Love is dead

di Sherlock Holmes
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Misi la mano sinistra in tasca e con la destra mi sfiorai la ferita alla spalla, frutto del mio ultimo incontro con il professore.
Sospirai, lasciando che il gelido vento svizzero mi scompigliasse i capelli.
Osservai i fiocchi di neve posarsi sul parapetto di marmo.
Chiusi gli occhi, ascoltando il cupo scrosciare delle acque della cascata Reichenbach…
Udii il cigolio della porta.
Mi voltai, credendo di trovare Moriarty, nel suo tight nero…
Invece…
- Sim!-
Sapevo che era lì per farmi desistere…
Le diedi le spalle, osservando il cielo.
- Il professore ha già ricevuto il mio biglietto. Sarà qui a momenti.- le dissi, in modo da farla rientrare.
Lei mi fissò.
- Non lo faccia, Holmes… - mormorò, avvicinandomisi.
La ignorai.
Simza mi prese il braccio.
- Non lo affronti, la prego!- esclamò, con voce rotta.
- E perché mai non dovrei farlo?- le domandai, sarcastico, senza aspettarmi una risposta.
La gitana, però, replicò: - Perché… io la amo, Holmes.-
Non concretizzai quelle parole.
Sim mi prese il mento con due dita, facendo in modo che i suoi occhi si fissassero nei miei.
- Io ti amo, Sherlock…-
 
Solo un’altra donna mi aveva detto quelle parole…
 
Irene Adler.
La mia adorata Irene Adler.
 
Inaspettatamente…
Simza mi baciò.
 
Irene…
 
Mi irrigidii, senza ricambiare il gesto d’affetto.
Mi scostai, esclamando:- No!-
Lei mi osservò, scioccata.
Chinai lo sguardo, faticando a respirare.
 
Tutti i miei pensieri si focalizzarono sulla Donna…
Sul fazzoletto ricamato con le sue iniziali, insanguinato…
 
Avevo lasciato cadere nelle acque della Manica quel pezzo di seta, così da liberare la sua anima dalla mia.
 
Ma io non ero riuscito a dimenticarla.
Come avrei potuto obliare il mio unico amore?
 
- Irene Adler non c’è più, Sherlock…- mi disse Sim, fredda – Lei è morta!-
Sottolineò crudelmente quella parola.
Mi voltai, posando il palmo sulla neve.
- La mia capacità di amare è morta con lei.- le risposi, sincero.
La zingara fece un passo indietro.
- Mi… dispiace per quello che ho detto, Sher… ehm, Holmes…- esalò.
Annuii, apprezzando il ritrovato distacco.
- Il dottore la attende, madame… Ha bisogno del suo aiuto per individuare Renée. Il destino della civiltà occidentale è nelle vostre mani, non dimenticatelo.-
Mi osservò, con occhi lucidi.
Poi, con un rumore di tacchi, scomparve nel salone.
 
Deglutii, sfiorando con i polpastrelli il respiratore di Mycroft.
 
Se mi fossi salvato, avrei potuto rivedere Watson…
Il mio caro amico Watson.
 
Ma, se qualcosa, nel mio scontro con Moriarty, fosse andato storto…
Avrei rivisto Irene.
 
Entrambe le eventualità mi allettavano.
Per questo, quando la porta di legno si riaprì, accettai il mio destino a cuor leggero.
Un sorriso mi si dipinse sul volto.
- Salve, professore…- mormorai.




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