsurugi
Kyousuke.
Anche se detto in questi
termini, secondo Shindou, non rendeva bene l’idea di ciò che stava passando. Né
come cercasse di non arrossire ogni volta che lo guardava. Né come il suo
battito accelerasse ad ogni minimo contatto, non importava se dentro o fuori il
campo di calcio. E di certo non spiegava chiaramente tutta quella serie di
strani comportamenti e stupide sensazioni che scatenava la sua sola presenza
nella stessa stanza.
All’inizio aveva pensato di essere pazzo, insomma stava parlando della stessa
persona che aveva cercato di distruggere la Raimon Eleven. Ma più Tsurugi si
integrava nella squadra più gradiva della sua presenza costante. Quelle volte
che non si presentava agli allenamenti si preoccupava suo malgrado. Si era
sempre detto che lo facevo in qualità di capitano, perché lui si preoccupava di
tutti i membri della squadra. Ma con il senno di poi la
spiegazione era sicuramente un’altra.
Il cambiamento decisivo era
avvenuto durante la sua convalescenza in ospedale. Nonostante cercasse di
nasconderlo, nonostante cercasse di sorridere e dire che andava tutto bene, era
infinitamente triste per non aver potuto partecipare alla finale della Holy
Road. Ma sentiva che c’era qualcos’altro.
Un giorno stava camminando per
l’ospedale con le stampelle quando vide Tsurugi camminare in uno dei tanti
corridoi. All’inizio pensò che fosse venuto a trovarlo, il solo pensiero gli
fece battere il cuore a mille. Ma subito capì che si era sbagliato. Lo seguì
fino a una stanza dove, secondo la targa sul muro, era ricoverato suo fratello.
Sapeva della sua situazione e dell’operazione, Tenma glielo aveva detto il
giorno prima della finale. Ma nulla lo stupì di più del tono dolce e gentile che
Tsurugi usava con suo fratello.
Non l’aveva mai sentito con un
tono simile. Non era un grande chiacchierone e quelle poche volte che apriva
bocca difficilmente usciva qualche gentilezza. Ora che avevo scoperto qualcosa
di così unico, inspiegabilmente voleva di più. Si sporse di poco oltre la porta
tanto quel che bastava per vederli e non essere visto a sua volta; il sorriso
sul volto di Tsurugi fece cambiare qualcosa dentro di se.
Per la prima volta capì i suoi
sentimenti e ne fu felice. Tutto sembrava più vivo, più luminoso.
Improvvisamente si sentiva bene con se stesso e con quelle nuove emozioni che
provava. Un’euforia lo pervase e si ritrovò a ridere per la felicità che sentiva
sgorgare come un fiume in piena. Ma tutto questo non durò a lungo.
Era il giorno del suo rilascio
dall’ospedale e quasi tutta la squadra era venuta a trovarlo; l’unico assente
era Tsurugi, ma questo non bastò a rompere la sua gioia, in fondo non era mai
venuto a trovarlo. Ma ora sapeva qualcosa che gli altri non sapevano e questo
gli bastava. Gli era stato tolto il gesso il giorno prima e, anche se un po’ a
fatica, camminò sulle sue gambe fuori dall’ospedale.
Al suo fianco c’era Tenma che
con passione gli raccontava tutto quello che era successo dalla sua ultima
visita, gli disse che anche se era stato bello fare il capitano non vedeva l’ora
di ridargli la fascia rossa. Ci sarebbero voluti ancora alcuni giorni, ma non
vedeva l’ora di tornare a giocare a calcio. Per tutto quel tempo si era
intrattenuto a parlare con Taiyou Amamiya, anche lui ricoverato lì, ma non era
la stesa cosa che calciare un vero pallone.
Fu l’ultima frase del ragazzo a
far scattare qualcosa; stava salendo sulla macchina con sua madre che lo avrebbe
accompagnato fino alla Raimon per vedere gli allenamenti quando Tenma lo fermò,
sguardo basso e dispiaciuto
-Mi dispiace, ma non sono
riuscito a convincere Tsurugi a venire-
All’inizio non ci dette molto
peso, ma quando arrivò al campo iniziò a capire cosa ci avesse trovato di
strano. Mentre faceva finta di ascoltare le chiacchiere delle tre manager della
squadra teneva occhi e orecchie aperti a tutto ciò che succedeva sul campo. Ciò
che notò quel giorno lo riscontrò anche nei successivi.
