Vi
amo troppo anche solo se avete aperto la mia storia per sbaglio.
Ci
terrei molto se la leggeste e commentaste :3 vi avverto che non penso
tutto quello che ho scritto ma dovevo far apparire la protagonista un
po’ acidella ;)
Have fun!
Siamo in fila da
più di 45 minuti per entrare in quello stramaledetto negozio
di AberCrombie. 45
minuti.
Non
avrei sprecato un minuto di più per entrare in un negozio
dove
all’entrata ti aspettano dei ragazzoni a dorso nudo che
servono solo
come trovata pubblicitaria. Adesso basta.
- Scusate
ragazze, non mi sento molto bene, forse è meglio se vi
aspetto qui fuori. - dico
alle mie amiche anche se il tono non è dei più
convincenti.
- Smettila Hope.
Sappiamo perfettamente che questa cosa non ti va, ma fallo per noi!
Mica veniamo a Milano tutti i giorni!-
Ehm.. forse la
mia amica Bonnie aveva ragione. Mi conosce troppo bene.
- E poi scusami,
cosa c’è di male se ogni tanto ti rifai gli occhi,
me lo spieghi?- mi chiede ridendo
Grace.
E neanche lei ha
tutti i torti, forse.
- È solo
che la trovo un po’ patetica come cosa. Voglio dire,
è solo un negozio.
Che avrà di speciale? La gente entra solo per vedere quei
bellimbusti
senza cervello che non sanno far altro nella vita che usare il loro
corpo. E per il profumo. Giuro, se annuso ancora un po’
quell’odore
smielato, svengo, non dico altro.-
Improvvisamente,
quasi tutte le persone in coda si girano verso di me, comprese Grace e
Bonnie, come se avessi appena detto che la regina
d’Inghilterra è morta
per overdose.
Bhe che
c’è’? 1) potrebbe succedere
2)
ho detto solo ciò che pensavo.
La
fila avanza, nessuno sembra più ricordarsi del mio
“intervento”. Gli
agenti all’entrata fanno entrare 10 persone alla volta. Siamo
quasi
arrivate, ma davvero, io non ne posso più. Se
c’è una cosa che non ho è
proprio la pazienza. Figuriamoci poi aspettare per fare qualcosa che
non si ha voglia di fare.
- Forza
Hope! Ci siamo quasi dai! Staremo dentro pochi minuti e poi usciremo
subito, promesso! -
- Fff..Grazie - rivolgo
a Bonnie un sorriso sollevato.
Non che non mi
vada di entrare nel negozio, per carità. Io muoio per i
vestiti AberCrombie.
È
solo che il negozio è in sostanza un mix tra una discoteca e
un covo di
mafiosi russi ubriachi. Per questo ci mando le mie amiche di solito, se
voglio comprare qualcosa.
Nel senso che:
_ è
tutto scuro. Si vedono solo i gradini, lo spazio dove camminare e le
mensole con i vestiti.
_
i prezzi sono inguardabili (letteralmente: non ci sono i cartellini sui
vestiti. Forse perché non vogliono che qualcuno svenga nei
loro negozi.
O forse perché in questo modo ti obbligano a parlare con i
“commessi”,
ovvero giovani e bei ragazzi che ballano in giro
per il negozio. Così ti viene un attacco di cuore o fai una
figura di merda).
Dite che sono
disfattista? Bhe, è solo ciò che penso.
Comunque
sia, adesso stanno per farci entrare. Oddio ti prego, dimmi che non
devo passare davanti a quella sfilza di ragazzi-tartaruga
all’entrata.
Forse
la cosa che mi da più fastidio è che loro alla
fine per loro è solo
lavoro. Cioè, abbracciano le ragazzine arrapate e fighette,
ma quegli
abbracci non significano niente, e la cosa più brutta che ci
sia sono
le cose che non hanno significato.
Ad
ogni modo, tocca a noi. Grace e Bonnie sono eccitatissime. Ahhahah mi
fa piacere vederle contente per cosi poco! Invece per quanto mi
riguarda, preferisco guardare il cellulare. Infatti varco la soglia
controllando i miei messaggi.
