song-fiction2: Adagio
Premessa: questa song-fic vuole esprimere il
pensiero di Chichi in occasione della prima morte di Goku, all'arrivo di Radish
sulla Terra. Probabilmente nella serie i fatti non si sono
svolti esattamente come in questa storia (mi riferisco al modo in cui
Chichi viene a sapere della morte di Goku) ma vi chiedo di sorvolare su questi
particolari. La canzone è "Adagio" di Lara Fabian, nella versione in
italiano. Buona lettura!
Adagio
Sono tutti qui davanti
a me, i tuoi amici di una vita, coloro che probabilmente ti conoscono molto
di più di quanto ti conosca io. Perlomeno, in questo momento è così. Lo leggo
sui loro volti preoccupati e spaventati che quello che stanno per dirmi è molto
più grave di quanto io potessi immaginare quando mi sono precipitata qui per
rimproverarti di non essere ritornato a casa ieri e di aver in questo modo impedito
al mio Gohan di studiare. Sicuramente te ne sei andato in chissà quale angolo
sperduto della Terra per allenarti, ma allora dove hai lasciato nostro figlio?
Sei davvero così folle ed egoista da averlo portato con te senza avvisarmi?
Se ti avessi qui di fronte a me in questo momento te ne direi
quattro, mio caro Son Goku! Tamburello nervosamente con il piede sul terreno e guardo
minacciosa i tuoi amici della tua stessa pasta, incoscienti quasi da farti
invidia, e loro si ostinano a non rispondere alla mia domanda. Probabilmente
temono che potrei ucciderti, e lo farei davvero, scellerato che non sei altro!
Sto aspettando, non ho posto loro una domanda difficile, che si degnino di darmi
una risposta prima che perda completamente la pazienza e mi metta ad urlare e ad
inveire contro di loro. Lo sapevo che questa vostra "rimpatriata" non avrebbe
portato niente di buono, avrei dovuto tener lontano Gohan da tutti loro. E il
cielo sa quanto ci ho provato.
"Allora, vi decidete a darmi una risposta?
Dove si sono cacciati mio marito e mio figlio?". Ancora niente. Mi
avvicino e li vedo tremare quasi senza controllo. Non pensavo di incutere
loro tutto questo timore. Alle mie spalle, mio padre continua a ripetermi di
stare calma, di non perdere il controllo. Come se non lo fossi già stata
abbastanza. Ho atteso inutilmente per più di ventiquattro ore che mio marito si
decidesse a ritornare a casa, o si prendesse almeno la briga di avvisarmi del
ritardo. Sono davvero furiosa. Finalmente Muten apre la bocca per parlare, ma
perchè esita in questo modo? Sembra quasi che non trovi le parole. Avanti, non è
così complicato, in fondo mi aspettavo un comportamento del genere da un tipo
come Goku. Siamo sposati da cinque anni e ormai ho capito quali sono le sue
priorità. Non certo la famiglia. Non certo lo studio di suo figlio. Non certo la
serenità di sua moglie! Dategli una bella e gigantesca montagna da spostare, un
orribile mostro minaccioso da sconfiggere, e lo renderete felice! Cosa
importa se qualcuno aspetta solo te e si strugge di preoccupazione, sapendo
quanto poco tu ti prenda cura della tua vita? Avanti Muten, parla, poichè nulla
di ciò che potrai dirmi potrà sconvolgermi più di quanto il mio compagno non
faccia ogni giorno. Ci ho fatto l'abitudine ormai, a lui e alle sue stranezze,
ma non voglio che anche mio figlio...
"Goku è morto".
