…Un San Valentino Davvero Speciale…
Nankatsu
School. Sulla terrazza della scuola una ragazza dai corti capelli castani, che le
arrivavano un po’ sopra le spalle, occhi marroni,
furbi da cerbiatta, ma al contempo malinconici, vestita dalla divisa scolastica,
una gonna a pieghe verde acqua che arrivava un po’ sopra le ginocchia, una
camicetta bianca e un colletto alla marinara a strisce verde e bianco, stava
pensando, guardando il panorama, oltre il recinto della terrazza.
Anche se
non molto ricco di colori, la ragazza amava osservare quell’accumulo d’erba che
formava il campo da calcio della scuola, si, si rilassava tantissimo guardare
quel campo da calcio, anche perché per lei aveva un significato particolare.
Era li, che 5 anni prima, aveva conosciuto il ragazzino tutto pepe, di cui si
era innamorata. Già, erano passati 5 anni, come volava il tempo, si ritrovò a
pensare, sorridendo. “Effettivamente,
- pensò - credo di essermi innamorata
subito di lui, del suo meraviglioso sorriso, del suo carattere aperto al
dialogo.” Il sorriso di prima si catapultò in un
sorriso amaro, eh si, quel campo era stato il mezzo
con cui, per anni, lei era stata a contatto con Oliver Hutton, era stato solo
grazie a quel campo, se Holly parlava con lei.
-Ehi…-
Una
ragazza dai capelli neri e occhi dello stesso colore, vestita della stessa
divisa, dai capelli castani, interruppe i pensieri della ragazza che guardava
il campo da calcio.
-Ancora
niente, vero?-
Perché
aveva fatto quella domanda? Non sapeva già la risposta? Eh si, eccome se la
sapeva. Tutti, nessuno escluso, le porgevano sempre e la solita domanda:
“Ancora niente, vero?” Che piacere avevano tutti a porgerle quella domanda?
Forse volevano aumentare ancora di più quel dolore e rancore che si portava
dietro da 4 anni? Ma no, che andava a pensare? I suoi
amici più cari potevano mai farle questo?
-Di che parli?-
-Di
Holly!-
-Ah.-
Fece, la finta tonta, la ragazza dagli occhi furbi da cerbiatta. -Già Eve...
niente... ma è tornato qui in Giappone solo da poche settimane, quindi che
pretendevi?- Chiese infine la ragazza con un tono pacato.
-Dai...
si… è vero!!- Sorrise, guardandola, Evelyn. –Ah!!! Sai,
oggi è San Valentino, e ho comprato un pupazzo per Bruce... è una graziosa
scimmietta con un cappellino a righe... glielo darò pomeriggio!- Concluse la
ragazza cercando di cambiare argomento.
-Eve…
chiedimelo, so che stai morendo dalla curiosità!-
-Chiederti
cosa Patty?- Finse di non capire Eve.
-Chiedimi
se e cosa ho comprato per Holly! So che vuoi chiedermelo.-
-Ehm… ma che dici??-
-Se
vuoi saperlo, gli ho comprato un braccialetto con la sua iniziale, la H, disegnata al centro di un piccolo pallone...-
Evelyn
scoppiò a ridere lasciando Patricia con aria perplessa. Ma
cosa diavolo ci trovava da ridere in un braccialetto con un H disegnata al
centro di un piccolo pallone da calcio? Più la guardava, e più Patty dava risposta
alla domanda che echeggiava nella sua testa: La sua amica era forse diventata
pazza? La sua risposta? Un secco e conciso, SI!
-Cosa
ci trovi da ridere?-
-Oh
nulla, il tuo regalo è talmente grazioso che è come se fosse stato fatto
apposta per lui, amica mia!!!- continuò a ridere Eve.
Patty
non capiva proprio cosa ci trovava da ridere. Boh. La
sua amica era diventata pazza da quando lei e Bruce stavano assieme. Ricordava
ancora quel 20 Dicembre dell’anno passato. Bruce Arper,
in Type (si scrive cosi? O.o
NdA.) sotto casa della brunetta, sotto sollecitazione sua e dell’amico
Benjiamin Price.
