Alois
Hourglass.
Una sensazione familiare gli intorpidisce le dita, confusa e nauseante.
Sangue che sgorga dai palmi, e da tutte quelle ferite che niente
riuscirà mai a richiudere.
Frammenti di specchio traslucido sul pavimento, frammenti di un futuro
perduto e sempre presente. Riflettono spezzati ed inermi la storia che
l'ha sempre seguito, ombre tinte di sangue versato e lacrime
trattenute. Il sapore dei ricordi e delle disillusioni
è cenere,
secca e malata sulle sue labbra sporche.
Cenere. Cenere e fuoco. Capelli del colore dei rubini sotto la luce,
capelli bruciati troppo in fretta. Un nome tabù che non sa
più pronunciare.
La sua prima perdita, solo l'inizio di una maledizione senza scampo.
Perso, quel fratello minuscolo dal sorriso immenso. Perso per sempre in
una strada affollata di echi e tenebre, silenzioso come foglie
vittime di una stagione morente. Perso e mai più ritrovato
in
un'anima sciolta da pioggia grigia.
Guarda per terra, vede la sua rabbia futile consumata in schegge di
dolorosa inoffensiva violenza. Solo una bambino con le mani bagnate di
rosso.
Lo spettro di Jim, ogni angoscia di Alois era riflessa in pochi
centimetri di specchio. E lui era lì a fissarli senza
più
forza, con quegli occhi sporchi.
Sporchi. Sporchi. Sporchi. Sfacciati e spudorati. Sporchi. Lo diceva
sempre, il conte Trancy.
Attende il dolore, rassegnato. Più ricordi, più
dolore. Semplice aritmetica elementare.
Ma si mette a ridere, schernendosi brutalmente.
Non è forte, è debole. Non è sicuro,
ha paura. Non si ama, si odia.
Ma ogni menzogna può diventare
realtà, un'illusione
forgiata da mero pianto, se ci crede fino in fondo. La
verità
non può nascere in un mondo marcio come il suo.
Il passato si riflette nel futuro, ma la differenza è che in
quest'ultimo non ha nulla da perdere. Solo ricordi di cadute e
cicatrici a rammentargli chi era.
Abbandonare Jim in quello specchio rotto, imparare ad ignorare il
sangue. Può solo nascondersi dietro le grette menzogne di
cui
è l'artefice. Non ha più paura di morire, solo di
vivere
gli anni del suo passato buio.
Ridendo Alois afferra la clessidra sul tavolo, macchiando il vetro d'un
velo di impronte rossastre e avvelenate. Mentre l'ultimo rivolo di
granelli sta scivolando inevitabilmente lungo lo stretto collo la
rovescia.
E quel bizzarro gioco a cui sta sfidando il destino
può
ricominciare, lì dove l'ultimo fantasma di se stesso l'ha
lasciato.
Note dell'Autrice: Quando ho scoperto che era il suo compleanno, mi
sono detta "Non posso non dedicare una storia ad Eva!" E di chi parlare se
non di questo pazzo qua?! Era da tanto che non scrivevo di lui, mi
mancava. Così è nata questa roba.
Non so se vi piace, potete anche dirmi che non avete capito un'acca.
Voglio dire, un senso dovrebbe esserci da qualche parte: chi lo coglie
vince... vince... uhm... un bel niente, ma almeno non non
avrà sprecato cinque minuti della sua vita a leggere roba
incomprensibile.
Allora concludo con l'augurare ancora buon compleanno ad Eva e... darvi
la buonanotte. Grazie per avere letto!
Lucy
ps: Luka! Perchè sei morto, tesoro di un bimbo?!
ç.ç
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