Incubi e dolci
rimedi
Avvertimento: la
descrizione del sogno di Molly potrebbe essere giudicata un po' cruda.
«Oh...
oh... oh!»
boccheggiò la signora Weasley e poi esplose in un gran
pianto, il volto tra le
mani.
«Molly» disse Lupin
desolato, avvicinandosi. «Molly, non...»
Un attimo dopo la
signora Weasley singhiozzava con tutta l'anima sulla
spalla di Lupin.
«Era solo un Molliccio»
disse Lupin
cercando di consolarla,
accarezzandole la
testa. «Solo uno stupido Molliccio...»
«Li vedo m-m-morti di
continuo!» gemette la signora Weasley contro la
sua spalla. «Di
c-c-continuo! Me lo s-s-sogno...»
[...]
«N-n-non ditelo ad
Arthur». La signora Weasley deglutì, asciugandosi
frettolosamente gli
occhi con le maniche. «N-n-non voglio che sappia...
che sono una
sciocca...»
[Harry Potter e
L'Ordine della Fenice - Capitolo Nove: Le pene della Signora Weasley]
Erano
lì, di
fronte a lei, una fila di corpi deposti a terra. Fermi, immobili,
sembrava
dormissero.
Molly si
avvicinò a loro, allungando il collo per vederli meglio.
I suoi occhi
riconobbero i lineamenti del primogenito, Bill. Quando s'accorse che
qualcosa
non andava, il suo sorriso si spense all'istante. Il bel viso aveva un
colorito
pallido, cereo. Le labbra erano contratte e livide, gli occhi azzurri
spalancati e vitrei come quelli di un... morto.
Si
chinò
verso di lui, appoggiando il capo al suo petto. Il cuore non batteva.
Sudori
freddi iniziarono a pervaderle la schiena, facendola tremare. Scosse il
corpo
del figlio, controllando la carotide. Non pulsava, il sangue non
scorreva.
«Bill!
Bill!», urlò, scuotendolo. «Bill,
svegliati!».
In quel
momento qualcosa, qualcuno, comparve
di fianco a Bill. O forse c'era sempre stato.
Charlie,
mortalmente pallido, era steso di fianco al fratello. Accanto a lui
c'era anche
Percy.
Molly si
portò la mano alla bocca, soffocando un gemito.
«P-Percy...», balbettò.
Distolse lo
sguardo, le lacrime agli occhi, ma anche alla sua sinistra c'erano
cadaveri.
Fred e George, Ron, l'esile figura della figlia - la sua unica figlia!
- Ginny.
«NO!»,
urlò.
«Svegliatevi, svegliatevi tutti!».
Nessuno di
loro si svegliò, nessuno di loro le rispose. Lo sguardo era
vitreo e perso nel
vuoto, sette paia di occhi che non l'avrebbero più guardata,
le vivide chiome
rosse parevano più spente che mai.
Indietreggiò,
le mani a coprirsi il viso, lacrime calde a rigarle le guance.
Non poteva
essere vero.
Sbatté
forte
con la schiena contro il muro, il colpo le mozzò il fiato.
Cercò di reggersi
alla parete, disorientata, la testa che le vorticava paurosamente.
La sua
spalla urtò qualcosa, che cadde a terra con un tonfo sordo.
Un corpo. Un
altro. La figura era
immersa nel
buio, non riusciva a distinguerla.
Si
chinò
istintivamente, girando il cadavere per vederlo in faccia e...
urlò. Urlò
ancora e ancora, a pieni polmoni.
«Molly!
Molly! MOLLY SVEGLIATI!», la voce di suo marito la
destò dall'incubo.
La signora
Weasley si guardò intorno, spiritata. Riconobbe il volto di
Arthur tra le lacrime
che le offuscavano la vista; lo stesso volto che aveva visto poco prima
in
balia della morte ora era vivo, davanti a lei. Lo toccò
istintivamente,
accarezzandolo più volte, un sorriso sollevato in netto
contrasto con gli occhi
arrossati.
«Arthur,
oh Arthur, stai bene?».
«Certo
che
sto bene!», esclamò quello stupito.
«Cara, cosa ti è successo?».
Molly non
rispose, distogliendo lo sguardo dalla sua espressione preoccupata. Lui
le
strinse le spalle, costringendola a voltarsi. «Puoi parlarne
con me, se vuoi»,
le sussurrò, guardandola in modo serio e apprensivo.
La donna
sentì
le lacrime velarle di nuovo gli occhi. «Io-io...».
Notando la
sua espressione confusa, Arthur minimizzò con una mano.
«Non fa niente»,
sussurrò. «Se non te la senti di parlarne va
bene», continuò, allungando il
braccio per stringerla a sé.
Molly gli
abbracciò
la vita con forza, appoggiando la testa al suo petto, per notare, con
suo
grande sollievo, che il cuore del marito batteva regolarmente.
Lui le
accarezzò la testa, baciandole la fronte. «Adesso
calmati, va tutto bene».
La moglie
annuì vigorosamente, reprimendo le lacrime che le velavano
la vista e
concentrandosi sul battito regolare che percepiva.
Tum, tum. Tum,
tum.
«Ho
sognato
qualcosa che mi ha spaventata terribilmente»,
cominciò, la voce incrinata.
«Sono proprio una stupida».
«Non
dire
così», la redarguì Arthur,
accarezzandole i capelli. «Capita a tutti di avere
degli incubi».
E che incubi.
«Ho
sognato
che eravate t-tutti morti. Tu, i ragazzi...».
L'uomo
sentì
qualcosa di umido bagnargli il pigiama.
Per Merlino,
stava piangendo.
«Shh,
Molly», mormorò, cercando di calmare i suoi
singulti. «Va tutto bene, va tutto
bene».
«Non
v-volevo
dirtelo. Adesso penserai che s-sono una stupida».
Lui la
fissò
con i penetranti occhi azzurri. «Non ho mai pensato a una
cosa simile. Perché
dovrei darti della stupida se ti stai preoccupando per me e i nostri
figli?».
«N-non
lo
so».
Arthur le
sorrise teneramente, baciandole le guance e le labbra.
«Ognuno di noi ha delle
paure, la vera stupidità sta nel non cercare di
superarle».
Molly
sorrise lievemente, gli occhi castani fissavano i suoi con
intensità. «Non so
cosa farei senza di te, Arthur». Parlò con voce
ferma, senza balbettare o
singhiozzare.
Lui la
strinse ancora più forte. «Probabilmente quello
che farei io senza di te»,
rispose a bassa voce.
La moglie
mise una mano sulla sua guancia e sfiorò le sue labbra con
dolcezza.
«Grazie»,
mormorò, prima di addormentarsi sul suo petto, cullata dal
confortante battito
del suo cuore.
Per quella
notte, Molly dormì serenamente.
Arthur era
vivo e non l'avrebbe mai lasciata. Di questo era certa.
Buonasera v.v
Questa storia
mi è venuta in mente mentre leggevo il passaggio citato
all'inizio in Harry Potter 5 in lingua originale *occhi sbrilluccicosi*
E' la mia
prima Molly x Arthur, volevo scriverne una da un po' e questa idea me
ne ha dato l'occasione.
E' molto
semplice, ma spero sia stata di vostro gradimento lo stesso. Essendo la
priam volta spero di non essere andata OOC.
Buona serata
Jo
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