Evelyn
si ricompose, e, udendo il suono della campanella che segnava l’inizio delle
lezioni, salutò l’amica con un grosso abbraccio e si diresse a passo svelto in
classe.
Pomeriggio,
ore 15.00.
Ora
pomeridiana di allenamento, Eve e Patty camminavano in
direzione del club di calcio per preparare tutto l’occorrente per l’allenamento.
Facevano quel lavoro da quando avevano deciso di diventare manager della New Team, squadra di calcio della Nankatsu School.
Parlavano
allegramente e scherzavano, finché la prima Manager, Patricia, si fermò e notò
con aria interrogativa che il club era aperto.
Domandò
subito all’amica se per caso aveva lasciato il club aperto quella mattina, ma
l’amica le rispose che era sicura di averlo chiuso sotto sollecitazione
dell’allenatore.
Le
due amiche interruppero il loro discorso quando sentirono dei rumori che
provenivano dall’interno. Così, con passo svelto, Patty entrò nello spogliatoio
delle Manager, seguita a ruota da Evelyn, che non staccava la sua mano dalla
divisa della sua amica nemmeno un secondo, prese una mazza da baseball e
diresse i suoi passi verso quei rumori rumori:
l’ufficio dell’allenatore. Ormai Patty n’era quasi certa: un ladro si era
addentrato nel club, era entrato nell’ufficio dell’allenatore per rubare. Ma cosa? In quell’ufficio non c’era niente che assomigliava,
nemmeno lontanamente, a qualcosa di prezioso o scambiabile in denaro. Ma come si dice, c’è sempre qualcosa da rubare. Ed è quello che pensò la nostra prima Manager.
Si
fermò un attimo dietro la porta, fece un respiro profondo, e senza timore aprì
la porta e, chiudendo gli occhi, si avvicinò, correndo, all’essere che era
immobile davanti alla scrivania, scagliò in aria la mazza da baseball, che poco
prima aveva preso nel suo spogliatoio, e con tutta la forza che aveva in corpo,
colpì violentemente il presunto ladro.
-Non
ti hanno insegnato che non è molto carino rubare? Ma
poi rubare cosa qui? Mah… Così impari!!!-
-Ma
cosa… Patty sei impazzita???-
La
manager riconobbe subito quella voce, così si abbassò velocemente per
soccorrere colui che aveva colpito.
-Dhò! Scusami
capitano! Non sapevo che ci fossi tu qui!-
-Certo,
e chi ti sembravo? Un ladro forse????-
Chiese Holly, un po’ arrabbiato, toccandosi la parte colpita.
-Mi
dispiace...!- Patty era davvero dispiaciuta. Che ne
poteva sapere lei che era stato Holly ad aprire il
club. E poi con quali chiavi?
-Ma
cos’hai apposto del cervello, un pallone da calcio?-
-Il
pallone da calcio l’hai piantato tu, in testa, perché hai forzato la porta del
club per entrare!!!-
-E
quindi?-
-Ma dove
eri quando il Signore ha diviso i sensi? Eri per caso in ultima fila con uno
scolapasta in testa? Non potevi chiedere a me le chiavi, pezzo di
rincitrullito?!?-
-Ah.
Vero. Sei tu che hai le chiavi, l’avevo completamente dimenticato!-
Evelyn,
che fino a quel momento aveva assistito alla scena ridendo sotto i baffi,
all’ultima affermazione detta dal suo capitano, cadde a terra stile cartone
animato, con le gambe in aria e con mega gocciolone
in testa. Aveva finalmente compreso, Oliver Hutton non era
figlio di un capitano di una nave, ma figlio di un idraulico, non capiva
veramente un tubo!! (O.o bella questa battuta vero????
XD… NO! NdTutti. Beh. È carina U_U NdA.)
Patty
guardava prima Holly e poi la mazza da baseball che aveva in mano, doveva o no dargli un colpo in testa così da farlo ragionare un
pochino? I suoi pensieri assassini furono interrotti dalla domanda di Oliver.
