Facce di una stessa medaglia

di Nyss
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Facce di una stessa medaglia





È il primo giorno di primavera. Milla è sola in casa, acciambellata su un divano con un libro in grembo. Sta tentando di concentrarsi, ma è difficile con il canto degli uccellini e l’intenso profumo dei fiori.
Nel tempo dilatato all’infinito, ad un tratto i suoi sensi acuti si risvegliano. Ha sentito dei passi. Li conosce.
Corre fuori, si ferma sugli scalini, un po’ confusa dal sole improvviso che la investe. Mentre la vista si abitua, le orecchie percepiscono lo scricchiolio del legno sotto il peso di Ryan.
Ora sono alla stessa altezza. Si fissano soltanto negli occhi. Non dicono niente, non si sono mai detti niente- Ryan accenna una smorfia, che forse voleva essere un sorriso di scuse.Scusa perché non possiamo stare vicini.
Il vento prende a soffiare. Fa frusciare le fronde, porta il canto dei volatili ancora più vicino, smuove il Mantello Nero, ricordando ad entrambi il loro ruolo. Scusa perché sono il Guerriero. Come se fosse colpa sua.
È un rito quotidiano questo. Ognuno ed entrambi pensano “ e se…?”. Sono solo fantasie, non si può cambiare ciò che si è.
Ma questa volta è diversa. Milla affronta il dolore ogni giorno, in perenne lotta con sé stessa. È ora di una rivincita, anche se sa che sarà straziante.
Così prende il coraggio a due mani e si sporge verso Ryan.
È un breve contatto il loro, innocente come una cotta infantile.
Le labbra si scottano, bruciano e formicolano, si gonfiano e si arrossano, simbolo del loro breve, intimo, casto bacio, che per loro vale come mille.
 
Ed ora la slanciata pedina, riparata dall’incandescente metallo, testimonia al Futuro il sempiterno amore tra Ladro e Guerriero, facce della stessa medaglia, unite e divise dal crudele fato che impone la Nera Scacchiera.




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