Sento chiaramente il tonfo sordo provocato da qualcosa che si è
rotto, dentro di me. Le immagini davanti ai miei occhi tremano e si confondono,
e non so più, adesso, se sono Muten e gli altri a tremare o se sono io ad aver
perso il controllo dei miei movimenti. La mia testa pulsa dolorosamente e i miei
occhi bruciano, i miei denti stridono e i miei pugni si stringono, ma sono
ancora in piedi. Registro le parole di Muten che mi racconta che cosa è
successo, senza comprendere veramente quello che mi sta dicendo. Pronuncia
parole che non ho mai udito prima d'ora. Sayan. Non so cosa voglia dire ed in questo
momento non riesco a chiedergli ulteriori spiegazioni, anzi non riesco nemmeno a
comprendere il significato di tutto il suo discorso. Aspetto solo che smetta,
sono brava ad aspettare. E poi potrò finalmente lasciare che il mio corpo faccia
quello che vuole. Il mio sguardo è già vacuo, lo sento. Mi sembra quasi di
vedere il pallore che lentamente sta decolorando le mie guance, e le mie gambe
che iniziano a piegarsi, quasi che il terreno mi attraesse, pronto ad
inghiottirmi. E l'idea di perdere i sensi in questo momento non mi dispiace
affatto. Qualsiasi cosa pur di non sentire questo ronzio incessante nelle mie
orecchie. L'ultimo sussulto, per le ultime parole di Muten: "E Piccolo ha
portato con sè Gohan per addestrarlo al combattimento". Poi, il buio finalmente
mi avvolge, e spero veramente di precipitare nell'oblìo, almeno per un
pò.
Riapro gli occhi lentamente, e già la
mia mente si riempie di pensieri rasserenanti del tipo "è stato solo
un brutto sogno...". Ma la prima immagine che metto a fuoco è il volto
preoccupato di mio padre chino su di me. Preoccupato e angosciato. I suoi occhi
sono pieni di lacrime, e il suo sorriso tirato è la dimostrazione più
lampante del suo dolore, così come le sue parole prive di senso alle mie
orecchie come alle sue: "Come stai tesoro?". Mi appoggio al braccio che mi
offre e mi rimetto in piedi, dirigendomi verso il mio veicolo. Muten e gli altri
schiamazzano agitati intorno a me, continuano a parlare di sfere del drago e di
futuri attacchi alieni, ma io in questo momento voglio solo tornare a casa.
Voglio affrontare da sola questo dolore che mi trafigge e mi avvolge, che è
dentro di me e tutto intorno a me. Fermo il flusso dei miei pensieri per
qualche minuto, il tempo necessario per raggiungere di nuovo la mia casa. La
nostra casa.
Apro la porta con uno scatto, lascio che i
miei movimenti siano isterici, non me ne importa niente. Magari in questo modo
potrò sfogare almeno in parte la rabbia che offusca la mia vista e confonde i
miei sensi. Il mio sguardo vaga per tutta la casa, quasi come se fosse in cerca
di qualcosa, ma non so bene che cosa. Tutto è come l'ho lasciato, ma ha un
aspetto completamente diverso rispetto a qualche ora fa. Prima guardavo questa
casa e vedevo la realizzazione del sogno che ho rincorso per tutta la vita, ora
vedo soltanto il riflesso della mia solitudine. Mi sorridi impacciato, dalla
foto appesa alla parete che adesso prendo e scaravento a terra con tutta la
forza che ho in corpo. E, finalmente, lascio che le lacrime scorrano
liberamente.
Non so per quanto tempo sono rimasta china sul pavimento del
salotto di casa nostra a piangere. Credo di aver pianto tutte le mie lacrime. Ho
urlato, ma tu non mi hai ascoltato. Ora mi rimetto in piedi, afferro il telefono
e chiamo i tuoi amici, perchè voglio che mi rispieghino tutto daccapo. Voglio
capire come sono andate le cose esattamente e voglio conoscere il significato
della parola sayan...All'altro capo mi accoglie la voce di Bulma,
ed è a lei che chiedo spiegazioni.
"E' un alieno, Chichi. Proviene da un pianeta di guerrieri e da
neonato era stato inviato sulla Terra per distruggerla. Ma ha battuto la testa e
ha perso la memoria. Un vero colpo di fortuna per tutti noi, non ti pare?". Mi
trattengo dal dirle quanto il suo sciocco umorismo sia fuori luogo in questo
momento. Mio marito ha perso la vita per proteggere la Terra dalla minaccia di
suo fratello. Sposto l'argomento su Gohan, e pur non avendola davanti
agli occhi mi sembra di vedere l'espressione esitante di Bulma. Mi ripete
un'altra volta che il mio bambino è nelle mani di quell'orribile mostro che ha
già tentato una volta di porre fine alla vita di Goku, per vendicare suo padre,
ancora più mostruoso di lui. E questi sciocchi mi dicono che è mio marito
l'alieno. Urlo qualcosa del tipo: "Come ha osato
prendersi il mio bambino? Lui deve studiare!" e metto giù la cornetta. Sono
pienamente consapevole della mia sconfitta, adesso. Tutti i miei sforzi per
tenere il mio bambino lontano dal mondo fatto di sangue e di combattimenti di
suo padre sono stati vani. Mi hai mentito, Goku, hai finto di accettare che lui
diventasse uno studioso, in cuor tuo sapevi già quale fosse il suo destino, non
è vero? E sapevi anche che il mio era solo un pretesto per impedirti di
allenarlo, eppure mi hai assecondato, per farmi tacere.