-Dove
hai preso quella mazza da baseball?-
-Bhe...
ecco... per le evenienze come questa!!! Ma scusa...
una curiosità capitano!- disse Patty con sguardo interrogativo.
-Dimmi
Manager!!-
-Ma
tu non dovevi essere al recupero di matematica adesso?-
-Bhe...
ecco... ma... io... veramente...-
-Non
si marinano le lezioni...-
-Dovevo
allenarmi... sai la partita New Team - Toho di dopo
domani?-
-Ah!
Ma la matematica non aspetta mica te! E poi se non
superi gli esami Roberto non ti riporterà mai in
Brasile!-
-Già...
manager... mi aiuti?-
Ancora
quello sguardo dolce. No, non poteva usare quello sguardo da cane bastonato.
Beh
in fin dei conti, se lui non avesse superato quei benedetti esami di matematica,
non sarebbe partito, e quindi non l’avrebbe mai
lasciata, ma come poteva non aiutarlo? Anche se fosse
rimasto lì con lei, non avrebbe mai più sorriso come prima, non sarebbe più
stato contento. Ed era quello che voleva? No, certo
che no! La tentazione di dirgli di no era tanto forte,
ma quel maledettissimo sguardo dolce, da far sciogliere anche un pezzo di
ghiaccio proveniente da un Iceberg, face svanire i suoi cattivi propositi,
quindi accettò, si sarebbero visti la sera stessa per un ripasso complessivo di
matematica.
******************
Patty
tornava da sola a casa. Quel giorno gli allenamenti erano stati pesantissimi, e
se sarebbe rimasta, un altro po’ al campo, avrebbe ucciso
l’allenatore, poiché trovava ogni scusa buona per rimproverare tutti i
presenti, manager comprese. E poi per cosa? Per qualunque cavolata che succedeva. Mah, quell’allenatore
perdeva colpi ogni giorno che passava, si ritrovò a pensare Patty mentre
sorrideva.
Patty
sussultò non appena sentì una mano cingerle il braccio. Con sguardo omicida si
girò verso colui che l’aveva fermata. Non poteva fare
tardi, tra qualche minuto Holly sarebbe andato a casa sua per recuperare
matematica, e non poteva farlo aspettare! Un pugno partì in direzione della
faccia del mal capitato, che prontamente lo bloccò senza esitazione.
-Scusa...
non volevo spaventarti!- Disse il ragazzo dai capelli
castani lunghetti che gli arrivavano fino alle spalle, occhi dello stesso
colore, vestito dalla divisa della stessa scuola della manager, composta da un
pantalone verde acqua e da una camicia a maniche lunghe bianca, con una
cartella che portava solo su di una spalla.
-Ma cosa,
Takeshi?!-
-Si!-
Patty
lo guardò stranita. Che ci faceva il capitano del club
di karatè in quella zona di Fujisawa? Lui non abitava dall’altra parte del
paese? Glielo chiese.
-Ma che
ci fai qui? Non abiti dall’altra parte del paese?-
-Si,
ma... se non ti dispiace... ti devo fare una proposta!- disse
lui arrossendo come un peperone.
-Che
genere di proposta?-
-Si...
vedi... è San Valentino...-
No,
un altro ragazzo le stava proponendo di uscire quella sera e, diversamente
dagli altri, quello non era niente male! A lei erano sempre piaciuti i ragazzi
come quel Takeshi: alto, capelli lunghetti neri,
occhi scuri, bello da mozzare il fiato.
Stava
per accettare l’invito ma, il pensiero di lui prese il
sopravvento. Era già impegnata per quella sera, doveva
dare ripetizioni al signor Hutton! E se… no, non
poteva, in fin dei conti, non vedeva l’ora di vederlo!
-…
e mi domandavo se avevi impegni!- concluse la sua
frase, Takeshi.
-Bhe
ecco... si, ho già un impegno...-
-Ok...
ho capito!- disse lui abbassando il capo.
