La nuova Semidea.

di MouMollelingua
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CAPITOLO 11. MI VOGLIONO FICCARE UN'ALGA NEL DIDIETRO.

Grazie alla bussola magica di Costanza, raggiunsimo in un batter d'occhio l'uscita del Labirinto, trovandoci di fronte all'ingresso del Campo Mezzosangue.

"Nel Labirinto di Dedalo dovete ritornare,
se la figlia delle crepe volete salvare!

Be' questo lo avevamo fatto, sì.

Un oggetto magico vi sarà d'aiuto,
soltanto che questo sarà muto!

Anche questo mi sembrava di averlo compiuto.

Figlio di Poseidone, ora mi rivolgo a te:
chi sceglierai, tra le due Semidee?"

Eh, questo era un doppiosenso, insomma, avevo scelto Annabeth invece che farla morire in quella specie di uragano marino, ma se quest'ultima strofa volesse dire qualcos'altro?
Se questa scelta comportasse la mia vita sentimentale?
Io sono una vera schiappa in amore!
Forse dovevo consultarmi con la Dea dell'amore, Afrodite.
Ma no, meglio non complicare le cose.

La vita è già abbastanza complicata di per se'.

"Chirone!" esclamò Annabeth, abbracciando il centauro.
Sapevo che per lei era come un secondo padre.
"Grover, Marcus. Avete fatto un buon lavoro" si congratulò Chirone ai due satiri, ormai diventati amici.
"Nico, mi potresti spiegare per quale motivo ci facevi nel Labirinto?" domandò l'uomo-cavallo, mettendo le braccia sui fianchi, se si potevano chiamare così.
Nico abbassò lo sguardo.
"Non potevo lasciare mia sorella da sola..." rispose.
Capii benissimo a cosa si fosse riferito: aveva già perso Bianca precedentemente, non poteva lasciarsi sfuggire la persona che in quel momento teneva di più.
Gli sorrisi per la sua generosità da fratello.
Dall'espressione di Chirone, capii che anche lui comprese i suoi sentimenti da protettivo.
"Di immortales! Costanza pretendo che tu mi dia una dannata spiegazione per la quale sei entrata nel Labirinto?" chiese, sbattendo violentemente gli zoccoli sul suolo.
"Ehm, perdonami, non volevo. Oh..." la vidi asciugarsi gli occhi, inumiditi: era molto dispiaciuta.
Il centauro sbuffò.
"Non importa: l'importante è che siate sani e salvi"disse.
"Percy, ottimo lavoro, bravo" mi diede della pacche sulle spalle.
"Grazie" risposi, abbozzandogli un sorriso.
Sentii dei passi affrettarsi.
Mi voltai: Costanza stava correndo e si stava dirigendo in un angolo sperduto del Campo, con le mani che le coprivano il viso.
Piangeva.
"Hei!" urlai, rivolgendomi alla ragazza ormai scomparsa.
"Donne, che creature magiche. Ma come si fa a capirle?" si interrogò Chirone, lisciandosi la barba.
"Lei come si sente... Si è mai innamorato di una centaura femmina?" che domanda idiota.
Il centauro, mi squadrò male e mi diede un'altra botta sulle spalle, ma non mi rispose.
Vagai per il Campo e trovai Costanza accovacciata su se stessa, le gambe al petto e la testa fra le gincchia.
"Hei..." dissi avvicinandomi a lei.
Un singhiozzo le scappò, anche se non voleva farmi vedere che lei stesse piangendo.
"Insomma, perchè sei triste? Tutti siamo sani e salvi, cosa potrebbe andare storto in questo momento?" domandai.
"Tutto va storto!" ribattè lei, alzando la testa, tra le lacrime.
"Mi sono innamorata di un idiota" fece lei, guardandomi per la prima volta dritto negli occhi.
"E chi sarebbe questo idiota?" chiesi ingenuamente, riferendomi a Luke.
"Oh, è più facile di quanto credi" rispose, alzando gli occhi al cielo.
"Allora è Luke?" domandai, davvero convinto, anche se mi dispiacque tanto saperlo.
"No, quell'idiota sei tu" affermò lei, abbassando il capo.
Rimasi come pietrificato.
Com'era fattibile?
Io... Lei... Insomma...
"Mi hai appena dato dell'idiota" le feci notare.
"Oh no, te lo sei dato tu dell'idiota!" mi canzonò lei, ricordandosi della nostra prima chiacchierata.
Risi di cuore.
"Adesso che cosa dovrei dirti, secondo te?" sentii la mia faccia scaldarsi, quando sarebbe dovuta arrossire Costanza.
"Veramente, solo una: 'Sparisci dalla mia vista: sei solo una povera illusa'!" imitò la mia voce quasi alla perfezione.
"E se io scegliessi un'altra opzione?" mi avvicinai ancora di più a lei.
"Tipo, affogarmi?"
Il mio corpo parve non abbedire ai miei segnali: le mie mani le presero delicatamente il viso e poggiai le mie labbra sulle sue.
Lei ricambiò e le sue lacrime bagnarono le nostre bocche.
Quando ci staccammo, fu lei ad arrossire.
"Ade e Poseidone non ne saranno felici" abbozzò un sorriso.
"Sono d'accordo con te" risposi.
"Cosa volevi che io facessi, un minuto fa?!" le domandai persuasivo "Annegarti? Bene, eccoti servita!" la presi in braccio e mi diressi al lago del Campo.
"Jackson!" usò il mio cognome, come quando voleva mantenere con me le distanze "Mettimi giù immediatamente, prima che scateni un terremoto!" mi diede dei pugnetti deboli sulla schiena.
"Ai suoi ordini, signorina!" esclamai, gettandola in acqua.
La vidi tornare in superficie quasi subito, con una faccia infuriata e sputò acqua dalla bocca.
Lei uscì bagnata fradicia e sbraitò: "TU!" indicandomi con l'indice accusatorio.
Io alzai le mani in segno di resa e cominciai a ridere.
Lei si bloccò e mi guardò, stranita.
"Che hai da ridere?" sbottò.
"No, ahah, è che, ahah" non riuscivo a parlare, troppo impegnato a schignazzare "Hai... hai... ahaha, non ce la faccio..." mi stavo tenendo la pancia per le troppe risate "Hai... ahahah, hai un alga in testa" conclusi.
Lei la prese e rimase seria in volto.
"Sai, quest'alga te la ficcherei proprio nel..."
"COSTANZA!"
"... stavo per dire: naso" fece lei emettendo una fragorosa risata.

Voglio scusarmi con Soni Sapientona, ma io li vedevo troppo teneri Percy e Costanza insieme, ma le Percabeth rimangono le mie preferite.




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