Sono stesa sul letto e guardo la finestra
della nostra camera, in silenzio. Il sole è già tramontato, e l'oscurità ha
avvolto le montagne. La stessa oscurità che avvolge il mio cuore. Mi alzo e vado
fuori, esco dalla nostra casa ed inizio a girovagare per i boschi, senza meta.
Ripercorro tutti quei luoghi dove tu ami tanto trascorrere le tue giornate,
sfioro le acque del lago in cui peschi, accarezzo i resti dei tronchi degli
ultimi alberi che hai tagliato per raccogliere la legna. Avverto la tua
presenza, ma tu non sei qui, e la mia ricerca è inutile.
Non so dove trovarti, non so
come cercarti
E' da tutta la vita che ti aspetto. Da
quando eravamo solo dei bambini e ti ho estorto una promessa di cui non
conoscevi nemmeno il significato, ma che ugualmente ti ho costretto a
rispettare. Non me ne importava niente che tu fossi innamorato di me o meno, io
volevo sposarti a tutti i costi. Perchè io ero innamorata di te. Probailmente ho
sbagliato, ma non me ne pento. Perchè sono ancora innamorata di te.
Tu sei cresciuto tra questi boschi, hai
trascorso qui la tua infanzia, proprio come il nostro piccolo Gohan, la cui
infanzia è stata interrotta bruscamente oggi, a soli quattro anni. I monti, il
lago, gli alberi, tutto qui mi parla di te. E' la mia tortura e allo stesso
tempo la mia consolazione per la tua assenza.
Sento una voce
che nel vento parla di te
Non credere che mi sia passata, sono
ancora infuriata con te. Hai salvato la Terra ancora una volta, hai sacrificato
la tua vita per proteggere noi, ma mi hai lasciata da sola, di fronte alla
scoperta della tua vera natura. Sarò solo un'egoista, ma tutto ciò che voglio è
vivere la mia vita accanto alla mia famiglia, è chiedere troppo? Io non sono
come te, Goku. Non accetto il tuo sacrificio, ti rivoglio qui con me. Rivoglio
la mia serenità.
Quest'anima senza cuore
aspetta te.
Adagio.
Il tempo trascorre molto più lentamente,
quando si è da soli. Quando non si ha una cena da preparare a un marito
affamato, una coperta da rimboccare ad un bambino addormentato. Le mie giornate
trascorrono tutte uguali, nell'attesa che le sfere del drago ti riportino in
vita, non però per restituirti a me, ma al campo di battaglia.
Le notti
senza pelle, i sogni senza stelle
Eppure questa consapevolezza non mi
impedisce di sperare con tutta me stessa, con ogni fibra della mia anima, che il
momento del tuo ritorno alla vita arrivi al più presto. Il pensiero di te e di
nostro figlio mi accompagna in qualsiasi momento della mia giornata, la mia
monotona giornata. I vostri volti sono sempre davanti ai miei occhi e la vostra
voce risuona nelle mie orecchie. Guardo il lago e mi sembra di vedere il tuo
volto rispecchiarsi nelle acque cristalline come la tua anima, e pure, come te.
E molto più di me.
Immagini
del tuo viso, che passano all'improvviso, mi fanno sperare ancora che ti
troverò.
Adagio.
