Cammino
per strada con le mani in tasca, scalciando i ciottoli che si trovano
sulla mia strada.
Ma
che noia. Qua non succede mai niente.
Ho
bisogno di una svolta, di un segnale, di qualcosa, di qualcuno!
Porco
procione!
Svolto
l’angolo tra la 32° e la 31°, dove si trova
la gelateria più buona di tutta la città.
Mi
avvicino al negozio, controllando quanti soldi ho in tasca.
Ok,
abbastanza per uno yogurt a tre gusti con panna montata e praline al
cioccolato.
Che
c’è? Ho fame.
Entro e
sento il rumore delle campanelline sopra la porta, ma sento anche
qualcos’altro, come un pianto.
Oooohhhhhh
no! Vicino alle panchine, sul parchetto del gelataio/yogurtiere/ragione
della vita mia c’è un bambino che piange
perché gli è caduto il gelato.
Bhe,
veramente è buffo.
E
se lo è meritato. Non si tiene cosi il gelato!
Si,
sono sadica.
Però
mi fa tenerezza! Mentre il gelatiere mi passa lo yogurt e io i soldi,
decido che lo vado ad aiutare.
Potrei
… dargli il mio gelato.
Fatemi
Santa, ora.
A
passi decisi mi avvicino verso il bambino per svolgere la mia buona
azione quotidiana, quando un ragazzo si china verso il bimbo e gli
chiede se è tutto a posto.
È
ovvio di no! Gli è appena caduto un gelato! È una
tragedia!
Vediamo
come se la cava.
Non
è che mi “nascondo” dietro un cespuglio,
è solo che mi metto in una
posizione favorevole cosicché lui non mi veda ma io veda lui.
Non
è nascondersi.
Adesso
è chinato verso il bimbo e i riccioli gli cadono gentili
sulla fronte, coprendogli il viso.
Il
bimbo-frignone intanto comincia a chiudere i rubinetti.
Cioè
a smettere di piangere (come sono insensibile) .
Sento
parole consolatorie come “ora te ne compro un
altro” o “dov’è la
mamma?”.
La
mamma mi ha lasciato qui con il gelato a terra, ecco
dov’è la mamma.
Poi
vedo che gli prende le manine e gli dice di non preoccuparsi.
Ah
fantastico. Ha perso anche la mamma.
Non
è la sua giornata fortunata.
E
poi non posso lasciare un bambino indifeso nelle mani di un bel
ragazzo. Si sa che sono i peggiori.
Ok,
intervengo.
A
passi un pò meno decisi di prima mi avvio verso di loro, e
il ragazzo alza lo sguardo.
Oh
santissimo ceppa.
È
… bellissimo.
Non
sbavare Hope, non ora.
HO
UNA MISSIONE! AIUTARE QUEL POVERO BIMBO!
-
Ehm.. va tutto bene? – chiedo cortesemente, anche se
è lui che dovrebbe chiederlo a me.
-
No, questo bimbo ha perso la mamma e gli è caduto il gelato
– poi lo
guarda come se avesse di fronte un cucciolo di foca arenato.
-
Bhe, poniamo fine ad un problema alla volta, che dici? Ti va di
prendere il mio gelato? – chiedo con il tono più
gentile e materno che
riesco a tirare fuori.
Dopo
qualche mugugno, il bimbo scrolla energicamente la testa facendo cadere
tutte le lacrime dal viso e afferra prontamente il mio gelato. Il
ragazzo dagli occhi verdi si sveglia:
-
Oh, dì grazie a … - poi mi guarda come a chiedere
il nome.
-
Hope ! Piacere. –
-
Io sono Harry… e questo qui è Timmy, a quanto
sembra. –
-
Ciao Timmy! –
Il
bimbo non reagisce.
Ah
certo, prima ti prendi il gelato e poi mi ignori! Uomini….
-
Adesso ti aiutiamo a trovare la mamma ok? – mi sbagliavo.
Questo ragazzo è veramente dolcissimo con il bimbo.
Ma
ecco che ricomincia a piangere.
-
No, non fare così! Su, su la troviamo! Il parchetto
è piccolo! – ok non ci so fare con i bambini.
Poi
vedo che il ragazzo, Harry, lo abbraccia forte. E lui smette di
frignare.
-
Ma come…? –
-
Ehm , sembra che i bambini mi adorino eh? –
si gratta imbarazzato la testa.
-
Ho notato! Ci sai fare –
Poi
c’è un attimo di silenzio nel quale rimaniamo a
fissarci e a sorriderci come due ebeti.
-
Ehm scusate, mi avete detto che mi aiutate a trovare la mia mamma! Mi
aiutate o vi baciate? –
-
C..cosa? – esclamiamo all’unisono io e Harry . Che
bambino ehm… insolente!
-
Ah si si giusto! Adesso andiamo eh! – dico impacciata.
Scandagliamo
ogni angolo del arco ma della madre neanche l’ombra. Ci sono
solo due
tipi seduti al bar che chiacchierano e il gelatiere.
-
Mi dispiace bimbo ma la tua mamma non si tr…-
-
MAMMA! – il bambino comincia a urlare e a correre verso il
bar.
Oh
porca padella! La “madre” era uno dei due tipi
seduti al bar.
Bhe,
in nostra difesa è molto poco femminile con quel cappello da
baseball che ha in testa!
-
A quanto pare l’ha trovata! –
-
Eh già…–
Momento
di silenzio. Metto le mani in tasca e mi guardo in giro dondolando sui
talloni.
Bhe
forse dovrei andare. Faccio un cenno di saluto a Harry e mi incammino.
-
MI CHIEDEVO… - sento che urla da lontano. Mi riavvicino.
-
… e se un altro bambino si perdesse ancora? Insomma, dovrei
avere il tuo numero, cosi ti faccio sapere.-
Ah-ah.
La più strana tecnica di abbordaggio mai sentita. Bhe, ci
sto.
-
Bhe, hai ragione! – mi fingo preoccupata.
Mi
porge il cellulare e io gli scrivo il mio numero, senza far vedere che
sto sorridendo.
-
Ovviamente ti chiamerò appena troverò un bambino
da aiutare! –
Ci
guardiamo. Potrebbe essere l’inizio di qualcosa?
Naaa
.
Lo
guardo e sorrido - Ovviamente -
HEY
–OOOOO *si finge un pirata*
Salveeeeeeeee
a tutti! :D sto pubblicando a raffica tutte le one sht della mia vita
cosi non ho il tempo di fermarmi e pensare che nessuno potrebbe
commentarle J
Quindi
per stavolta non vi imploro di commentare
ANYWAY!
Spero
vi piaccia
Non
fatemi morire senza qualche commento! D:
ok,
ho finito di scartavetravi le ovaie ^^
ADIOS
DIRECTIONERS! :D
#HOPE
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