To me you are Everything

di Giulietta Preston
(/viewuser.php?uid=151017)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Capitolo 1
Uno strano Incontro

 

- Oddio! – pensa Lucinda, Luce, Garchi appena la sveglia comincia a suonare “Senza Riserva” di Annalisa – Devo andare dalla signora Briel oggi pomeriggio. Dannazione alla mia boccaccia!





 

Siamo a Torino, in una mattina di fine inverno. Nell’ordinatissima stanza della giovane Garchi, c’è una ragazza impegnata a vestirsi e truccarsi prima di dirigersi alla fermata del pullman per andare a scuola. Con la solita precisione, alle 7:30 Luce esce da casa e si dirige verso Citroen c3 rossa, dove c’è la sua migliore amica Eliana ad aspettarla. Le due prendono il pullman e arrivano a scuola. Arrivata l’ora di entrare, le due si salutano e si dirigono verso la propria scuola, infatti, Luce frequenta il terzo anno di Liceo Scientifico, mentre Eliana va all’Alberghiero.
Le lezioni passano velocemente, ma Luce oggi non è molto attenta: pensa al pomeriggio sprecato che passerà con la signora Briel, visto che le ha promesso di aiutarla con i pensierini di Pasqua per i suoi alunni del catechismo.
 
 






Arrivata la fatidica ora, Luce si dirige verso Corso Vittorio Emanuele II, 57 e suona il campanello chiamato Briel – Mattroni. Entra in una casa molto bella, elegante con moltissime decorazioni in pizzo e mobili di ebano bianco stupendi che rispecchiano la donna di casa, in un certo senso, infatti, nonostante sia un pochino paffuta, la signora Briel è una bella donna dai capelli color miele e gli occhi verdi. Vedete, il problema non sta nel passare la giornata con la signora Briel, ma nell’aver annullato l’ennesima visita al Museo Egizio - Luce ama la storia, in particolare quella egizia e greca, difatti ogni settimana la ragazza va a visitare il museo dei primi -.





- Accomodati pure, tesoro – dice la padrona di casa.

- La ringrazio, signora Briel – risponde Luce

- Oh, non chiamarmi Signora, mi fa sentire vecchia, preferirei Irene, se non ti dispiace –

- Ok – risponde Luce con un sorriso

- Ti ringrazio di aver accettato di aiutarmi, i miei alunni sono tantissimi e da sola ci metterei tre giorni. Mio marito lavora e mio figlio si rifiuta di fare qualcosa per quei, come li definisce lui, “bambocci” suppongo sia perché la peste del gruppo, Lorenzo, una volta gli ha sputato sui pantaloni. -

- E’ terribile –

- Sì, lo so’ – risponde Irene dall’aria triste

- Non si preoccupi, ora ci sono io ad aiutarla -.

- Sei un angelo.






 

Le due si mettono al lavoro: devono colorare degli ovetti di legno con i pennelli e poi devono scrivere un biglietto d’auguri per il bambino e i genitori. Lavoro lungo dato che gli alunni, delle varie classi, sono 189, ma con la simpatia di Irene e un po’ di musica la fatica non si sente nemmeno.
Dopo un paio di ore, le due lavoratrici sentono il campanello suonare.

- Arrivo! – dice la signora Briel e si dirige verso la porta d’ingresso. Appena apre l’entrata, entra un ragazzo bellissimo, dagli occhi verdi e capelli neri, con una pelle diafana ed una movenza molto elegante, come se volasse.

- Mamma, lo sai che devi togliere le chiavi dalla porta, altrimenti non entro – dice il ragazzo degli occhi color smeraldo, come quelli della madre.

- Hai ragione, scusa – risponde la signora Briel

- Non devi chiedere scusa, è solo che mi dispiace disturbati – afferma con una dolcezza pari al Gianduia.

I due non si sono accorti che hanno uno spettatore e appena si dirigono verso la cucina, vedono Luce che li osserva.


- Ah, scusami. Lei è Luce, la figlia di Meggie. Luce, lui è mio figlio, Cameron. – dice Irene

Nel vederla, Cameron sembra disorientato, ma subito dopo, riprende la sua compostezza e va verso la ragazza dai capelli neri come la pece.

- Piacere di conoscerti Luce. – dice con un sorriso trentadue denti – Chiamami Cam…Ora, però, se non vi dispiace, vado nella mia stanza, sono distrutto.

- Certo tesoro, ti voglio bene – risponde la signora Briel.

- Ciao – saluta semplicemente Luce.

E dopo aver salutato Luce e la madre, Cam si dirige verso quella che dovrebbe essere la sua stanza.







- Poverino, arriva sempre stanco. Dovrebbe fermarsi un po’, altrimenti scoppia – dice la padrona di casa

- Scusi, non per farmi i fatti vostri, ma che cosa fa da sfiancarlo tanto? – chiede curiosa la ragazza

- Cameron fa volontariato all’Ospedale Regina Margherita. Fa il clown e porta regalini ai bambini ammalati –

- Davvero? Bello, cioè caspita, complimenti – risponde sorpresa Luce.

E dopo questo piccolo scambio di parole, le due si rimettono al lavoro.














Colarine's Thoughts:
Beh... Ho pensato che questa storia potesse essere carina :) spero lo sia davvero.... Grazie per aver letto il primo capitolo e se potete, lasciate un commentino giusto per dirmi le vostre opinioni:)
Bacio, Giulietta Preston






 
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1052727