Tsurugi sorrideva, non come al
fratello ma comunque erano sorrisi, solamente a Tenma. In più lo aiutava spesso
con gli allenamenti e con le hissatsu. Insomma, stavano insieme una quantità di
tempo spropositata. E c’era una sola risposta. A Tsurugi piaceva Tenma. E,
poiché quest’ultimo non faceva altro che parlare del seed, era propenso a
pensare che fosse ricambiato.
Così velocemente com’erano
arrivate, quella gioia ed euforia sparirono in un attimo. Prima gli bastava solo
vivere dei sentimenti che nutriva per il giovane attaccante; ora invece agognava
di essere ricambiato, anche se sapeva che era una cosa impossibile. Tutti i
colori si spensero e il mondo non fu più vivo davanti ai suoi occhi. Non aveva
mai creduto a queste cose finché non le aveva provate in prima
persona.
E ora non poteva far altro che
fingere, sorridere e dire che andava tutto bene se gli chiedevano cos’avesse.
Cercò di fare del suo meglio, di andare avanti, di dimenticare quei sentimenti.
Ma più cercava di respingerli più questi tornavano indietro forti e
prepotenti.
--
Tenma sapeva che c’era qualcosa
che non andava con il capitano. Da quando era tornato dall’ospedale qualcosa si
era spento nei suoi occhi e la cosa non gli piaceva. All’inizio pensava fosse
per il risentimento di non aver partecipato alla finale, ma l’unica scintilla di
gioia appariva quando calciava un pallone, quindi non era per il
calcio.
Più tempo passava più si
preoccupava, più si preoccupava più cercava di scoprire cosa non andasse. Aveva
perso il conto delle volte che aveva chiesto al capitano di parlargli, di
confidarsi con lui se c’era qualcosa che lo turbava, ma la risposta era sempre
la stessa. Con una scrollata di spalle e un sorriso troppo sforzato sul volto
gli diceva che andava tutto bene e o se ne andava o cambiava
argomento.
Aveva ormai perso le speranze
quando un giorno il capitano si presentò davanti a lui, sguardo basso senza
guardarlo negli occhi, e disse di volergli parlare. Si erano allontanati con la
scusa di dover discutere di una questione risalente al ruolo di Tenma di
capitano. Ci erano voluti diversi minuti prima che Shindou parlasse, ma Tenma
era deciso a dargli tutto il tempo che gli serviva
-Tenma- Ci fu subito una pausa e
Shindou credette di non riuscire a chiederglielo. Non poteva andare avanti così
nel dubbio, quindi voleva confrontarsi con Tenma. Fece un profondo respiro per
calmarsi -Tenma, ti piace Tsurugi?- Ci furono lunghi secondi di silenzio. Tenma
non era sicuro di aver capito bene; insomma tutto qui? Era questo che stava
assillando il capitano?
-Certo che mi piace- Disse
sorridendo. Tsurugi era un importante membro della squadra ed era suo amico;
perché il capitano pensava che non gli piacesse? Ciò che non si aspettò fu
l’espressione ferita sul volto di Shindou con tanto di lacrime agli occhi. Non
riuscì a dire o fare niente
-Okay- Furono le sue uniche
parole quasi rotte da un singhiozzo prima che scappasse via. Tenma rimase
immobile nella stanza. Che se ne fosse andato perché pensava che volesse bene
solo a Tsurugi?
-Ma, a me piace anche il
capitano-
--
Quando Tenma tornò al campo
Tsurugi era pronto per dirgli qualcosa su quest’assenza prolungata, ma subito
notò che il capitano non era con lui. La cosa era strana, si erano allontanati
insieme per discutere, perché allora Shindou non era tornato. In più
l’espressione sul volto di Matsukaze non gli piaceva. L’ultima volta che aveva
visto quell’espressione era depresso perché non riusciva nel ruolo del capitano.