Durante il giorno, mi sembra di scorgere il
tuo volto ovunque intorno a me, ma è soltanto un'illusione creata dalla mia
mente per tentare di sentire meno dolore. E durante la notte, mi vieni a trovare
nei miei sogni, o più spesso nei miei incubi. Non c'ero in quel momento, ma
ormai ho sognato la tua morte moltissime volte. Ogni volta che penso che ti sei
sacrifiato per uccidere tuo fratello, il mio cuore perde un battito. Tu che non
sei nemmeno riuscito a infliggere il colpo di grazia ad un mostro come Piccolo,
sei stato costretto ad eliminare chi aveva il tuo stesso sangue nelle vene. Gli
altri sembrano non accorgersi di quanto questa scelta deve essere stata dura per
te. Il dolore per quello che stavi facendo a lui deve essere stato molto più
forte di quello che hai sentito sulla tua carne, quando la morte ti ha preso con
sè. Nei miei incubi partecipo al tuo dolore.
Chiudo
gli occhi e vedo te, trovo il cammino che mi porta via
dall'agonia
A volte, non so perchè, ho come la
sensazione che tu mi stia osservando, che sia accanto a me. E' qualcosa che non
so spiegarmi: il breve cinguettare di un uccello, il battito d'ali di una
farfalla che si posa accanto a me, mi staccano bruscamente dal mio dolore. E'
come se tu mi stessi guardando e mi stessi dicendo di attendere con pazienza il
tuo ritorno. Per un attimo, non mi sento più sola, e il mio cuore si
scalda.
Se sai
come trovarmi, se sai dove cercarmi, abbracciami con la mente, dimmi che ci sei,
quello che vorrei, vivere in te
Ma si tratta solo di un breve istante, che
rende il ritorno alla realtà ancora peggiore. Sarebbe forse meglio perdere
definitivamente la speranza, per non soffrire più?
Il sole
mi sembra spento
Tu sei in Paradiso, mentre io quaggiù
sopporto le pene dell'Inferno, trascinando un'esistenza che mi sembra ormai
completamente inutile. Se solo sapessi cosa sta facendo il mio bambino, in
questo momento... Mi consola però pensare che tu, dal luogo in cui ti trovi,
puoi vegliare su di lui, e ho la certezza che pur se non sei in vita non
smetterai mai di proteggerlo. Mi hanno detto che lì dove ti trovi ti stai
allenando, possibile che nemmeno in Paradiso tu riesca a startene
tranquillo?
Accendi
il tuo nome in cielo
Certo che è possibile, considerando il fatto
che tu non sei un essere umano. Sei un sayan. Appartieni ad una razza di guerrieri
spietati che se ne va in giro per l'Universo a seminare il terrore, che manda i
neonati a distruggere pianeti interi. Com'è possibile che proprio tu, così puro
ed ingenuo, abbia tali origini? Questa notizia deve averti sconvolto molto più
di quanto tu abbia dato a vedere ai tuoi amici. Mi hanno detto che tuo
"fratello" ti ha chiamato con il nome di Kakaroth, e lo sai qual è stato il mio
pensiero? Non "ho sposato un uomo di cui non conoscevo nemmeno il nome", ho
pensato che quel nome non c'entra niente con te. Fa a pugni con la tua
personalità, non ti rispecchia in alcun modo. Tu non sei un sayan, tu rimarrai
per sempre il mio Goku, qualunque cosa possano dire gli altri.
Dimmi
chi sei e ci crederò
Ti aspetto, Goku. Non
so quando e non so come, ma so per certo che prima o poi tu ritornerai da me.
Con la scoperta della tua identità aliena, so che la nostra vita è cambiata per
sempre. E che questa è soltanto la prima delle scelte difficili a cui d'ora in
poi la vita ti costringerà. Ma io sarò sempre qui ad aspettarti, e non mi
importa se questo può essere considerato banale, o peggio folle, dato che tu sei
un alieno. Io ti amo e preferisco aspettarti per tutta la vita, piuttosto che
cancellarti da essa. La solitudine, la lentezza dello scorrere dei giorni, non
mi spaventano. Andremo avanti adagio, ma andremo avanti insieme.
Musica
sei...
Adagio...
FINE
Nota dell'autrice: scusate se mi sono presa una piccola pausa da Blood and
Tears, ma all'ispirazione non si comanda, e oggi la mia ispirazione era questa.
Mi rendo conto di scrivere sempre storie strappa-lacrime, ma prima o poi proverò
a scrivere anche qualcosa di divertente, lo prometto! Per adesso, ditemi se
questa song-fic vi ha emozionato! Ciao e alla prossima! Sonsimo.
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