-No...-
Patty arrossì -No... non.. non nel senso che credi
tu...-
-Eh?-
-Ho
già promesso al capitano che l’avrei aiutato a studiare matematica!-
-Capisco!-
Il ragazzo sorrise un po’ imbarazzato. Sapeva già dall’inizio che non
avrebbe avuto speranze con lei, ma ci voleva provare lo stesso, magari lei si sarebbe accorta che lui l’avrebbe trattata meglio di quel
suo capitano, ma come volevasi dimostrare, non aveva capito nulla!
Takeshi
salutò timidamente la ragazza con un bacino sulla guancia e poi scappò via,
probabilmente alla ricerca di qualche altra preda.
Nel
frattempo Holly e Tom camminavano a passo svelto in verso casa. Tom non capiva
il motivo per cui l’amico camminava così velocemente,
solitamente Holly era il primo a rimproverare chi camminava a passo svelto
quando si tornava a casa, lui diceva sempre che era un bene tutta la natura e
che bisognava sempre osservare tutto quello che li circondava, in quanto opera
d madre natura, quindi opere di bellezza e magnificenza infinita.
Tom
era troppo curioso, non riusciva più a tenere il becco zitto, doveva
assolutamente chiedere al suo capitano il motivo per cui
avanzava a passo svelto verso casa.
-Capitano,
sicuramente vorrai tornare a casa prima oggi, e siccome non so il motivo, ti
andrebbe di dirmelo?-
-Ho
un appuntamento con la manager stasera!-. Rispose Holly non diminuendo
la velocità della sua camminata.
-Ohoh… il
nostro Holly, la capra vivente, finalmente si è svegliato! E non solo, ha
chiesto alla nostra Patricia Gatsby, nonché prima manager e mascotte della nostra squadra, di
uscire stasera. Dove andate di bello????- Tom si
bloccò in mezzo alla strada, facendo così fermare un imbarazzato Holly, che gli
dava ancora le spalle.
-Ma
che vai a pensare scemo?!?- Holly era visibilmente imbarazzato,
cosa che venne subito capita dall’amico, che cominciò a ridere a crepapelle.
-L’hai
detto tu o no, che hai un appuntamento con la manager?-
-Bhe si…
ma non si può proprio considerare un appuntamento! Devo andare a casa sua tra
pochissimo, mi darà ripetizioni di matematica, visto che
me la cavo da schifo!-
-Ah,
d’altronde la capra non si poteva svegliare tutta in una volta!-
-Ma che
dici? Scemo!-
-Come
va con Patty?- Diventò serio Tom, avanzando con passo
lento, superando di qualche passo Holly e ponendosi davanti a lui.
-Come
vuoi che vada!-
-Perchè
non le dici semplicemente che ne sei innamorato?-
-E ti
sembra facile?-
-Bhe... e
che sarà mai... vediamo, da quanto tempo e che hai scoperto di amarla? Da
quanto avevi 15 o 16 anni?-
-Da
quando aveva 14 anni! Quando la vidi li, a bordo campo
che m’incitava a non arrendermi, a segnare un goal. E così ho segnato quel goal
che contrassegnava la vittoria della nostra squadra, ma soprattutto, quel goal
l’ho dedicato a lei!-
-So
tutto, so tutti i particolari, me li avrai raccontati
non so quante volte, che quasi quasi so questa storia
più di te!- Sorrise Tom, seguito da Holly, ma diventò ancora una volta serio.
–Amico mio, dille tutto!!!-
-Farò
un tentativo stasera!-
-Bravo
amico mio! Chissà che matematica farete voi stasera!!!
Poi voglio i particolari!- Tom rise guardando la faccia seria e imbarazzata
dell’amico. Holly con passo spedito si diresse verso casa, salutando il suo
amico con il cenno della mano.
Quando
Patty arrivò a casa, con sconcerto, apprese da un semplice bigliettino, che i
suoi genitori non erano a casa, che sarebbero tornati
il giorno dopo, e che la cena era ben riscaldata in forno.