-Matsukaze, dov’è il capitano?-
Il ragazzo non rispose subito, aspettò di esserli davanti poi alzò di poco lo
sguardo dal terreno
-Tsurugi …-
-Cos’è successo?-
-Il capitano mi ha chiesto se tu mi piacevi. Io gli ho risposto di sì, ma poi
se n’è andato piangendo. Penso che si sia arrabbiato perché pensa che non mi
piaccia- Per qualche secondo Tsurugi pensò, sperò, che stesse scherzando, ma quasi subito
si rese conto che era serio. Davvero, bisognava essere parecchio ingenui per non
aver capito le vere parole del capitano, ma Matsukase Tenma era un caso anomalo
in molti sensi
-Non ti preoccupare, ci penso
io- Il volto del giovane giocatore sembrò illuminarsi un poco
-Davvero?-
-Sì, sì- Rispose sbrigativo. Non
aveva molto tempo se voleva raggiungere il capitano. Molto probabilmente la
persona che aveva intravisto correre via era proprio lui -Dì all’allenatore che
sono dovuto andare via prima- Non aspettò una risposta e corse fino agli
spogliatoi, dove prese in fretta la sua roba e senza cambiarsi corse verso
l’uscita della scuola.
Shindou era veloce a correre ma
lui lo era di più, se si impegnava un po’ poteva raggiungerlo facilmente. Quando
fu fuori dal cancello si guardò intorno; che strada prendere? Fu fortunato; da
lontano scorse i sui capelli. Dalla sua andatura e dal fatto che l’avesse
trovato così vicino alla scuola capì che doveva aver smesso di correre quasi
subito. Decise di rallentare anche lui ma di tenere comunque un passo
veloce.
In pochi secondi fu a pochi
metri di distanza da lui e stava per chiamarlo in modo da attirare la sua
attenzione quando notò che Shindou stava per attraversare la strada con il
rosso. Il suo sguardo era rivolto verso terra e sembrava non prestare attenzione
al mondo circostante. Era forse a meno di un metro dalla fine del marciapiede e
non sembrava intenzionato a fermarsi.
La voce gli morì in gola e si
sforzò di fare un ultimo scatto. Riuscì ad afferrarlo per un polso proprio prima
che mettesse un secondo piede sul nero asfalto. Per riportarlo sul marciapiede
fece leva sul suo braccio, ma il repentino movimento fece in modo che Shindou si
girasse verso di lui, che per la sorpresa non oppose resistenza, andandogli
praticamente contro.
I suoi occhi rossi erano
spalancati e colmi di lacrime e le sue guance lievemente arrossate erano
bagnate. Sul suo volto la sorpresa aveva preso completamente il sopravvento su
qualsiasi altra emozione. Entrambi non si mossero per diversi secondi. Shindou
cercò di dire qualcosa ma sembrava che le parole non riuscissero a lasciare la
sua bocca
-T-Tsurugi?- Fu tutto ciò che
gli uscì
-Se ti piaccio puoi anche
dirmelo in faccia- Fu la risposta di Tsurugi. L’aveva pronunciata a bassa voce
ma stranamente Shindou era riuscito a sentirla.
Senza volerlo arrossì, ma non
fece in tempo a dire altro che fu trascinato dall’altro ragazzo che ancora lo
teneva per il polso. Non sapeva dove stavano andando, né per quanto tempo
camminarono. Non sapeva nemmeno perché lo stesse seguendo o perché non stesse
minimamente protestando. Ma in fondo quello non era ciò che aveva sempre
sognato? Solo sentire le loro pelli a contatto lo stava mandando in
iperventilazione, sperava solo di mascherarla con un finto fiatone da
corsa.
