Stranger

di LadySherry
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Prefazione

 

 

Scappo. Lo faccio da sempre, lo faccio da una vita.

E' quello che so fare meglio, dopotutto. Quello che da mesi faccio, almeno.

Le urla dietro di me sono ciò che mi fanno allungare il passo sempre di più. Non cadrò nella loro rete, nella loro trappola mortale. Non cederò alle loro suppliche, alle loro intimazioni.

Non mi fermerò.

O scappare o la morte, è questo che mio padre mi disse prima di esalare l'ultimo respiro.

E' questo che mi disse prima di lasciarmi solo a combattere per un mondo che ormai non esiste più.

Stringo ancora più forte la revolver alla mia mano destra.

Un solo colpo è tutto quello che ho. Un solo colpo da usare bene, da usare con astuzia.

Le mie gambe non reggono più eppure continuano la loro corsa, imperterrite e ostinate a raggiungere il mio obiettivo. La prendo sullo scherzo, faccio finta di correre per puro esercizio.

«Fermati, non peggiorare le cose!» urla una voce dietro di me, troppo lontana perchè ne percepisca la disperata richiesta d'aiuto.

Non ti fermare, non ti fermare, continuo a ripetermi. Non cedere ai loro inganni, non farti abbindolare, loro voglio distruggerti, voglio annientarti.

Non è passato molto tempo dall'ultima volta che ho rischiato di morire, eppure adesso mi sembra un'eternità. Mi sembra di andare a rallentatore, di correre e allo stesso tempo rimanere fermo.

Come ha fatto la Terra a cedere così in fretta? Come ha fatto a farsi ingannare da una specie decisamente al di sotto della nostra?

Una bomba esplode alla mia destra, dall'altra parte della strada.

Ripongo veloce la revolver nella tasca della giacca e mi preparo a scavalcare la staccionata con un solo salto.

«Fermati, straniero!» urla di nuovo, ma stavolta la voce è di un uomo.

Un uomo come tanti altri, un uomo come prima, prima di passare alla nuova specie, prima di eguagliarsi al resto della razza suprema. Per lui sono lo straniero, quello sbagliato.

Siamo tutti stranieri, qui.

Non vorrei farlo, eppure al ballottaggio, ora, c'è la mia vita contro la sua.

Supero l'ostacolo e mi fermo, deciso a voltarmi per guardarlo negli occhi.

Al volo tiro fuori la revoler e la punto contro il mio avversario.

Lui fa lo stesso.

L'urlo di uno sparo riecheggia nell'inquietante silenzio che si è venuto a creare attorno a noi.

E' solo un'altra giornata, un'altra agonia.

Una delle tante.





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