Morte

di Rota
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Morte

 

 

 

 

Non è finita - la coscienza di Cato, che trilla impazzita al di sotto dell'istinto di sopravvivenza si rifiuta di concepire persino l'idea della sconfitta.
Per quanti siano i suoi avversari, per quanto forti e per quanto grossi: li abbatterà, fino all'ultimo.
Con un gesto rapido, violento e un grido selvaggio, che più che umano lo fa sembrare bestia esattamente come le creature che gli sono addosso, estrae la sua arma dal corpo dell'ibrido e si prepara ad affrontare gli altri. Se uno indietreggia, quello che gli è accanto non spreca neanche il tempo per ringhiare che subito carica il ragazzo.
Cato sa di non poter contare troppo sulla corazza che indossa: se lo salva dalla maggior parte dei loro attacchi, comprende a livello istintivo che la lunghezza dei loro artigli e delle loro zanne non si limiterebbe a penetrare solo la sua protezione. Già è successo per colpa di quel animale che gli ha azzannato la caviglia, quello a cui ha calpestato un occhio fino a sfracellarglielo.
Ma non importa, perché non sarà questo quello che gli permetterà di vivere.
Loro – i suoi avversari, i suoi veri nemici – sono ancora appollaiati sopra la Cornucopia, come avvoltoi. Basta raggiungerli, salire il corno come già ha fatto una volta. Basta quello e tutto si compirà come deve: la vittoria nelle sue mani.
Mette un piede sulla punta del corno; quei dieci centimetri che lo separano dal terreno lo spronano, lo spronano ancora di più.
Spinge con un calcio un ibrido a terra e gira violento il proprio torace di lato, con il braccio in alto, pronto a uccidere un altro assalitore. Nel mentre compie il gesto – e vede la lama che trapassa il collo di uno di quelli – scorge uno sguardo familiare, due occhi che neppure la furia e la rabbia riescono a rapire alla sua mente. Una parvenza di quello che è stato un essere umano, il solo ricordo sbiadito di una promessa cade in una pozzanghera di sangue ai suoi piedi.
Di contro a tutta quella violenza, quel solo gesto gli sporca le mani di omicidio. E l'unico pensiero che gli rimane in testa, in quel misero istante, è che Clove è morta una seconda volta – si riaccende qualcosa dentro che lo fa spegnere per un attimo di troppo.
Quando se ne accorge, ha già la mandibola di un ibrido serrata attorno alla spalla che lo costringe a terra e gli nega ogni possibile via di salvezza.
Dopo c'è unicamente una vita troppo lunga.

 

 




 

Note autore

Ho finito di leggere il primo libro della trilogia meno di ventiquattro ore fa, quindi sono fresca di emozioni.
Nel mezzo della tragedia che descrive Hunger Games, penso che la morte di Cato sia in qualche modo esemplare: lui che si è comportato da bruto, in maniera brutale viene ucciso. Tuttavia, ho pensato ad un possibile "What if" sul come e perché sia stato sopraffatto dal branco di ibridi. E quello che ho pensato è stato questo, aiutata molto dal mio amore per la coppia CatoClove.
Spero che la mia flash sia stata di vostro gradimento :D





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