Si fermarono davanti ad una casa
come tante altre, due piani con piccolo giardino. Vide Tsurugi tirare fuori
delle chiavi e aprire il cancelletto e successivamente la porta. Ciò che
successe dopo accadde tutto molto velocemente. Non fecero in tempo a entrare che
sentì la porta sbattere alle sue spalle. Tsurugi lasciò andare la presa sul suo
polso, ma prima che potesse fare un singolo movimento lo afferrò per le braccia
e lo sbatté contro la porta. Per la forza del colpo chiuse involontariamente gli
occhi, ma poi li spalancò, sorpreso, quando sentì un paio di labbra sulle
sue.
La sua mente ci mise molto a
processare l’informazione e più passava il tempo più tutto gli sembrava
surreale. Tsurugi non poteva … non … lo stava davvero baciando? Per tutta la
durata del bacio, pochi secondi, ma che sembrarono un’infinità, Shindou non
rispose. Se per lo shock, per la sorpresa o chissà cos’altro non lo sapeva,
ormai non era più certo di niente.
Quando sia le sue labbra che le
sue braccia furono libere Shindou scivolò a terra, come se fino a quel momento
Tsurugi fosse stato l’unica cosa a reggerlo in piedi. La sua mente era ancora
vuota, ma ben presto la consapevolezza di ciò che era successo lo colpì in
pieno, come una secchiata di acqua gelida. I suoi occhi si spalancarono, nuove
lacrime minacciarono di uscire. Si portò le mani tremanti al volto, come a
volerlo coprire. Per tutto il tempo Tsurugi non fece nulla se non guardarlo
elaborare ciò che era successo
-P-Perché l'hai fatto. Non ti
piace Tenma?- Ora che l’aveva chiesto non era sicuro di volerlo sapere. E se
fosse stato solo uno scherzo? Un gioco per lui? Quando lo sentì ridere, Shindou
credette che il mondo gli fosse appena crollato addosso
-Come potrebbe piacermi
Matsukaze?!- Eh? Shindou abbassò le mani dal volto e alzò lo sguardo verso il
ragazzo davanti a lui
-Q-Quindi n-non ti piace?-
L’espressione sul volto di Tsurugi era per metà sorpresa e per metà
stranita
-No! Da dove l'hai presa questa
idea?- Shindou arrossì e distolse lo sguardo
-Scusa tanto se state sempre
così appiccicati e … e poi sono sempre più grande di te, quindi vedi di
rivolgerti a me di conseguenza- Okay, stava trovando scuse per togliersi
quell’imbarazzo di dosso
-Hai[1], hai senpai[2]-
Il suo tono era derisorio, ma non seppe dire se fosse rivolto a lui o verso il
suo commento -Se è per questo anche tu e Kirino-senpai state sempre insieme- Si
stupì a sentire come una nota irritata, ma molto probabilmente se l’era solo
immaginata
-Cosa centra, lui è mio compagno
di classe e un amico da molti anni. Poi penso che Kariya abbia una cotta per
lui- Su questo punto tutti erano d’accordo. Il ragazzo era la tipica persona che
stuzzicava la sua cotta
-Quindi eri disposto a
nascondere i tuoi sentimenti per favorire questa fantomatica relazione tra me e
Matsukaze, eh? A volte sei davvero un codardo- Al diavolo i sentimenti che
provava per lui, in quel momento lo stava facendo arrabbiare
-L'ho fatto per il bene della
squadra! E poi tu come fai a saperlo?-
-Hai, hai. Se davvero vuoi saperlo è stato Matsukaze a dirmi cos’è successo.
Oh, per la cronaca lui aveva inteso il tuo ti piace come quello di un amico. Per
il resto è stato facile capire cosa passasse per la tua testa- A volte quel tono
non lo sopportava proprio. Ogni volta che lo sentiva gli sembrava di esserseli
immaginati quel sorriso e quel tono di voce che usava con suo fratello. Shindou
abbassò lo sguardo di nuovo in imbarazzo e con anche un pizzico di
umiliazione
-Se siamo qui perché tu ti
prenda gioco di me allora possiamo anche farla finita qui- Il solo pensiero
bastava a fargli tornare le lacrime agli occhi.