Rilesse
bene il bigliettino. No, non poteva essere, lei aveva insistito tanto per far
venire lui a casa sua, che cosa avrebbe pensato Holly? No, non ci voleva
pensare, sarebbe stato proprio una tragedia, ma poi si tranquillizzò subito: “Holly è imbranato
e puro, non penserà di certo a qualcosa di non pulito in quella situazione.”
Così, con il sorriso stampato in faccia, si diresse in camera sua, dove si
cambiò d’abito, e dove attese che l’ospite tanto bramato arrivasse.
******************
Quando il
campanello suonò, Patricia Gatsby corse subito ad
aprire la porta, consapevole di chi fosse stato a suonare. Prima di aprire, diede un’occhiata alla sua immagine riflessa dallo specchio,
che si trovava accanto alla porta di entrata, sistemò un po’ i capelli che
ribelli uscivano da una mezza coda, prese un respiro e aprì la porta
delicatamente.
-Ciao
Capitano!- disse infine sorridendo alla figura che le era davanti.
-Manager!-
rispose al saluto Oliver Hutton con uno dei suoi soliti sorrisi.
Poi
guardò la figura posta davanti a lui: un paio di pantaloncini bianchi, le
risaltavano le gambe quasi perfette che aveva, e quella magliettina, rosa con
lo scollo a barca, le risaltava le curve
non abbondanti ma che lui trovava splendide.
-Holly…-
Perché la
osservava in quel modo adesso? Aveva qualcosa che non andava? Prima guardò
Holly e poi si guardò allo specchio. No, era tutto apposto, non c’era niente
che non andava, a parte i capelli: quella coda non voleva proprio saperne di stare
in ordine. Poi si mise di nuovo ad osservare il capitano, e si accorse che lui
guardava i capelli ma che osservava fisso all’altezza del seno e ogni tanto il
suo sguardo si posava anche sulle gambe. Abbassò lo sguardo arrossendo
leggermente, poi lo alzò e lo richiamò nuovamente.
-Holly!!!!-
-Dimmi
Patty!-. Finalmente aveva risposto al richiamo della manager, e, un po’
imbarazzato, sorrise di rimando.
-Andiamo
in camera mia, li staremo più tranquilli, anche se, i miei non sono a casa in
questo momento, e non credo torneranno prima di domani!-
-Ah…
i tuoi non sono a casa?- Chiese Holly sgranando gli occhi.
Non
gli aveva detto che sarebbero stati da soli in casa. Ecco perché aveva
insistito tanto per farlo venire a casa sua, si ritrovò a pensare, un po’
imbarazzato.
-Già,
quando sono tornata a casa, ho trovato questo bigliettino sul tavolo della
cucina.-
Dopo
aver porto il bigliettino ad Holly, Patty sorrise
imbarazzata, sperava tanto che il capitano non avesse capito qualcosa di male.
Holly
rilesse più volte il bigliettino, sospirando non appena finì di leggerlo.
Allora la manager non sapeva che i genitori fossero usciti di casa, bene,
almeno aveva avuto la certezza che lei non era cambiata.
-Andiamo!
Seguimi!-
Patty
diresse i suoi passi verso la sua stanza, seguita da Holly che la guardava da
dietro.
La
stanza di Patty non era poi così grande, aveva solo un letto ad una piazza
sotto una finestra che si trovava dalla parte opposta alla porta, una scrivania
che si trovava sul lato destro della porta e un armadio che si trovava sul lato
sinistro. La cosa che colpì più Holly fu che tutta la stanza era cosparsa di
tantissime fotografie, che ritraeva la sua manager in tutto il corso dei suoi
anni fino a quel momento: foto di quando era piccola, foto di lei adolescente,
foto di lei con tutta la squadra, ed infine, foto di lei con lui. Quelle foto
gli riaccesero dei ricordi dolcissimi che gli scaldarono il cuore. Patty era
sempre stata accanto a lui, in ogni momento della sua vita, quando si infortunava, o quando era felice per una vittoria. Sorrise
ancora, e si sedette infine accanto a Patty che era seduta in una sedia della
scrivania.