- Ciao,
benvenute! Ciao, benvenute! Ciao, benvenute!- ma
sanno dire solo questo?
Davanti
a me c’è solo una ventina di ragazzi a dorso nudo
e con dei jeans che
accolgono le clienti, abbracciandole, facendo foto e sorridendo. Quanta
falsità.
Che amarezza.
C’è
una fila per farsi la foto con loro e un’altra per le persone
che vogliono solo entrare.
Indovinate un
po’: la seconda è deserta.
Cerco uno
spiraglio tra la folla per entrare senza abbracci o foto. Sono
solamente una probabile acquirente di vestiti! Perché tutte
queste
attenzioni? Negli altri negozi non fanno così! Ma le mia
amiche non
sembrano pensarla allo stesso modo. Infatti,
Bonnie sta praticamente sbavando ai piedi di un certo
“Liam” a quanto
leggo dal cartellino a forma di fiocco che hanno attaccato come
papillon. Come ho già detto: patetico.
Sembrano conigli.
Tanti conigli
nudi in fila.
A questo
pensiero sorrido, ma continuo a fissare il cellulare camminando
lentamente sulla moquette (scura, ovviamente)che porta all’entrata.
Ho già avvertito Grace e Bonnie, per cui non
c’è problema. Io le aspetterò al primo
piano.
Ma
guarda! C’è una ragazza che chiacchiera
allegramente con un modello,
bloccando tutta la fila. Ma né lei né il modello,
“Niall” sembrano
dispiacersene. Ahahaha che scena comica.
…
Aspetta.
Quella
è Grace.
Occristo.
Vabbè
meglio non intromettermi: voglio vedere come va a finire.
Intanto
l’ultimo modello della fila ha notato che ho saltato il
rituale sacro degli abbracci e delle fotografie. Vacca.
Cammina Hope,
non fermarti. Fai finta di niente. Non hai fatto niente di male no?
Oh sante carote,
perché viene in qua? Cristo, no. No, no, no. No.
Sento che
qualcuno mi afferra per il braccio, delicatamente.
- Hey! Non fai
la foto?- sorriso
a 32 denti finto come non mai, si capisce. Ma vabbè,
poverino, deve
essere stata una giornata faticosa… cavoli, non vorrei mai
dire che
abbracciare gente e stare in filaper farsi ammirare non sia un vero
lavoro! Cercherò
di essere educata.
-
No, guarda, davvero. Va bene così. Credimi- mi
libero dalla sua presa e proseguo la mia camminata verso la
libertà. Ho
messo nel mio tono anche una nota di disappunto tanto per fargli capire
che sono
nella fila non-farò-sta-cagata, e quindi non mi
devi importunare.
- Ma dai!
Sarà un bel ricordo! - me
lo ritrovo ancora davanti. Mi infastidisce parlare con lui. Mi fa
sentire una merda. Lui è così ...uao. E io invece
no. Quindi meglio
chiudere la conversazione.
- Non ne ho
bisogno. Vivo anche senza. - questa
volta sono più acida.
- Sicuraaaaa??- il
modello mi segue camminando all’indietro mentre sto per
finire il corridoio, che per i miei gusti è anche troppo
lungo.
- Si, non ne
morirò, credimi. Senti …
“Harry”- leggo
il nome sul papillon. - …è un brutto momento. Non
per essere cattiva,
ma non mi piace quel che fate nè come lo fate. Lo trovo
triste,
patetico e penoso. Sinceramente. Non voglio offenderti, ma è
così.
Quindi addio -
Lui mi sta
guardando a metà tra il sorpreso e il contento. Infatti, La
sua bocca è rimasta aperta, con un mezzo sorriso.
- Bhe? Non hai
capito? Non.. voglio … la … foto..- più
vado avanti a parlare, più faccio fatica a mantenere un tono
deciso, ma
non ci posso fare niente. Inoltre, me ne vergogno, ma non riesco
neanche a guardarlo in faccia. Quei pettorali…
È che
sembrano scolpiti. Cioè, devi toccarli.
Sembrano soffici e allo stesso tempo incisi nella pietra.