Il suo momento di
autocommiserazione fu interrotto da un basso ringhio arrabbiato e un paio di
mani che di nuovo lo afferrarono per le braccia sbattendolo contro la porta. Ma
questa volta non ci fu un bacio, mentre stille salate uscirono dalla barriera
dei suoi occhi; Shindou vide il volto di Tsurugi avvicinarsi al suo per poi
deviare verso il suo orecchio sinistro
-Ti dico una cosa- Fu solo un sussurro, o forse fu proprio perché fu un sussurro,
ma Shindou chiuse gli occhi involontariamente mentre un brivido gli passò lungo
la schiena -Non bacerei mai nessuno per divertimento- I suoi occhi si aprirono
di scatto, sorpresi
-V-Vuol dire …- Non riuscì
nemmeno a finire la frase che l’emozione gli tolse il fiato in gola. Una
fiammella di speranza si accese nel suo cuore, ma non era ancora sicuro se
aiutarla a crescere o meno
-Se te lo devo dire chiaro e
tondo … sì, mi piaci- Non c’erano parole per descrivere ciò che stesse provando
in quel momento. All’inizio credette di non aver sentito bene, ma l’espressione
sul volto di Tsurugi lo rassicurò e suo malgrado si ritrovò a ridere dalla
gioia, come aveva fatto quel giorno in ospedale quando aveva scoperto di essersi
innamorato di lui -Ora voglio sentirtelo dire- Continuò Tsurugi asciugandogli le
lacrime mentre lui continuava a ridere dalla felicità che stava
provando
-M-Mi piaci- Doveva essere uno
schifo, tra lacrime e guance sicuramente rosse, ma era felice e nulla avrebbe
infranto quel momento
-Ora va meglio- E in quel
momento gli sorrise come sorrideva sempre a suo fratello e Shindou non poté che
rimanere ammaliato. Non ci pensò due volte e lo abbracciò, le braccia che gli
circondavano il collo. Per la forza del gesto Tsurugi dalla sua posizione in
ginocchio finì seduto con Shindou tra le sue gambe. Rise anche lui e ricambiò
l’abbraccio, una mano tra i suoi capelli e l’altra a circondargli un
fianco.
E il secondo bacio che si
scambiarono fu diverso dal primo. Questa volta Shindou si lasciò trasportare e
ricambiò il gesto cercando di convogliare in quel contatto tutto ciò che stava
provando in quel momento e tutto ciò che aveva provato fino ad ora. Un misto di
gioia, eccitazione, stupore, ilarità ma anche un po’ di paura. Cosa sarebbe
successo d’ora in poi?
-Smettila di pensare ad altro quando ci stiamo baciando- Commentò lapidario
Tsurugi una volta che si furono separati. Shindou arrossì, un po’ per essere
stato scoperto, ma in gran parte per il suo tono così diretto
e spudorato
-Scusa- Sentì Tsurugi
sospirare
-Fammi indovinare. Ti stai
chiedendo cosa succederà d’ora in poi. Vero?- Il capitano della Inazuma Eleven
rimase per alcuni secondi seduto di fronte a lui, senza dire niente, la sua
espressione un po’ più triste rispetto a prima
-Se si venisse a sapere ci
sarebbe uno squilibrio troppo grande nella squadra. Non ci possiamo permettere
un certo lusso-
-Non dobbiamo dirlo per forza.
Anche se non ci fosse stata la squadra quante possibilità avremmo avuto di
poterlo dire apertamente?-
-Possiamo tenerlo tra noi, una cosa solo nostra. Non dobbiamo dirlo per
forza,
giusto?- Shindou cercò di sorridere ma molto probabilmente non era molto
convincente. Ma in fondo non gli importava molto, se poteva stare con lui andava
bene
-No, infatti- Tsurugi cercò di
ricambiare il sorriso tendendogli una mano. Shindou annuì e allungo anche lui la
mano, stringendo quella protratta davanti a lui -Andrà tutto bene, Takuto-
Continuò stringendo un po’ la presa come a incoraggiare le sue stesse parole. Ma
Shindou non se ne accorse subito, troppo preso ad arrossire per aver sentito il
suo nome venir pronunciato proprio da lui
-Già- Tsurugi assunse
improvvisamente un’aria scocciata
-Ti ho chiamato per nome,
potresti fare altrettanto- Shindou sarebbe arrossito ancora di più se non fosse
già stato completamente rosso in volto
-O-Okay, K-Kyousuke- Il ragazzo
sorrise soddisfatto. Si alzò in piedi aiutando Shindou che ancora teneva per
mano
-Andiamo in camera mia, staremo
più comodi- Furono le sue parole prima di incamminarsi
In quel momento Shindou Takuto,
capitano della Inazuma Eleven, mentre camminava un passo dietro al ragazzo di
cui si era accorto di essersi innamorato, non riuscì a pensare ad altro che a
lui, alla felicità che sentiva. Non gli importava niente del resto del mondo,
dei suoi genitori, della scuola, della squadra, nemmeno del calcio.