-Allora...
quanto fa 2 + 2!- Scherzò Patty, ridendo subito dopo.
-Non
prendermi in giro!-
-Ok...
iniziamo... cosa non sai fare?-
-I
radicali...-
-Sono
facilissimi! Allora...-
Patty
iniziò a spiegare a Holly i radicali che però la ascoltava ma la osservava.
Ad
un certo punto Patty si fermò e disse…
-Che cosa c’è?-
-Sei
così bella!-
-Cosa?!-
Holly
accorgendosi delle parole appena detto chinò il capo.
-Scusa
non volevo turbarti...-
Sia
Patty che Holly erano diventati rosso peperone.
-Patty...
devo darti una cosa!-
Holly
si alzo e prese un pacchettino porgendolo alla
ragazza.
-Che cosa è?- Domandò Patty stupita e sorpresa, guardando
il pacchettino che aveva tra le mani.
Holly le aveva fatto un regalo, com’era stato dolce. Non
se lo face ripetere e aprì il regalo.
Si
trovò davanti ad un orsetto con una maglietta da calcio
numero 10 che teneva in mano un pallone.
-Holly...
è bellissimo!- disse sorridendo Patty osservando prima il regalo e poi colui che glielo aveva fatto.
-Davvero?
Mi fa piacere!-
-Anch’io
devo darti una cosa!-
Patty
aprì la sua cartella e ne uscì un pacchettino.
-E’ per
me?-
-Vedi
qualcun altro qui a cui posso darlo?-
Holly
sorrise e aprì il pacchettino.
-E
davvero bello! Grazie!-
-Prego!
Appena l’ho visto ho pensato a te!- Disse la ragazza
arrossendo appena e abbassando lo sguardo.
Holly
abbracciò Patty, e le sussurrò all’orecchio un tenero e dolce “Grazie”. Patty
diventò ancora più rossa di prima ed Holly accorgendosi del gesto appena fatto
si allontanò da lei.
-Scusami…
non so cosa mi è successo…-
Patty
abbassò lo sguardo.
-Patty
devo dirti assolutamente una cosa! Posso?-
Patty
annuì.
-Patty...
io...- Doveva dirlo, ormai non poteva più tirarsi indietro, niente e nessuno
poteva fermarlo. Prese fiato e continuò a parlare. -…mi
sono innamorato di te!-
Patty
non credeva alle parole che aveva appena sentito. Dopo un attimo di silenzio,
che per loro sembrò un’eternità, la ragazza scoppiò a piangere.
-Patty
cosa ho detto di male? Mi dispiace!-
Perché
Patty piangeva? Le aveva fatto male forse? Non capiva
(e quanto mai te a capire…O.o NdA.).
Patty
fece segno di no e Holly si avvicinò alla ragazza e la baciò con dolcezza e
passione e questo bacio durò molto ma molto tempo...
L’amore
è un sentimento incontrollabile e che quando entra nel tuo cuoricino, non va
via tanto facilmente.
…THE END…
Salve a tutti ragazzoli^^… eccomi
qua a ripubblicare la mia prima fic!! Vi starete chiedendo perché ho deciso di
ripubblicare anche questa storia, bhe semplice, ho notato che mancava di narrazione e di descrizioni sia di
personaggi sia di altro, così ho decido di riprenderla!
Cosa ne
pensate? Vi fa schifo, non vi piace, vi piace, la amate
(cosa che non è probabile XD)… beh
fatemelo sapere, perché non è bello aprire il proprio account e vedere che la
storia e stata letta ma non recensita, beh, in fin dei conti, è grazie alle
vostre recensioni che un’autrice capisce se deve o meno continuare a postare
sue storie, se le sue storie piacciono o meno… beh questo è il mio pensiero.
Questa Fic è dedicata soltanto a
2 dei miei più cari amici, che adesso stanno assieme^^ beh, si, è dedicata a
voi Yoghettolo e Stefignola…
^.^ vi voglio tanto bene^^
Adesso vi lascio… ci si vede alla
prossima, un bacio^^
Asuki