Bhe, non mi
faccio tanti problemi. Dopotutto, c’è gente che
viene qui per
questo no?
Con
un ‘espressione noncurante dipinta sul volto, e senza neanche
domandargli il permesso, mi ritrovo ad accarezzargli i pettorali.
E a fare
apprezzamenti, anche.
- Mmm, non
male… quanti esercizi fai al giorno?- riporto
le mani alla borsetta e lo sguardo sui suoi occhi. Anche quelli niente
male devo dire. Di un verde soffice, delicato, che ti cattura. Ma ..
che mi importa? Tralasciamo.
Lui
sorpreso (e come non potrebbe) incrocia le braccia al petto,
scrutandomi per bene, come se la conversazione stesse prendendo una
strana piega e vuole capire dove andremo a parare. Poi risponde:
- Mah, non
saprei, dipende.-
- Bah, poco
importa. - torno
improvvisamente in me. - Torna
pure al tuo lavoro. Le fan ti aspettano.-
Indico
con un cenno del capo un gruppetto di ragazze che si è
riunito vicino
alla sua “postazione” e freme per delle foto. Anzi
alcune le stanno già
facendo, e prendono dentro anche me.
Non ci tengo ad
essere per sempre nelle foto di sconosciute! Me ne vado!
Raggiungerò le altre!
Con
orrore però, mi accorgo che Grace e Bonnie sono ancora in
fila, Bonnie
chiacchiera e Grace fa foto a più non posso, accecando tutti
con il
flash.
- Ah,
sì. Mi sa che devo andare …- dice
alzando il braccio per grattarsi la testa e guardando le ragazze.
Però, che muscoli.
- Ecco, vai.
Ciao ciao ragazzo-oggetto!- lo
saluto con quello che potrebbe non sembrare un sorriso ma un ghigno.
- No, no
aspetta! -
Dice a me? Ma
che vuole ancora?!
- Tu sai il mio
nome, ma io non il tuo.-
- Per
forza: io non porto un papillon al collo con il mio nome, ricciolino.- rispondo
secca.
Poi ride. Bene.
Faccio ridere la gente. Che bello.
Poi sembra
riprendersi, mentre io lo sto ancora guardando.
- No,
seriamente. Qual è il tuo nome?- mi
fissa negli occhi con uno sguardo profondo e interrogativo.
- Scusa, ma che
ti frega? Non ci vedremo mai più! - gli dico, quasi sfinita.
Voglio solo andarmeneeeee.
- Bhe, questo lo
dici tu… “Hope”- ma
come…? Cosa..?
Poi mi tocco
istintivamente il collo. La collana, il ciondolo con il mio nome. Ops.
-
Sei meno stupido di quel che credevo. Continua così e fra 45
anni la
vostra reputazione di modelli senza cervello si estinguerà
completamente.- gli
dico a braccia conserte.
- Grazie,
sarebbe un onore- improvvisa
un mezzo inchino.
Mi viene un
po’ da ridere.
- Bhe, allora a
presto, Harry.- Mi
allontano sorridendo e scuotendo la testa.
- Contaci, Hope-
Poi senza
voltarsi e continuando a fissarmi, torna in fila, le braccia dietro la
schiena.
Tanto non ci
saremmo incontrati mai più.
O forse no?
ULLAUH A
TUTTI!!!! :D
Eccomi qua
ANCORA *scusate*
Ho voluto
provare il brivido di pubblicare la più lunga delle mie
innumerevoli sclerate AYEHA.
Spero davvero
che vi piaceranno perché io le scrivo con il cuore
:’D
IO
AMERO’ CHIUNQUE DECIDERA’ DI RECENSIRE, SAPPIATELO.
Fatemi
sapere se vi è piaciuta perché pensavo di
continuarla. Cioè, non di
trasformarla in una fan fiction però al massimo aggiungerci
2 o 3
capitoli ancora. VABBUO’ basta
me ne vado, per la vostra felicità, cosi non vi rompo
più le palle <3
*AMORE INFINITO
PER CHI è ARRIVATO FIN QUI*
Xoxo
#HOPE
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