In quel momento erano solo due
ragazzini che volevano stare insieme. Per sempre.
*Owari*
Dizionario
[1] Hai: Sì
[2] Senpai: Termine di rispetto utilizzato a scuola e sul
posto di lavoro verso un compagno o collega più anziano o con maggiore
esperienza
-Konnichiwa!!- ndRan
-E ti sembra il caso di essere così allegra?- ndJane
-Perché no? Abbiamo scittto qualcosa!- ndRan
-Sì, ma ci abbiamo messo quasi due mesi- ndJane
-Ad essere sinceri, ci abbiamo messo due giorni per scrivere quattro pagine e
poi un mese e mezzo per le ultime righe ...- ndRan
-Appunto- ndJane
-Dai un po’ su con il morale, siamo anche a buon punto con le due long fic!
Potremmo postare i capitoli a giorni- ndRan
-Fai a settimane. Non abbiamo molto tempo di questi tempi. Argh, che brutto
gioco di parole- ndJane
-Comunque, a febbraio ci siamo decise a vedere Inazuma Eleven Go e ... wow
non pensavo fosse così bello, quasi più bello della serie originale, anche
perché tutti i miei adorati personaggi da adulti sono troppo fantastici! Vero
Jane?-
-Questa volta ti devo dare ragione- ndJane
-Se anche lei è daccordo con me allora siamo a cavallo! Comunque tra i nuovi
personaggi ci siamo troppo prese bene da Shindou! Troppo adorabile, davvero! E
poi Tsurugi lo sapevo che alla fine diventava buono come aveva fatto Kido
nella serie originale. Poi ci è venuto questo click, non stanno troppo bene quei
due insieme! Purtroppo non abbiamo trovato fanfiction su di loro, se non tre in
spagnolo, un vero peccato. Per questo che ci siamo noi!!! Come avrete capito si
tratta di una serie di fanfiction, abbiamo in mente un’altra one-shot e poi una
long fic su questo paring, per il momento- ndRan
-Hey, respira. Non parlare in apnea se no poi svieni. Siamo un po’ indecise
se siamo riuscite a non cascare nell’OOC. Non è facile, di solito noi leggiamo
altre fic per farci un’idea di come vengono rapresentati, come un metro di
paragone. In questo caso siamo andate così come credevamo che avrebbero reagito
in una situazione simile. È un vero e proprio salto nel buoio. Avrete se non
altro notato che si è parlato poco o niente (e male) di Tenma; bhe questo perché
noi lo odiamo! È insopportabile!- ndJane
-Non vogliamo offendere nessuno, siete solo avvisati: non lo tratteremo con i
guanti. Anzi. Fan di Tenma forse non dovreste leggere le nostre fic a pensarci
bene ...- ndRan
-Mi raccomando dovete commentare soprattutto in questo caso, fateci sapere la
vostra opinione sullo sviluppo dei personaggi per migliorarci nella prossima
fic. Se non lo fate mi tocca minacciarvi- ndJane
-Quante volte te lo devo dire! Non. Si. Minaciano. I. Lettori. Per ora
è tutto. Kissu- ndRan
-Sayonara- ndRan&Jane
P.S.: Vi ricordiamo di venirci a trovare su Facebook alla pagina
"Otaku & Yaoi Shrine" e su Tumblr "Ran&Jane’s Manga Café"
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