Nella morsa
Titolo: Nella morsa
Fandom: ER Medici in prima
linea
Note:
La seguente
drabble ha partecipato al contest “Drabble
di stile” indetto da Marghe86: scrivere una drabble utilizzando un
determinato strumento narrativo scelto tra una serie di prompt. La mia fiction
si è classificata dodicesima. Il giudizio di Marghe:
“12° posto: LubyLover “Nella morsa”
Questo episodio è sicuramente uno dei più belli, nell’intera storia di Luka
Kovach, che ha comunque una vita alquanto avventurosa. Hai scelto di narrare un
momento molto intenso e pieno di emozioni forti, tramite la tecnica dello stream
of consciousness, trovando quindi una maniera ottimale per rispettare le
indicazioni date dal prompt (che, come ho detto, ritengo uno dei più difficili
di tutto il contest). Hai alternato descrizioni della situazione ai pensieri di
Luka, forse abusando un po’ del trattino come segno d’interpunzione alternativo
per non mettere il punto fermo; per questo, nonostante il contenuto risulti
estremamente intenso ed espressivo, ci si perde un po’ a leggere. L’ultima
frase, che chiude la drabble, non mi piace, perché mi sembra che si perda un po’
in una bolla di sapone la tensione che sale in tutta la parte precedente. Ci
vorrebbe, a mio parere, qualcosa di più incisivo di quel semplice “salvezza,
forse”.”
Prompt: 01. La drabble deve
essere costituita da un unico periodo; l’unico punto fermo, cioè, dev’essere
quello finale, mentre è possibile utilizzare tutti gli altri segni
d’interpunzione.
Rating: Giallo
Genere : Angst, drammatico,
introspettivo
Introduzione/riassunto: episodio 13x14: Nella
morsa – Curtis Ames
prende in ostaggio Luka per il faccia a faccia finale.
Disclaimer: Personaggi, nomi, luoghi e tutto ciò che deriva
dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia non mi
appartengono, ma sono di proprietà di Michael Crichton che ne detiene tutti i
diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli
elementi di mia invenzione, non esistenti in ER, appartengono solo a me.
Quando la morsa si
chiude il tempo si dilata: un minuto come un'eternità di dolore indescrivibile -
morirò, sicuro – con la sua mano – ossa, nervi, muscoli, unghie persino –
ad affondare sotto l'onda nauseante della sofferenza; mentre Ames fa domande
come se fosse normale essere lì, in ginocchio - le gambe non reggono - a sentire
le proprie grida da animale braccato – come in Croazia ed adesso ancora,
perché sono colpevole, sempre – pregando che qualcosa succeda, qualunque
cosa, anche la morte, senza pensare a Joe – bambino mio! - e poi ecco, la
polizia: salvezza, forse.
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